L’epidemia di dermatite nodulare contagiosa si allarga in Valle d’Aosta. Per questo le autorità sanitarie hanno deciso di ampliare la sorveglianza e di organizzare una campagna di vaccinazione. La malattia sta colpendo diversi allevamenti e alpeggi, spingendo la Regione a intervenire su più fronti per proteggere il patrimonio zootecnico locale.
Sorveglianza estesa a Courmayeur e Pré-saint-didier
Negli ultimi giorni sono stati segnalati nuovi casi che hanno spinto la zona di controllo circa 500 metri più avanti, coinvolgendo Courmayeur e Pré-Saint-Didier, oltre a La Thuile. Qui gli alpeggi monitorati sono saliti a 29, mentre gli allevamenti superano i 100, con un totale di 2.380 capi, alcuni provenienti anche dal Piemonte. L’assessore alla Sanità, Carlo Marzi, ha aggiornato la situazione in Consiglio Valle, coinvolgendo anche i sindaci e il Celva per coordinare le prossime mosse. L’obiettivo è fermare la diffusione di una malattia che può mettere a rischio gli animali e danneggiare l’agricoltura locale.
Vaccinazione approvata, si lavora con Bruxelles
Marzi ha confermato che il Ministero della Salute ha dato il via libera alla vaccinazione preventiva, richiesta dalla Regione già a giugno. Ora si tratta con la Commissione europea per ottenere le dosi necessarie, non solo per la nuova area di sorveglianza, ma anche per una eventuale copertura più ampia. La dermatite nodulare contagiosa è considerata una malattia esotica fuori dall’Unione Europea, quindi la gestione dei vaccini è affidata a Bruxelles. Entro la settimana la Valle d’Aosta conta di definire tempi, modalità e numeri della vaccinazione, con tutte le procedure burocratiche del caso. Questa fase è decisiva per contenere il contagio e limitare i danni agli allevamenti.
Deroghe per allevamenti e produzione di latte crudo
La Regione si sta muovendo anche per evitare il peggio in caso di nuovi casi positivi. Ha chiesto una deroga per sospendere l’obbligo di abbattimento totale degli animali, per salvaguardare specie autoctone a rischio estinzione, un patrimonio prezioso per la biodiversità locale. Inoltre, ha chiesto di poter continuare a lavorare il latte crudo nelle zone colpite, proponendo uno stabilimento specifico per la stagionatura sotto controllo sanitario. Queste misure vogliono difendere il patrimonio zootecnico e la filiera tradizionale dei prodotti caseari, fondamentali per l’economia e la cultura della Valle d’Aosta. Le autorità sperano in risposte favorevoli dai livelli superiori, viste le caratteristiche uniche degli allevamenti locali.
La situazione resta sotto stretto controllo, con l’obiettivo di limitare i danni e tutelare la salute degli animali, evitando così di compromettere il lavoro degli allevatori e la produzione tipica del territorio.
Ultimo aggiornamento il 23 Luglio 2025 da Rosanna Ricci