Artiom Naliato, un ragazzo di 21 anni adottato da una famiglia di Tribano, provincia di Padova, ha perso la vita in Ucraina durante un attacco a un campo di addestramento. Nato in Ucraina, aveva deciso di tornare in patria per unirsi ai volontari impegnati nel conflitto, lasciando l’Italia per mettere a rischio la propria vita in favore della terra dove era nato.
Il percorso di Artiom nella scelta di tornare in Ucraina
Artiom Naliato viveva da anni in Veneto, adottato da bambino da una famiglia che lo aveva accolto e cresciuto nella cittadina di Tribano, in provincia di Padova. Nonostante la sua vita in Italia, aveva sentito forte il richiamo delle sue radici ucraine. In seguito allo scoppio del conflitto, il giovane aveva deciso di partire e unirsi ai combattenti volontari in Ucraina.
Qualche settimana prima dell’ultimo viaggio verso il fronte, Artiom era tornato a Tribano, probabilmente per salutare amici e familiari prima di una nuova partenza. Una decisione che testimonia la volontà di non rinunciare ai legami affettivi, pur consapevole del pericolo imminente.
Le circostanze della morte durante il bombardamento
La tragedia si è consumata lunedì scorso: Artiom ha perso la vita in un bombardamento che ha colpito un campo di addestramento in Ucraina. Le notizie, riportate dai media locali e confermate da fonti sul territorio, indicano che il giovane era impegnato tra i ranghi dei volontari intenti a difendere l’Ucraina.
Il luogo esatto del bombardamento e la dinamica precisa dell’attacco non sono stati dettagliati, ma emerge chiaramente la natura rischiosa della missione intrapresa dal ventunenne. Quel campo di addestramento rappresentava una base per addestrare nuove reclute e volontari, obiettivo sensibile in un contesto di guerra.
La reazione della comunità di Tribano e il ricordo del sindaco
La comunità di Tribano, dove Artiom era cresciuto, ha espresso cordoglio profondo per il lutto. Il sindaco Massimo Cavazzana ha affidato a un messaggio pubblico il dolore condiviso: “Ci stringiamo con affetto e dolore attorno alla famiglia che lo ha accolto e cresciuto con amore”.
Nel suo post su Facebook, il sindaco ha sottolineato come Tribano abbia perso “un suo figlio”, evidenziando l’impatto emotivo che la vicenda ha sulla comunità. Il vuoto lasciato da Artiom, ha detto Cavazzana, sarà colmato dal ricordo del coraggio con cui ha affrontato la scelta di partire per il fronte, una decisione che testimonia un legame forte con le proprie origini anche a distanza dal luogo natale.
Questa notizia mostra una pagina di guerra vissuta da un giovane cresciuto lontano dal conflitto, arrivato a sacrificare la propria vita per difendere la patria d’origine, mentre la sua comunità in Italia si prepara a onorare la memoria di chi ha combattuto fino alla fine.
Ultimo aggiornamento il 23 Luglio 2025 da Elisa Romano