Dopo quasi venti anni di attesa e dibattiti, il progetto per la costruzione di un impianto idroelettrico nel comune di Gressoney La Trinité torna al centro dell’attenzione. La questione coinvolge diverse associazioni ambientaliste che hanno espresso forti riserve durante l’ultima conferenza dei servizi convocata a seguito della proposta di realizzare un’opera sul torrente Lys. Il progetto prevede il prelievo delle acque da un tratto importante del corso d’acqua, con conseguenze rilevanti sia ambientali sia normative.
Conferenza dei servizi e posizione delle associazioni ambientaliste sul progetto di cortlys
Il 6 agosto scorso, Legambiente, il Comitato di Cortlys e Mountain Wilderness Italia hanno partecipato alla conferenza dei servizi promossa per valutare il progetto idroelettrico sul torrente Lys a Gressoney La Trinité. Questi gruppi si sono presentati con un chiaro messaggio: “il progetto non rispetta le norme vigenti in materia ambientale”. Il prelievo delle acque per l’impianto era stato autorizzato nel 2009 ma, fino a oggi, le opere non sono mai state realizzate. Le associazioni hanno sottolineato che la zona interessata corrisponde al primo tratto del torrente, proprio dove nasce dal ghiacciaio, un’area delicata dal punto di vista ecologico.
Le valutazioni delle associazioni ambientali si basano su considerazioni tecniche e normative, evidenziando come un impianto in quel punto potrebbe distruggere o modificare aspetti fondamentali dell’equilibrio naturale locale. Hanno chiesto un rispetto rigoroso delle regole ambientali, sostenendo che “il progetto debba essere rivisto prima di avanzare ulteriormente”. Nel comunicato ufficiale diffuso dopo la conferenza, si ribadisce la necessità di tenere conto del paesaggio e della tutela delle risorse idriche.
I dubbi normativi e ambientali sul progetto idroelettrico: impatto sul torrente lys e sul territorio
Il tratto di torrente Lys sotto osservazione è la parte iniziale, quella che sgorga direttamente dal ghiacciaio situato nelle Alpi. Questa zona ha un ruolo fondamentale per l’ecosistema circostante. Ogni modifica nel corso d’acqua, soprattutto un prelievo significativo per scopi industriali come la produzione di energia, rischia di alterare habitat e la fauna che dipende da quell’ambiente. Inoltre, il ghiacciaio da cui nasce il torrente è un bene naturale sensibile, spesso oggetto di studi per i cambiamenti climatici.
L’autorizzazione concessa nel 2009 sembra non aver tenuto conto di aggiornamenti normativi e ambientali intervenuti nel corso degli anni. Le nuove normative in materia di tutela delle risorse idriche e valorizzazione del territorio impongono limiti più rigidi per interventi di questo tipo, e le associazioni coinvolte affermano che il progetto non è stato adeguatamente modificato per rispettarli. Criticano in particolare la mancanza di un’analisi approfondita sull’impatto ambientale e sul rischio di danneggiamento di aree protette.
Questi dubbi hanno spinto l’amministrazione regionale a prendersi del tempo per valutare la questione e decidere con attenzione prima di concedere il via libera. La presenza di voci contrarie e la complessità dell’argomento fanno emergere come si tratti di un processo che richiede equilibrio tra sviluppo energetico e tutela ambientale.
Ruolo dell’amministrazione regionale e prossimi sviluppi sulla realizzazione dell’impianto
Al termine della conferenza dei servizi, l’amministrazione regionale ha ribadito la volontà di esaminare con attenzione tutta la documentazione prima di prendere una decisione definitiva sulla concessione dell’autorizzazione per il progetto di Cortlys. La sospensione del rilascio del permesso dimostra che l’ente vuole evitare scelte affrettate che potrebbero portare a contestazioni o danni ambientali irreversibili.
Il manager del procedimento deve valutare se il progetto rispetta tutte le prescrizioni normate a livello locale e nazionale, inclusa la tutela delle acque e dei territori alpine. Se dovessero emergere ulteriori criticità, c’è la possibilità che il progetto venga modificato o addirittura respinto. Intanto, le associazioni monitorano attentamente questo iter, pronte a intervenire per garantire che “il buon senso” richiamato nella nota sia effettivamente applicato.
Questo caso dimostra la complessità della gestione degli impianti pubblici di produzione energetica in aree montane ed ecologicamente sensibili. Le scelte amministrative nei prossimi mesi saranno cruciali per definire un equilibrio tra sfruttamento delle risorse e salvaguardia dell’ambiente alpino.
Ultimo aggiornamento il 12 Agosto 2025 da Luca Moretti