Home Un polmone verde tra milano e hinterland: il parco agricolo sud con oltre 47mila ettari e 254 fontanili attivi

Un polmone verde tra milano e hinterland: il parco agricolo sud con oltre 47mila ettari e 254 fontanili attivi

Il parco agricolo sud milano, esteso su 48mila ettari e gestito da oltre 900 aziende agricole, celebra 35 anni di tutela della biodiversità e del patrimonio culturale contro la cementificazione.

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Il Parco Agricolo Sud Milano, esteso su 48mila ettari e 60 comuni, è un'area protetta ricca di biodiversità, storia e agricoltura sostenibile, nata nel 1990 per contrastare la cementificazione e valorizzare il territorio lombardo. - Unita.tv

Il parco agricolo sud milano si estende su una vasta area che coinvolge 60 comuni, rappresentando una delle zone verdi più estese e ricche di biodiversità del lombardo. Con quasi 48mila ettari dedicati a terreni agricoli, rogge, fontanili e spazi naturali, questo territorio si conferma un punto di riferimento per l’agricoltura locale e il patrimonio storico-culturale. La gestione del parco ha compiuto di recente 35 anni, segnando un traguardo importante nel contrasto alla cementificazione e nello sviluppo sostenibile dell’area.

Origini e sviluppo del parco agricolo sud milano

Il parco è nato nel 1990 in risposta a una mobilitazione popolare che vide comitati e associazioni raccogliere oltre cinquemila firme per fermare l’avanzata dell’edilizia su terreni agricoli e naturali. L’ente che lo gestisce è stato istituito dall’allora provincia di milano, con l’obiettivo di tutelare questo importante spazio di valore ambientale e produttivo. Nel tempo, il parco si è trasformato in un punto di riferimento per oltre 900 aziende agricole, molte delle quali offrono servizi di agriturismo, fattorie didattiche e vendita diretta, assicurando un contatto diretto tra territorio e consumatori.

Infrastrutture idriche e paesaggio rurale

Non solo natura e agricoltura, ma anche una ricca rete di infrastrutture irrigue: oltre 3.800 chilometri di rogge e canali garantiscono l’acqua ai terreni coltivati, mentre 254 fontanili attivi preservano un sistema idrico antico e prezioso. Le marcite, quei prati irrigui tipici della zona, coprono 208 ettari, mentre filari di alberi si estendono per 866 chilometri, delineando un paesaggio rurale unico.

Il parco ha attraversato momenti difficili con la creazione delle città metropolitane, che hanno ridimensionato alcune delle sue competenze e risorse. Oggi, sotto il coordinamento di regione lombardia, si cerca di rilanciare l’area con nuovi investimenti e un modello di governance più efficace, ma alcune criticità permangono, in particolare sul fronte finanziario e sulla tutela del territorio.

Tutela del territorio e sfide ambientali

Uno degli obiettivi fondamentali del parco rimane il contrasto alla perdita di terreno agricolo e naturale a favore della cementificazione. Negli ultimi decenni la pressione di infrastrutture quali data center, interventi logistici e impianti sportivi ha messo a rischio i confini del parco. Il presidente attuale, daniele del ben, ha ribadito la necessità di mantenere saldo questo impegno, sottolineando “l’importanza di un piano di fruizione per aumentare la visibilità e l’accessibilità dell’area ai residenti e visitatori.”

Problematiche ambientali e controlli

Le fonti di pressione non sono solo infrastrutturali ma anche ambientali. Il fenomeno degli sversamenti e delle discariche abusive, soprattutto nelle zone periferiche, resta una piaga. Le attività di controllo appaiono ancora affidate quasi esclusivamente a volontari, senza un servizio di vigilanza stabile e organizzato. Questo lascia scoperto ampi settori, dove rifiuti e illegalità danneggiano paesaggio e biodiversità. La richiesta di maggiori risorse ai comuni, che oggi contribuiscono con un importo ridotto per abitante, riflette la necessità di un impegno pubblico più concreto per proteggere il parco.

Promozione e valorizzazione delle risorse culturali e agricole

Il parco ospita molteplici beni storici e architettonici, spesso poco conosciuti al grande pubblico. Nei comuni che compongono la cintura verde si trovano abbazie celebri come quelle di mirasole, chiaravalle e viboldone, castelli come quelli di cusago, melegnano e peschiera borromeo, oltre alla rocca brivio risalente al seicento. Questi luoghi, insieme a musei della civiltà contadina, cascine storiche e percorsi naturalistici, costituiscono un patrimonio da valorizzare, anche grazie a iniziative di promozione turistica e culturale.

Itinerari e sentieri storici

Un esempio concreto è il sentiero dei giganti a san giuliano, che attraversa i luoghi della battaglia del 1515 tra francesi e svizzeri. Il sentiero permette di unire la scoperta di una pagina della storia locale all’esperienza della natura. Questi itinerari possono diventare meta di escursioni a piedi o in bicicletta, ampliando le occasioni di visita al parco.

Anche le aziende agricole associate dovrebbero giocare un ruolo più visibile. Il marchio che identifica i prodotti del parco potrebbe essere promosso con più decisione, favorendo la conoscenza e il riconoscimento da parte di consumatori attenti alla origine e alla qualità degli alimenti. Le fattorie didattiche e i servizi di agriturismo rappresentano un asset prezioso, capace di connettere tradizione, educazione ambientale e attività economica locale.

Biodiversità e vita naturale nel parco agricolo sud milano

Il parco non si limita a essere un terreno coltivato o un’area ricca di storia, ma è anche un’importante riserva di biodiversità. In un contesto che alterna boschi, zone umide, prati e coltivi, si trova un ecosistema variegato, con piante e specie animali che trovano qui un rifugio raro all’interno di un territorio fortemente urbanizzato come quello milanese.

In particolare, da alcuni anni si assiste al ritorno delle cicogne, che hanno ripreso a nidificare nelle aree protette, segnale di un ambiente abbastanza equilibrato da ospitare specie sensibili. Altre forme di vita selvaggia convivono con attività agricole tradizionali, creando un equilibrio delicato. Le riserve, le oasi e i fontanili contribuiscono a mantenere questo ambiente, mentre i percorsi naturalistici permettono di osservare flora e fauna in modo diretto.

Miglioramenti per la tutela ambientale

Il riordino e il potenziamento delle infrastrutture di sorveglianza e dei punti informativi sono fondamentali per tutelare ulteriormente la fauna selvatica e prevenire danni ambientali. Questa ricchezza naturale resta uno degli elementi più preziosi e fragili del parco, alla base di un’idea di territorio vivo e sostenibile da proteggere con cura.