Un’operazione dei carabinieri del ROS ha portato al sequestro di un sito web e di un account social riconducibili a un uomo accusato di diffondere messaggi con finalità terroristiche. Il 57enne romano è finito sotto misura cautelare dopo indagini che hanno rivelato la sua attività nel diffondere contenuti violenti e rivendicazioni anarchiche, in particolare legate a gruppi sovversivi.
L’indagine e il ruolo del 57enne nella propaganda anarchica
Le indagini sono iniziate nel 2022 grazie al monitoraggio costante degli spazi virtuali frequentati da ambienti anarco-insurrezionalisti. Gli investigatori hanno individuato il 57enne come gestore principale di due siti web: www.infernourbano.altervista.org, già oscurato, e www.infernourbano.noblogs.org. Quest’ultimo era considerato una piattaforma importante per la diffusione di contenuti sovversivi.
I testi pubblicati sui siti includevano rivendicazioni relative ad attentati compiuti da cellule anarchiche come la FAI/FRI . Tra i materiali si trovavano manifesti che incitavano alla lotta contro lo Stato e le forze dell’ordine, insieme a documenti riguardanti presidi e cortei degenerati in disordini gravi. L’uomo aveva creato una rete informativa tramite cui riceveva comunicazioni da attivisti italiani ed esteri, scambiando aggiornamenti su strategie rivoluzionarie.
Strumenti digitali usati per veicolare messaggi estremisti
L’accusa nei confronti del romano riguarda l’istigazione continuata aggravata dall’utilizzo della rete internet come mezzo principale per diffondere messaggi con finalità terroristiche. La Procura di Roma ha chiesto il provvedimento restrittivo che è stato firmato dal GIP capitolino; contestualmente è stato disposto anche il sequestro preventivo dei domini web interessati e dell’account Facebook collegato all’indagato.
Attraverso una casella mail dedicata, l’uomo manteneva contatti diretti con altri militanti anarchici, facilitando così lo scambio rapido delle informazioni sulle “campagne di lotta”. Questa struttura digitale permetteva non solo la diffusione ma anche l’organizzazione virtuale delle azioni rivendicate dai gruppi insurrezionali.
Mobilitazioni recenti ed eco mediatica sul caso cospito
Durante le mobilitazioni nate intorno alla figura di Alfredo Cospito – detenuto in regime duro ai sensi dell’articolo 41-bis – i siti gestiti dal soggetto sono stati identificati come canali principali per amplificare le proteste anarchiche. I testi pubblicati esaltavano esplicitamente forme violente d’opposizione allo Stato evidenziando un uso strategico della rete per fomentare tensione sociale.
Le autorità mantengono alta attenzione su questo tipo di reti digitali perché anche se numericamente ridotte riescono a far circolare rapidamente contenuti estremisti capaci d’influenzare movimenti più ampi o ispirare azioni dirette sul territorio italiano ed estero.
Il blocco immediatamente disposto ha congelato tutti i materiali presenti sui siti sequestrati ai fini probatori; tuttavia rimane aperto il fronte della sorveglianza sulle dinamiche online collegate alle frange radicalizzate nell’ambiente anarchico insurrezionalista italiano.