Una ragazza di 25 anni, nata in Italia da Genitori Bengalesi, è riuscita a evitare un matrimonio Combinato in Bangladesh grazie all’intervento tempestivo del suo docente universitario. La vicenda, avvenuta a Trieste e raccontata dal quotidiano Il Piccolo, mette in luce il coraggio della giovane e la prontezza delle autorità italiane.
Quando la famiglia chiama: il viaggio che doveva cambiare tutto
La studentessa, iscritta all’Università di Trieste, è stata attirata in Bangladesh con una scusa. Una volta arrivata nel Paese d’origine dei suoi genitori, però, le cose sono precipitate. I parenti l’hanno privata dei documenti e l’hanno trattenuta contro la sua volontà per settimane. L’obiettivo? Costringerla a sposare un uomo che lei non amava.
La situazione era delicatissima: isolata e senza possibilità di contattare l’esterno, la ragazza si trovava intrappolata in un destino deciso da altri.
Un messaggio che ha cambiato tutto
Dopo giorni di silenzio forzato, la studentessa è riuscita a inviare un messaggio al suo professore universitario. Nel testo spiegava chiaramente che non avrebbe potuto seguire il corso obbligatorio perché era bloccata in Bangladesh senza documenti e stava per essere costretta al matrimonio.
Il docente ha subito capito la gravità della situazione e non ha perso tempo. Ha denunciato il caso alle autorità di Trieste.
Le autorità italiane entrano in azione
Le forze dell’ordine locali hanno preso sul serio la segnalazione e hanno contattato immediatamente l’ambasciata italiana a Dacca. Da lì sono partite le procedure per garantire alla giovane sicurezza e protezione.
La ragazza ha trovato rifugio nella sede diplomatica italiana dove le sono stati restituiti i documenti necessari per tornare in Italia.
Il ritorno a casa grazie al professore
Con i documenti recuperati, la giovane ha potuto prendere un volo verso Trieste. A pagare il biglietto è stato proprio il professore che aveva ricevuto quel messaggio disperato.
Una volta rientrata nel nostro Paese, alla ragazza è stato attivato il supporto della rete antiviolenza locale per aiutarla a superare questo trauma e proteggerla da eventuali ritorsioni familiari.
Un caso che fa riflettere sulle pressioni culturali
Questa storia mette sotto i riflettori una realtà ancora presente: quella dei matrimoni combinati imposti soprattutto alle donne con origini straniere ma nate o cresciute in Italia.
Il coraggio della studentessa nel chiedere aiuto e la prontezza del professore hanno evitato una tragedia personale. Ma resta aperto il tema del sostegno alle giovani vittime di queste situazioni difficili.
Questa vicenda dimostra quanto sia importante mantenere aperti canali di comunicazione tra studenti e docenti anche oltre l’aula universitaria. A volte basta un semplice messaggio per salvare una vita.