Nei rilievi del Monte Rosa, le ultime due stagioni hanno mostrato un cambiamento evidente nella distribuzione delle precipitazioni nevose. Le osservazioni si concentrano specialmente sulla quantità di neve caduta durante i mesi primaverili, un dato che emerge da recenti ricerche condotte dall’Università di Torino. Questo fenomeno interessa direttamente la gestione del territorio e degli eventi climatici estremi, come alluvioni e frane, che si sono verificati in Valle d’Aosta.
La concentrazione della neve fresca nei mesi primaverili e l’impatto sulla montagna
L’analisi svolta dal Laboratorio di climatologia alpina ha evidenziato che in queste due stagioni più di un terzo della neve fresca sul Monte Rosa è precipitata dopo l’inverno, dunque in primavera. Questo spostamento temporale nella caduta della neve rappresenta un elemento significativo per gli equilibri ambientali. In genere, le nevicate intense si registrano nei mesi invernali, quando le temperature sono più basse.
Il fatto che una quota importante di neve si accumuli in primavera può alterare il normale scioglimento delle masse nevose, favorendo variazioni nel regime delle acque e influenzando il rischio di valanghe e frane. La distribuzione stagionale della neve si lega anche a variazioni meteorologiche e alle temperature più miti rispetto agli anni passati. Il gruppo di ricerca sottolinea che questo fenomeno necessita di continue osservazioni per valutare le conseguenze sul lungo periodo nelle Alpi occidentali.
Eventi climatici estremi in Valle D’Aosta e correlazioni con le precipitazioni
Tra il 15 e il 17 aprile 2025, proprio in Valle d’Aosta, si è registrata una pioggia intensa che ha portato a due alluvioni distinte. In quei giorni cadde oltre un terzo della neve fresca accumulata in tutta la stagione, un dato che indica un accumulo anomalo di precipitazioni in un breve arco temporale.
Un altro episodio rilevante risale al 29 giugno 2024, quando si sono misurati ben 66 millimetri di pioggia in sole 24 ore. Questa quantità ha provocato frane e allagamenti in diverse aree della regione. Tali eventi mettono in evidenza la fragilità dei territori montani di fronte agli sbalzi climatici improvvisi e alle piogge concentrate. Risultano quindi fondamentali le misurazioni costanti e precise per monitorare i livelli di precipitazione e prevenire i disagi.
Dati climatici registrati sul Monte Rosa tra il 2023 e il 2025
Il monitoraggio climatico sul versante del Monte Rosa si è avvalso di strumenti aggiornati. Dal 2023 è attivo un pluviometro di ultima generazione, modello Trws x2y, collocato a quota 3.030 metri. Questo dispositivo, donato dallo sponsor Frosta, consente di raccogliere dati con migliore precisione.
Nel periodo oggetto di studio, la temperatura media registrata è stata di -1,1 gradi Celsius. Le rilevazioni mensili hanno mostrato che, nonostante le medie fredde, le temperature massime sono sempre rimaste sopra lo zero termico. Questi dati aiutano a comprendere meglio le dinamiche delle precipitazioni nevose e piovose. La presenza di temperature superiori allo zero nelle ore di punta spiega parte dello scioglimento anticipato e delle piogge primaverili che hanno caratterizzato le ultime stagioni.
Il laboratorio dell’Università di Torino continua a raccogliere osservazioni sulla montagna, fondamentale per valutare i cambiamenti climatici e i rischi che derivano dall’alterazione dei cicli naturali nel territorio alpino.
Ultimo aggiornamento il 29 Luglio 2025 da Matteo Bernardi