La situazione occupazionale alla Cogne Acciai Speciali di Aosta si aggrava con la mancata conferma di 44 contratti a tempo determinato. L’azienda siderurgica, già colpita dalle tensioni legate ai dazi statunitensi e dalla crisi del settore auto, vede crescere il numero dei lavoratori precari esclusi dal rinnovo. I sindacati locali lanciano l’allarme sulla mancanza di un piano industriale chiaro e sulle conseguenze per il futuro dello stabilimento e dei suoi dipendenti.
La crescita dei contratti non rinnovati mette in difficoltà lo stabilimento
Tra aprile e giugno erano stati 9 i contratti temporanei non confermati, ma ora il numero è salito fino a 44. Questo aumento riguarda lavoratori assunti con contratto a termine che non vedranno prolungata la loro occupazione presso la Cogne Acciai Speciali. La decisione arriva in un contesto già difficile per l’azienda, che subisce gli effetti delle politiche commerciali americane sui dazi e le ripercussioni della crisi nel settore automobilistico.
I sindacati Fim Cisl, Fiom Cgil, Uilm Uil VdA e Savt Met hanno espresso preoccupazione definendo questa situazione come una “doccia gelida” per i lavoratori coinvolti. La perdita progressiva dei posti di lavoro temporanei rischia infatti di indebolire ulteriormente uno stabilimento che rappresenta un punto fermo dell’economia locale valdostana.
Le difficoltà degli addetti precari
Il problema si fa più grave se si considera che molti degli addetti coinvolti sono giovani o persone con meno tutele rispetto ai dipendenti stabili. Senza prospettive certe sul rinnovo del contratto diventa difficile programmare il proprio futuro professionale o personale.
Impatto negativo anche sulle altre aziende metalmeccaniche della valle d’aosta
Non solo la Cogne Acciai Speciali vive una fase critica: anche altre realtà metalmeccaniche della Valle d’Aosta mostrano segnali preoccupanti legati al mercato globale instabile. Tuttavia lo stabilimento siderurgico resta centrale perché intorno ad esso ruotano circa 1500 posti di lavoro diretti o indiretti.
Le difficoltà economiche dell’azienda influenzano quindi una fetta significativa dell’occupazione regionale nel comparto industriale metalmeccanico. In questo quadro si inserisce anche il blocco degli investimenti previsti per quest’anno dalla stessa azienda: senza nuovi fondi destinati allo sviluppo produttivo cresce l’incertezza su possibili miglioramenti o rilanci futuri.
Tensioni tra lavoratori e azienda
I sindacati sottolineano come questa mancanza d’investimenti contribuisca ad aumentare le tensioni tra lavoratori ed azienda, alimentando timori su tagli ulteriori oltre quelli già annunciati sui contratti temporanei.
Richiesta urgente di un piano industriale chiaro e orientato ai lavoratori
Le organizzazioni sindacali hanno chiesto alla dirigenza della Cogne Acciai Speciali un piano industriale strutturato capace davvero rispondere alle esigenze delle persone impiegate nello stabilimento. Il timore è che senza interventi mirati possa continuare quella “emorragia” nei tagli al personale iniziata con i mancati rinnovi dei contratti temporanei.
La richiesta include misure concrete per tutelare i posti fissi esistenti ed evitare ulteriori riduzioni nelle prossime settimane o mesi. I rappresentanti dei lavoratori vogliono evitare scenari peggiori dove potrebbero essere colpiti anche gli addetti con contratto stabile o altri settori collegati all’attività siderurgica locale.
Il valore sociale dell’occupazione
L’appello punta soprattutto sul fatto che dietro ogni numero ci sono persone reali: famiglie che dipendono da quel reddito e comunità intere legate all’indotto creato dall’impresa valdostana.
Sindacati insistono sulla priorità delle persone rispetto agli interessi economici
Nelle dichiarazioni ufficialmente diffuse dai sindacati emerge forte la volontà di mantenere alta l’attenzione sull’aspetto umano prima ancora degli aspetti finanziari dell’impresa: “prima vengono le persone”, ribadiscono Fim Cisl, Fiom Cgil, Uilm Uil VdA insieme al Savt Met.
Questo messaggio vuole ricordare alle parti coinvolte quanto sia delicata la gestione delle risorse umane in momenti così complessi come quelli attuali per l’acciaieria valdostana. Le organizzazioni sottolineano inoltre come sia necessario mettere in campo tutte le forze disponibili affinché eventualità spiacevoli possano essere evitate attraverso dialogo costruttivo tra azienda e rappresentanze sociali.
Al momento restano aperte molte incognite sul futuro immediatamente prossimo dello stabilimento ma resta evidente quanto sia cruciale trovare soluzioni condivise capaci di proteggere almeno parte del tessuto produttivo ed occupazionale locale.