La consigliera regionale di Parità, Katya Foletto, ha chiesto alla Giunta di rivedere la delibera 1167/2024, approvata il 23 settembre, che regola l’accesso allo smart working nel comparto unico regionale. Il problema? Esclude i lavoratori part-time. Una scelta che ha fatto subito discutere, soprattutto tra chi lavora con orari ridotti e reclama pari diritti.
Smart working sì, ma non per i part-time: il nodo della delibera 1167/2024
La delibera 1167/2024, approvata a fine settembre, stabilisce chi può accedere al lavoro agile nel comparto unico regionale. Ma al suo interno c’è una clausola che taglia fuori i dipendenti part-time, negando loro la possibilità di lavorare da remoto. La Giunta non ha fornito spiegazioni chiare su questa esclusione, alimentando malumori e critiche.
Questa scelta apre una spaccatura netta: lo smart working dovrebbe essere uno strumento di flessibilità basato sui risultati, non sulla presenza in ufficio o sulle ore lavorate. Escludere i part-time, che sono una parte consistente del personale regionale, rischia di creare disagi sia sul piano organizzativo che personale. In un momento in cui il lavoro chiede sempre più adattabilità, la delibera sembra andare in senso contrario.
Le proteste delle lavoratrici e la presa di posizione di Katya Foletto
Sono venti le lavoratrici del comparto unico regionale che hanno scritto a Katya Foletto, denunciando la mancanza di motivazioni valide dietro l’esclusione dei part-time dallo smart working. Nel loro scritto spiegano che part-time e smart working sono due cose diverse: il primo riguarda la riduzione dell’orario, il secondo una diversa gestione del lavoro, meno vincolata a orari fissi o presenza in ufficio.
Foletto ha raccolto queste proteste e sottolinea che lo smart working è una modalità volontaria e condivisa, che dovrebbe essere accessibile a tutti, a tempo determinato o indeterminato che siano. Escludere i part-time significa andare contro questo principio, imponendo una restrizione senza giustificazioni. Per la consigliera, il lavoro agile deve guardare ai risultati, non alle ore o al tipo di contratto.
La richiesta di revisione e le sfide con la Giunta Regionale
Dopo l’esposto delle venti lavoratrici, Katya Foletto ha chiesto ufficialmente di modificare la delibera per evitare una discriminazione che penalizza molti dipendenti regionali. L’obiettivo è chiaro: far sì che anche chi lavora part-time possa accedere allo smart working.
Il confronto con la Giunta non sarà semplice. Si tratta di temi delicati, che riguardano la parità di trattamento e la necessità di regole più moderne per il lavoro pubblico. Foletto ha più volte ribadito che certe rigidità non funzionano più, nemmeno nel settore pubblico. Rivedere la delibera potrebbe aprire la strada a norme più giuste e flessibili, in linea con le esigenze dei lavoratori.
Va ricordato che lo smart working, ormai diffuso sia nel pubblico sia nel privato, è riconosciuto come uno strumento utile per conciliare lavoro e vita privata, aumentare la produttività e ridurre gli spostamenti. Escludere i part-time significa privare molti, soprattutto donne, di questi vantaggi.
Conseguenze per i dipendenti e il futuro della normativa regionale
Mantenere l’esclusione potrebbe avere ripercussioni pesanti sull’organizzazione degli uffici regionali. I lavoratori part-time rischiano di dover seguire orari rigidi, con conseguenze sulla loro vita personale e familiare. Lo smart working, oltre a offrire flessibilità, aiuta a risparmiare tempo negli spostamenti e a gestire meglio gli imprevisti.
Dal punto di vista sindacale e delle risorse umane, questa esclusione rischia di creare un clima di ingiustizia e divisioni interne. Se la Giunta non interviene in fretta, la questione potrebbe diventare un caso più ampio, con possibili ripercussioni anche sulla produttività. Katya Foletto segue la vicenda con attenzione, sollecitando un confronto urgente per adeguare le regole a tutti i dipendenti pubblici.
Nei prossimi giorni sarà importante vedere come la Giunta deciderà di rispondere a questa richiesta di cambiamento. La partita sullo smart working in Regione è ancora tutta da giocare.
Ultimo aggiornamento il 28 Luglio 2025 da Andrea Ricci