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La riforma dell’autonomia differenziata resta bloccata a Roma, tra stanchezza politica e priorità nazionali

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Autonomia differenziata ferma a Roma tra tensioni politiche e impegni nazionali. - Unita.tv
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L’autonomia differenziata continua a rimanere ferma nel dibattito politico italiano a distanza di otto anni dal referendum veneto che ne chiedeva una maggiore attuazione. Il costituzionalista Mario Bertolissi, intervenuto in un’intervista al Corriere del Veneto, descrive una situazione di fatica e mancanza di progressi davanti agli ostacoli incontrati a Roma. Il tema, pur sentito in Veneto e sostenuto da figure istituzionali di rilievo, resta oscurato da questioni internazionali e dall’attenzione crescente verso problemi economici e sociali delle famiglie e delle imprese.

La paralisi di Roma sul tema dell’autonomia differenziata vista da un esperto costituzionalista

Mario Bertolissi, già membro della delegazione trattante per il Veneto, definisce il quadro che si è creato intorno alla riforma dell’autonomia differenziata a livello nazionale come una “palude” difficile da superare. Nonostante il riconoscimento di una fase complessa e di una stanchezza diffusa, Bertolissi evidenzia l’importanza di non abbandonare l’impegno su questo tema. Secondo lui, l’erronea percezione che la vicenda si sia chiusa con una decisione della Corte costituzionale ha frenato ogni slancio e alimentato una certa rassegnazione.

Sottolinea come, dopo otto anni dal referendum del Veneto, ancora non si sia vista una reale partenza: un susseguirsi di “start” che si sono sempre rivelati “fasulli”. Questo atteggiamento, sempre sul punto di decollare ma bloccato da ragioni politiche e legali, crea un clima di sfiducia anche tra i più convinti sostenitori della riforma, che fanno fatica a mantenere la tensione necessaria per seguire un cammino così lungo e incerto.

Il ruolo del Veneto e delle sue istituzioni nel sostenere l’autonomia regionale

Nel contesto veneto, la questione dell’autonomia è rimasta viva e sostenuta con decisione soprattutto dal governatore Luca Zaia. Bertolissi evidenzia come in Veneto il tema sia tradizionalmente sentito con forza, parte di un’agenda politica consolidata e accompagnata da iniziative locali. Tuttavia, persino qui la riforma subisce gli effetti di priorità più pressanti, per via di crisi internazionali scarsamente prevedibili, tensioni geopolitiche e le difficoltà economiche che famiglie e imprese stanno affrontando negli ultimi tempi.

Questi fattori distolgono l’attenzione dal percorso di autonomia, tolgono visibilità a una questione che invece rimane rilevante per il futuro del territorio e della sua governance. L’effetto è un inevitabile rallentamento che pesa sulla capacità degli amministratori locali di mantenere alta la pressione politica e richiamare Roma a un confronto più concreto e fertile.

Il lavoro di Calderoli e le difficoltà presenti nella legislazione sulla riforma

Il ministro leghista per le Riforme, Roberto Calderoli, ha avuto un ruolo centrale nel tentativo di rilanciare la legge sull’autonomia differenziata. Bertolissi definisce il suo impegno come significativo, soprattutto considerando le difficoltà a cui si è dovuto adattare. In particolare, evidenzia come la legge sia stata indebolita da compromessi e da resistenze interne anche all’interno del suo stesso partito.

Il testo legislativo ha subito un depotenziamento per cercare di accontentare alcune fazioni politiche, ma queste stesse spinte hanno poi portato a un blocco definitivo della legge. Bertolissi segnala come fra le forze politiche la più sensibile a questa situazione sia stata Giorgia Meloni, che però non è riuscita ad evitare la fine della legge in un contesto ormai dominato da altri interessi e priorità.

Attualmente, la riforma non è semplicemente finita nel dimenticatoio: secondo Bertolissi, è piombata in una situazione di stallo ancora più grave, una palude da cui sembra difficile uscire, perché mancano i segnali di ripresa e la volontà politica per sbloccare la situazione.


La legge sull’autonomia differenziata perde spazio nell’agenda politica nazionale mentre sul campo resta viva in Veneto almeno dal punto di vista delle istituzioni locali. Gli ostacoli parlamentari, i compromessi politici e il peso di altre emergenze nazionali rallentano un processo però ancora aperto. Lo scenario attuale presenta una legge ferma in un limbo legislativo e una questione che si conferma divisa fra la volontà locale e la cautela o opposizione di Roma.

Ultimo aggiornamento il 20 Luglio 2025 da Davide Galli

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Davide Galli

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