Home Uno scialpinista di 44 anni muore cadendo in un crepaccio sul monte bianco, tragedia sulla parete nord

Uno scialpinista di 44 anni muore cadendo in un crepaccio sul monte bianco, tragedia sulla parete nord

Un uomo di 44 anni è morto sul monte bianco durante una discesa sciistica sulla parete nord, precipitando in un crepaccio profondo 15 metri. I soccorsi non sono riusciti a salvarlo.

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Un uomo di 44 anni è morto scivolando in un crepaccio durante una discesa con sci da alpinismo sulla pericolosa parete nord del Monte Bianco. - Unita.tv

Un tragico incidente ha segnato la giornata di ieri sul monte bianco, dove un uomo di 44 anni ha perso la vita mentre scendeva con gli sci da alpinismo. L’evento si è consumato sul versante francese, a 4.806 metri di quota, nella zona della parete nord, uno dei tratti più insidiosi e impegnativi del massiccio alpino. La dinamica dell’incidente e l’intervento tempestivo delle squadre di soccorso hanno immediatamente attirato l’attenzione degli appassionati di montagna e delle autorità locali.

I dettagli dell’incidente sul monte bianco

L’uomo, originario dell’Alta Savoia, si trovava con tre amici quando intorno alle 12.45 ha iniziato la discesa lungo la parete nord del monte bianco. Poco dopo aver preso la via verso il basso, ha perso il controllo degli sci, scivolando su un tratto ghiacciato. La caduta ha avuto una conseguenza fatale: lo scialpinista è precipitato dentro un crepaccio profondo circa 15 metri.

Il crepaccio è una fenditura naturale formata sui ghiacciai, spesso invisibile o nascosta da neve fresca, e in questo caso ha rappresentato una trappola. Durante la caduta, il corridore ha superato anche un seracco, un blocco di ghiaccio voluminoso e instabile. Questo particolare ha reso più difficile la possibilità di una manovra di salvataggio immediata e ha complicato le operazioni di recupero.

L’intervento degli amici

Gli amici che accompagnavano la vittima hanno subito lanciato l’allarme chiamando i soccorsi. La zona, molto frequentata dagli scialpinisti esperti, è coperta dal servizio di emergenza del pgHM di Chamonix. L’intervento è stato rapido: un elicottero è decollato subito per raggiungere il luogo della tragedia.

La risposta immediata dei soccorsi sul posto

I gendarmi specializzati in montagna hanno tentato di recuperare lo scialpinista, ma purtroppo il trauma provocato dalla caduta si è rivelato letale. Le condizioni ambientali estreme, il terreno impervio e la profondità del crepaccio hanno ostacolato il soccorso. La vittima non ha potuto essere salvata.

Il monte bianco e i rischi dello scialpinismo in alta quota

Il monte bianco, con i suoi 4.806 metri, resta una vetta pericolosa anche per chi ha esperienza con la montagna e gli sci. La parete nord è una delle zone più rischiose, soprattutto in condizioni variabili di neve e ghiaccio. I crepacci e i seracchi rappresentano pericoli costanti, specie durante le discese rapide dove l’attenzione e il controllo devono essere massimi.

In Francia, ma anche in Italia e in Svizzera, le autorità continuano a ricordare agli amanti delle alte quote l’importanza di adeguate misure di sicurezza e di non sottovalutare mai la potenza delle condizioni naturali. L’evento di ieri ribadisce quanto il rischio resti concreto e le difficoltà insormontabili quando si tratta di incidenti a queste altitudini.

Precauzioni consigliate dagli esperti

Durante la stagione invernale e primaverile, le condizioni di neve e variabilità meteo influenzano la stabilità del ghiaccio e la visibilità dei pericoli. In questo caso la caduta è avvenuta in un momento in cui la superficie del ghiacciaio resta insidiosa e i seracchi possono cedere senza preavviso.

Il monte bianco attira molti appassionati di sci e alpinismo; tuttavia, la gestione dei rischi è molto complessa. Gli esperti suggeriscono sempre di effettuare percorsi conosciuti e di affidarsi a guide qualificate, soprattutto per tratti come la parete nord. L’equipaggiamento adeguato e la preparazione fisica sono altrettanto indispensabili per tentare esperienze di questo tipo.

Una tragedia come quella di ieri ricorda la delicatezza della montagna, dove ogni errore può essere fatale e la prudenza non è mai troppa.