Un’indagine della Guardia di finanza ha portato alla luce un caso di malversazione ai danni dello Stato nel bellunese. Un imprenditore locale è stato accusato di aver sottratto circa 250 mila euro da un finanziamento pubblico destinato a sostenere progetti innovativi nel campo delle energie rinnovabili. Il finanziamento, concesso per la realizzazione di un impianto tecnologico basato sulla pirogassificazione, avrebbe dovuto valorizzare scarti agricoli e forestali trasformandoli in energia.
Indagine sulla Pirogassificazione: accuse finanziarie contro l’ imprenditore coinvolto con banca progetto e mediocredito centrale
Le fiamme gialle hanno avviato le indagini dopo aver rilevato anomalie nell’impiego dei fondi pubblici concessi tramite Banca Progetto e garantiti da Mediocredito Centrale – Banca del Mezzogiorno. L’imprenditore ha ricevuto un milione di euro con l’obiettivo preciso di realizzare un impianto innovativo per la produzione energetica sostenibile nel territorio del bellunese. Secondo le ricostruzioni investigative, però, una parte significativa della somma – pari a circa 250 mila euro – è stata deviata verso spese personali che nulla avevano a che vedere con il progetto approvato.
La documentazione presentata dall’imprenditore conteneva voci relative a costi inesistenti o gonfiati, mascherando così l’uso improprio delle risorse pubbliche erogate. Questa pratica ha configurato il reato penale di malversazione aggravata ai danni dello Stato, poiché i soldi stanziati dovevano servire esclusivamente al sostegno degli investimenti produttivi e all’innovazione tecnologica nei settori green.
Impianto di Pirogassificazione nel bellunese finanziato da banca progetto e mediocredito centrale
Il finanziamento aveva come fine principale lo sviluppo e la costruzione in provincia di Belluno di un impianto capace di trasformare scarti agricoli e forestali in energia attraverso processi termochimici complessi noti come pirogassificazione. Questo tipo d’impianto consente infatti una valorizzazione efficiente dei residui organici spesso considerati rifiuti non recuperabili.
L’idea era quella d’incrementare la produzione energetica locale sfruttando materiali naturali residui del ciclo produttivo agro-forestale senza generare ulteriormente emissioni nocive o sprechi ambientali significativi. L’investimento avrebbe potuto contribuire alla transizione ecologica del territorio anche sotto profili occupazionali legati al settore delle energie alternative.
Secondo quanto previsto dal bando pubblico nazionale che concedeva i contributi agevolati attraverso istituti bancari specializzati nelle garanzie per imprese innovative meridionali ed extra-regionali, ogni euro erogato doveva essere tracciabile tramite spese coerenti col programma ammesso al finanziamento.
Modalità fraudolente nella Pirogassificazione scoperte dalla guardia di finanza con il supporto di banca progetto e mediocredito centrale
Gli accertamenti effettuati dai finanzieri si sono concentrati sulla verifica puntuale delle spese rendicontate dall’impresa beneficiaria rispetto alle autorizzazioni previste dal contratto sottoscritto con Banca Progetto e Mediocredito Centrale. Sono emerse diverse discrepanze nella documentazione contabile: fatture false o gonfiate relative ad acquisti mai effettuati oppure servizi mai ricevuti sono stati utilizzate allo scopo d’occultare l’utilizzo improprio dei fondi pubblici.
Questa manipolazione contabile ha permesso all’imprenditore coinvolto nell’inchiesta non solo d’intascarsi somme ingenti destinate allo sviluppo industriale ma anche d’ingannare enti bancari ed autorità preposte al controllo sull’effettivo uso degli incentivi statali erogati per favorire progetti ambientali sostenibili.
Le verifiche hanno confermato che almeno 250 mila euro sono stati deviati verso usi privati estranei agli impegni assunti, configurando così il reato di peculato aggravato. L’intervento rapido della Guardia di finanza ha quindi bloccato ulteriori movimenti sospetti prima che altri importi venissero dispersi.
Analisi delle opportunità di finanziamento per la Pirogassificazione nel settore green in Italia
Questo episodio si inserisce nei più ampi controlli svolti sul corretto indirizzamento dei fondi statali per iniziative green, settore sensibile oggigiorno data la crescente attenzione verso fonti energetiche pulite ma anche soggetto a rischi legati a possibili abusi amministrativi.
L’attività investigativa continua ora con approfondimenti volti ad individuare eventuali complici oltre all’impresa stessa implicata nella vicenda; lo scandalo evidenzia quanto sia delicato la sorveglianza dell’impiego pubblico soprattutto quando riguarda risorse finalizzate a progetti che toccano ambiti strategici locali.
La mia riflessione su questa vicenda
un monito importante sul valore della trasparenza
La mia riflessione su questa vicenda è che, seppur dolorosa e deludente, rappresenta un monito importante sul valore della trasparenza e della responsabilità nella gestione delle risorse pubbliche, soprattutto quando si tratta di progetti legati alla sostenibilità ambientale e al futuro delle nostre comunità.
rafforzare i controlli e promuovere una cultura etica
Io penso che episodi come questo ci invitino a rafforzare i controlli e a promuovere una cultura etica più radicata nel tessuto imprenditoriale locale, affinché investimenti cruciali per la transizione ecologica non vengano mai più compromessi da comportamenti illeciti.
la salvaguardia del bene comune
La salvaguardia del bene comune passa anche attraverso la fiducia e l’impegno collettivo nel vigilare sull’uso corretto dei fondi pubblici, perché solo così si potrà davvero valorizzare il potenziale di innovazione e sviluppo sostenibile che tante realtà territoriali, come quella bellunese, possono offrire.
Ultimo aggiornamento il 16 Luglio 2025 da Giulia Rinaldi