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Una piattaforma per garantire filiere trasparenti e sostenibili nel settore alta moda lombardia

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In Lombardia nasce una piattaforma digitale che, tramite un protocollo istituzionale, crea una "lista verde" di imprese dell'alta moda rispettose di legalità e sostenibilità, contrastando sfruttamento e irregolarità nel settore. - Unita.tv
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Nel cuore della Lombardia prende forma un nuovo strumento pensato per le imprese dell’alta moda. Si tratta di una piattaforma digitale che raccoglie informazioni precise sulle aziende coinvolte nella produzione, sulla forza lavoro impiegata e sui processi produttivi. L’obiettivo è mettere a disposizione dei brand una lista verde, una sorta di catalogo di realtà aziendali che rispettano criteri rigorosi di legalità e sostenibilità. Questa iniziativa nasce nell’ambito di un protocollo sottoscritto da diversi attori istituzionali e sindacali per contrastare fenomeni di sfruttamento e irregolarità nel comparto della moda.

Nascita della piattaforma e funzionalità principali

Il progetto si basa su una piattaforma di filiera che raccoglie dati puntuali sugli assetti delle imprese e sulle modalità di lavoro all’interno dei reparti produttivi. Ogni azienda aderente fornisce informazioni sulla propria struttura organizzativa e sulle condizioni di impiego dei lavoratori. I dati, che comprendono anche i codici fiscali e le ragioni sociali delle imprese, vengono analizzati da un sistema informatico dedicato, in grado di costruire una “green list“. Quest’ultima rappresenta un elenco aggiornato delle imprese che operano nel rispetto delle regole, premiando la trasparenza e la correttezza dei comportamenti. La lista è consultabile dalle aziende leader del settore moda, offrendo loro uno strumento per selezionare fornitori affidabili e impegnati a mantenere standard elevati.

La piattaforma punta a creare un circuito virtuoso, in cui chi rispetta norme di lavoro e fiscalità può ottenere un riconoscimento concreto. Allo stesso tempo, la raccolta dati dettagliata consente di monitorare con precisione le aree critiche, favorendo interventi mirati da parte delle autorità competenti. Gli operatori virtuosi accedono così a una premialità, che può tradursi in vantaggi commerciali e di reputazione, mentre si aumenta la responsabilità nelle scelte di fornitura da parte dei grandi marchi.

Elementi chiave della piattaforma

  • raccolta dati precisa sulle imprese
  • lista verde delle aziende trasparenti
  • premi per la legalità e la sostenibilità
  • monitoraggio delle aree critiche
  • vantaggi commerciali per operatori virtuosi

Il protocollo per contrastare sfruttamento e irregolarità

Al centro dell’iniziativa c’è un protocollo che ha visto coinvolti protagonisti di diversi ambiti. Sono firmatari i principali sindacati, Cgil, Cisl e Uil, insieme alle associazioni di categoria che rappresentano le imprese del settore. A essi si aggiungono figure istituzionali di rilievo, come il prefetto Claudio Sgaraglia, il presidente della regione Lombardia Attilio Fontana e il presidente del tribunale di Milano Fabio Roia. Anche il capo della Direzione Distrettuale Antimafia Alessandra Dolci e il comandante provinciale dei carabinieri Pierluigi Solazzo hanno partecipato alla definizione del protocollo.

La firma di questo accordo arriva in un momento di forte tensione per il comparto dell’alta moda, investito da inchieste della procura di Milano su fenomeni di sfruttamento del lavoro e caporalato nella filiera degli appalti. Il protocollo si impone quindi come strumento per contrastare quelle condotte illegali che minano il settore e, al tempo stesso, per promuovere uno sviluppo basato su trasparenza e rispetto delle regole. Le misure previste includono il monitoraggio costante degli appalti e la creazione di una rete di controlli che coinvolge autorità giudiziarie, forze dell’ordine e rappresentanti delle categorie produttive e sindacali.

Impatti e prospettive della nuova iniziativa

L’accordo rappresenta un tentativo concreto di arginare fenomeni che portano allo sfruttamento e all’evasione contributiva nel settore moda. Il presidente di Confindustria Moda, Luca Sburlati, ha sottolineato come, nonostante il protocollo sia stato definito su base territoriale, esso abbia rilevanza e impatto che si estendono oltre la Lombardia, configurandosi come un modello replicabile a livello nazionale. Il progetto della piattaforma, infatti, non solo regolarizza e mette ordine nella filiera locale, ma offre anche uno strumento di trasparenza capace di incidere sulle politiche di approvvigionamento di molte aziende di alto profilo.

Questa iniziativa punta a cambiare il modo in cui i brand selezionano i propri fornitori, spostando il baricentro su elementi concreti come la legalità e la sostenibilità. La creazione di una “green list” riconosciuta e aggiornata offre alle imprese un incentivo a correggere comportamenti irregolari e a valorizzare quelli corretti. Nel contesto di un settore sensibile come quello della moda, che porta con sé rischi di sfruttamento e lavoro sommerso, la piattaforma può segnare una svolta nelle relazioni tra committenti e produttori. Il coinvolgimento di istituzioni, sindacati e forze dell’ordine rende solide le basi per un controllo efficace nel tempo e per un miglioramento reale delle condizioni di lavoro.

Written by
Giulia Rinaldi

Giulia Rinaldi osserva il mondo con occhio critico e mente curiosa. Blogger fuori dagli schemi, scrive di cronaca, politica, spettacolo, attualità, cultura e salute con uno stile personale e tagliente, mescolando analisi e sensibilità in ogni articolo. Il suo obiettivo? Dare voce a ciò che spesso passa inosservato.

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