Mercato del lavoro 2024-2025: il forte gap nella ricerca di operai specializzati rallenta le imprese italiane

Carenza di operai specializzati frena le aziende italiane nel 2024. - Unita.tv

Serena Fontana

30 Agosto 2025

La domanda di operai specializzati in Italia resta alta, ma la difficoltà nel trovare candidati adeguati si aggrava con il passare dei mesi. Nel 2024, quasi 840 mila nuove entrate nel mercato del lavoro hanno riguardato queste figure, corrispondenti al 15% delle assunzioni complessive. Dalle analisi emergono problemi significativi nella selezione, con tempi lunghi e frequenti rinunce da parte dei candidati, segnalando un malessere più profondo fra domanda e offerta.

Le cifre sulla richiesta di operai specializzati e le difficoltà di assunzione

Nel 2024, la richiesta di operai specializzati ha coinvolto circa 840 mila ingressi in Italia, cifra corrispondente a circa un quinto delle nuove assunzioni previste. Fonti come Unioncamere e il Ministero del Lavoro indicano però un quadro complesso: nel 63,8% dei casi gli imprenditori non sono riusciti a trovare facilmente i profili richiesti. I tempi medi di selezione si sono estesi fino a quasi cinque mesi nei casi di esito positivo, un lasso di tempo che pesa sulle attività produttive.

A pesare su questa difficoltà c’è anche il comportamento dei candidati: in quattro casi su dieci, infatti, gli interessati non si presentano neppure al colloquio. Questo fenomeno aumenterà la fatica delle aziende nel completare le proprie squadre, con un conseguente rallentamento nelle produzioni soprattutto nelle attività più tecniche. I dati si riferiscono agli ultimi mesi del 2024 e al trimestre agosto-ottobre 2025 e confermano una tendenza consolidata.

Fattori strutturali dietro la scarsità di operai specializzati

Le cause della difficoltà di reperimento degli operai specializzati risiedono in elementi profondi legati al cambiamento demografico e culturale. La denatalità e l’invecchiamento della popolazione restringono la base dei potenziali lavoratori. Ma soprattutto, uno scarto tecnico tra competenze scolastiche e richieste produttive segna profondamente il mondo del lavoro.

Nel settore manifatturiero, gran parte dei giovani candidati non possiede le conoscenze tecniche e professionali adeguate. La formazione scolastica non fornisce agli studenti gli strumenti necessari per rispondere alle esigenze del mercato, con conseguenze visibili nelle statistiche sulle assunzioni. A ciò si aggiunge una mutata attitudine tra i più giovani verso il lavoro: la ricerca di orari flessibili, autonomia e un migliore equilibrio tra tempo libero e lavoro si contrappone con l’accettazione di incarichi pesanti o turni prolungati, specie nel weekend.

Questa combinazione di fattori penalizza settori in cui l’esperienza tecnica e la disponibilità fisica sono essenziali, delineando una crisi occupazionale strutturale, che alcune aziende faticano a superare. Il sistema produttivo resta così in bilico tra domanda non soddisfatta e volontà dei lavoratori di privilegiare modalità meno rigide.

Le professioni più colpite dalla carenza di manodopera specializzata

Tra le figure che riscontrano il maggior numero di difficoltà nella ricerca spiccano carpenteria, saldatura, fresatura, conduzione di macchinari a controllo numerico e operazioni su gru. Anche professioni più specializzate come restauratori di mobili antichi o stampatori soffrono per la mancanza di candidati adeguati. Questi ruoli risultano cruciali soprattutto nelle piccole e piccolissime imprese, dove la disponibilità di specialisti incide direttamente sulla capacità produttiva.

La scarsità di queste figure professionali mette pressione sull’intero sistema produttivo nazionale, limitando interventi nell’edilizia e nella manifattura. Alcune imprese rischiano ritardi nella consegna di commesse o la riduzione delle attività a causa di questa mancanza. Nel medio termine, il problema potrebbe alimentare un rallentamento economico, considerato il peso di questi settori nell’economia italiana.

Le aziende, di fronte a questa situazione, si trovano a dover affrontare non solo la selezione del personale ma anche la riorganizzazione dei processi per compensare l’assenza di operai specializzati. I dati raccolti fino agli ultimi mesi del 2025 segnalano quindi un allarme per la capacità produttiva italiana, con impatti attesi anche nella competitività di mercato.

Ultimo aggiornamento il 30 Agosto 2025 da Serena Fontana