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Il ruolo chiave delle regioni nel nuovo quadro finanziario europeo 2028-2034: sfide e rischi di Ricentralizzazione

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Regioni al centro del nuovo bilancio UE: sfide e rischi di ricentralizzazione - Unita.tv
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La proposta della Commissione europea per il prossimo quadro finanziario pluriennale 2028-2034 ha riacceso il dibattito sulle risorse destinate ai territori e sul ruolo delle regioni all’interno dell’Unione. Mentre si discutono nuovi criteri di assegnazione finanziaria, emergono preoccupazioni sulla possibile perdita di autonomia dei territori e sulla capacità di mantenere la coesione e la credibilità dell’Europa. La Conferenza dei presidenti delle Assemblee legislative delle regioni e province autonome ha espresso il proprio dissenso rispetto alla proposta di un fondo unificato per ogni Stato membro, ritenendo indispensabile difendere le prerogative regionali.

Il commento del presidente del consiglio Valle sulla proposta europea

Alberto Bertin, presidente del Consiglio Valle d’Aosta, è intervenuto con un’analisi critica alla proposta della Commissione europea presentata a metà luglio 2025. Secondo Bertin, “un’Europa forte deve necessariamente poggiare su regioni altrettanto solide nel loro ruolo amministrativo e politico”. Egli ha ribadito che “senza un supporto diretto e risorse certe per i territori, l’Unione rischia di perdere sia l’equilibrio interno che la credibilità verso i cittadini”.

Bertin sottolinea la necessità di mantenere strumenti di partecipazione reale per le regioni e di preservare la Politica agricola comune assieme ai fondi di coesione come fondamenta insostituibili. La sua posizione riflette l’importanza che territori come la Valle d’Aosta attribuiscono alla propria autonomia, che rappresenta non solo un diritto, ma un elemento vitale per tradurre le politiche europee in interventi concreti e visibili.

Cambiamenti nel modello di finanziamento: dal decentramento alla possibile centralizzazione

La proposta dell’Unione prevede di abbandonare la storica distinzione tra la Politica agricola comune, i fondi strutturali e di coesione, creando un’unica dotazione finanziaria per ciascuno Stato membro. Questo nuovo approccio rischia di spostare le decisioni strategiche e la gestione delle risorse nelle mani centrali degli Stati, riducendo il peso delle Regioni nella definizione e nell’attuazione delle politiche territoriali.

La preoccupazione principale riguarda il rischio concreto che territori marginali o con esigenze specifiche vengano trascurati in un sistema dove le priorità vengono decise da organi statali centrali. In realtà fortemente autonome come la Valle d’Aosta, questa prospettiva viene vissuta con particolare apprensione. Il principio di sussidiarietà, su cui si basa l’architettura dell’Unione europea, rischia di essere indebolito se la gestione delle risorse e delle scelte politiche torna a livelli meno prossimi ai cittadini.

Il valore strategico della coesione e della sussidiarietà nelle regioni autonome

Il fulcro del dibattito si concentra sul mantenimento delle autonomie territoriali e della capacità delle regioni di partecipare alle decisioni europee che le riguardano direttamente. La coesione sociale ed economica è un obiettivo che si realizza proprio attraverso l’affiancamento delle politiche europee alle esigenze specifiche di ogni territorio.

In regioni autonome come la Valle d’Aosta, il decentramento delle risorse ha permesso di rispondere a bisogni concreti, valorizzando la peculiarità del territorio montano e le sue risorse. Limitare questo ruolo significherebbe non solo ridurre la possibilità di una gestione efficace, ma anche mettere a rischio la capacità dell’Europa di mantenere una vicinanza percepita dai cittadini.

Difendere il principio di sussidiarietà significa garantire che le decisioni politiche ed economiche vengano prese il più vicino possibile ai cittadini interessati. La riduzione di questo meccanismo comporterebbe un aumento delle scelte calate dall’alto, con il rischio di disallineamento tra politiche e realtà locali.

L’impatto della riforma sulla credibilità dell’UE e sui soggetti territoriali

Il tema sollevato dalla proposta della Commissione europea riguarda non soltanto l’aspetto tecnico della distribuzione delle risorse, ma anche la percezione dell’Europa da parte dei cittadini e delle comunità locali. Quando i territori si sentono esclusi dalle decisioni strategiche o ridotti a meri esecutori, cala la fiducia verso l’Unione e aumenta la distanza fra istituzioni e popolazione.

Le Regioni e Province autonome rappresentano un collegamento fondamentale tra Bruxelles e i cittadini. L’assenza di fondi dedicati e di spazi di partecipazione potrebbe, nel tempo, indebolire questo legame. Per territori come la Valle d’Aosta, questo fenomeno rischia di aggravare la marginalizzazione rispetto a realtà più grandi o centrali.

Il dibattito attuale è quindi anche politico. Le scelte sul quadro finanziario plasmeranno il ruolo futuro delle autonomie locali e la loro capacità di incidere sul progetto europeo. Il confronto tra Commissione, Stati membri e territori si configura così come un passaggio cruciale per definire la prossima fase dell’Unione.

La discussione sulla nuova governance finanziaria UE resta aperta, con molte regioni che continueranno a chiedere attenzione ai propri bisogni e un ruolo più chiaro negli equilibri decisionali. La posta in gioco riguarda tanto l’efficacia delle politiche quanto la tenuta stessa del progetto europeo.

Ultimo aggiornamento il 22 Luglio 2025 da Serena Fontana

Written by
Serena Fontana

Serena Fontana è una blogger e redattrice digitale specializzata in cronaca, attualità, spettacolo, politica, cultura e salute. Con uno sguardo attento e una scrittura diretta, racconta ogni giorno ciò che accade in Italia e nel mondo, offrendo contenuti informativi pensati per chi vuole capire davvero ciò che succede.

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