Un’immersione nelle acque del lago di Como si è trasformata in tragedia per un uomo di 60 anni residente a Como. Angelo Clerici ha accusato un grave malore domenica mattina mentre si trovava nel ramo occidentale del lago, proprio davanti al Comune di Moltrasio. Dopo un arresto cardiaco subito in acqua, è stato soccorso e trasportato d’urgenza all’ospedale Sant’Anna, dove è deceduto oggi.
Il malore durante l’immersione: cosa è successo
Domenica mattina Angelo Clerici stava effettuando una discesa subacquea fino a una profondità stimata intorno ai 40 metri nelle acque fredde e profonde del ramo occidentale del lago di Como. Al momento della risalita verso la superficie, l’uomo ha accusato un arresto cardiaco improvviso che ne ha compromesso rapidamente le condizioni fisiche.
Dettagli dell’incidente
Il fatto si è verificato proprio mentre Clerici era ancora immerso nel tratto antistante Moltrasio. L’intervento immediato delle squadre di soccorso si è rivelato fondamentale per evitare conseguenze ancor più gravi sul posto. La Guardia costiera insieme alla Croce Rossa sono intervenute tempestivamente per prestare i primi soccorsi e rianimare l’uomo direttamente sulla riva.
I soccorsi e il trasferimento all’ospedale sant’anna
Dopo il primo trattamento d’emergenza sul luogo dell’incidente, Angelo Clerici è stato trasportato con urgenza al pronto soccorso dell’ospedale Sant’Anna di Como. Le condizioni presentate fin dall’arrivo risultavano molto critiche: i medici hanno tentato ogni manovra possibile per stabilizzare il paziente.
Nonostante gli sforzi dei sanitari, le lesioni causate dall’arresto cardiaco in acqua profonda hanno avuto effetti devastanti sull’organismo dell’uomo. Nel corso delle ore successive al ricovero la situazione clinica non ha mostrato miglioramenti significativi fino alla morte avvenuta nella giornata odierna.
Contesto e rischi delle immersioni in profondità nel lago di como
Il caso evidenzia i rischi legati alle immersioni subacquee anche in ambienti lacustri come quello del lago di Como dove la profondità può raggiungere livelli importanti soprattutto nei rami occidentali o settentrionali del bacino idrico.
Immersioni a circa quaranta metri richiedono preparazione specifica ed esperienza consolidata perché comportano forti sollecitazioni cardiovascolari oltre che problemi legati alla pressione atmosferica sott’acqua. Arresti cardiaci o incidenti simili possono insorgere rapidamente se non vengono rispettate tutte le precauzioni necessarie o se emergono patologie latenti non diagnosticate prima dell’attività subacquea.
Molte volte questi episodi coinvolgono appassionati esperti ma anche persone con condizioni mediche sconosciute che possono aggravarsi sotto stress fisico intenso come quello provocato da una lunga apnea o da brusche variazioni pressorie durante la risalita.
Le autorità locali continuano a monitorare questi eventi per migliorare le misure preventive e sensibilizzare chi frequenta luoghi come il lago di Como su potenziali rischi nascosti dietro attività sportive apparentemente tranquille ma comunque impegnative dal punto vista fisico ed emotivo.