Un altro incidente mortale sul lavoro ha colpito Roma, questa volta nel cuore del quartiere Appio-Re. Martedì 15 luglio un uomo di 61 anni è precipitato da un autocarro mentre svolgeva lavori di manutenzione elettrica in via Astura, all’incrocio con via Etruria. L’episodio si inserisce in una serie di tragedie recenti che continuano a scuotere la città e l’area metropolitana.
Una serie di incidenti mortali tra San Giovanni, Celio e colleferro nel territorio romano
Quella registrata nella zona Appio-Re non è una vicenda isolata ma fa parte di una lunga sequenza di incidenti mortali sul lavoro nell’area romana delle ultime settimane. Solo dieci giorni prima, a Colleferro, Sergio Albanese, operaio sessantaseienne impegnato in lavori edili su piattaforma mobile, aveva perso la vita precipitando da circa cinque metri d’altezza durante lavori di tinteggiatura.
A giugno invece Valmontone aveva pianto Mirko De Persis, operatore ecologico quarantenne travolto dal furgoncino usato per la raccolta rifiuti: il mezzo parcheggiato male si era sfrenato schiantandolo lungo via Colle Sant’Angelo senza lasciare scampo all’uomo.
Questi episodi confermano come nelle aree urbane limitrofe alla Capitale permanga uno scenario difficile riguardo alle condizioni lavorative e ai rischi legati alla sicurezza nei cantieri o durante mansioni quotidiane spesso sottovalutate nei protocolli prevenzione.
Incidente stradale a via Astura tra Roma e Colleferro: dinamica e intervento dei soccorsi sul luogo
Il pomeriggio del 15 luglio si è trasformato in tragedia per il lavoratore impegnato su un autocarro lungo via Astura. Secondo quanto ricostruito finora dagli agenti del commissariato San Giovanni, l’operaio stava eseguendo operazioni tecniche quando ha perso l’equilibrio ed è caduto violentemente sull’asfalto. La caduta gli ha provocato gravi traumi cranici e facciali evidenti al momento del ritrovamento.
È stato un passante ad accorgersi della situazione e a chiamare i soccorsi. Sul posto sono arrivati rapidamente i sanitari del 118 che hanno trasportato il ferito in codice rosso all’ospedale San Giovanni Addolorata. Purtroppo le condizioni dell’uomo erano troppo gravi; poche ore dopo il suo arrivo al pronto soccorso è deceduto.
Le forze dell’ordine hanno avviato le indagini per chiarire con precisione la dinamica dell’incidente, affidando anche alla magistratura la salma per ulteriori verifiche medico-legali. Sul luogo della tragedia sono intervenuti anche i tecnici del pronto intervento insieme agli agenti della polizia locale Celio.
Analisi degli incidenti sul lavoro a Roma: casi recenti a San Giovanni e colli storici e interventi di Mirko de Persis e Sergio Albanese
Gli ultimi eventi evidenziano ancora una volta quanto sia fragile la tutela dei lavoratori negli ambienti professionali considerati ordinari o “normali”. Incidenti come quello avvenuto su via Astura mostrano che spesso bastano pochi istanti perché routine diventi fatalità senza possibilità d’intervento tempestivo efficace.
Le istituzioni preposte al controllo dovrebbero intensificare verifiche più rigorose sui cantieri urbani così come sulle attività esterne svolte dai dipendenti pubblici o privati nelle città italiane maggiormente popolate come Roma. Anche le imprese devono rivedere pratiche operative e formazione obbligatoria affinché episodi simili diminuiscano sensibilmente.
La cronaca recente non deve essere solo numerica ma spingere verso azioni concrete capaci almeno ridurre vittime evitabili nei luoghi dove migliaia ogni giorno si recano per guadagnarsi da vivere rispettando regole basilari mai scontate ma spesso ignorate fino al dramma finale.
“La sicurezza sul lavoro non è un optional, ma un diritto fondamentale.”
Chi è Sergio Albanese? Esperto della cultura arbëreshë, custode delle tradizioni italo – albanesi e promotore del patrimonio Unesco ” Moti i Madh
Sergio Albanese rappresenta una figura di rilievo all’interno della comunità arbëreshë, ossia gli albanesi d’Italia, una minoranza etno-linguistica con radici storiche profonde nel Sud Italia e nelle isole. La sua identità è strettamente legata a un patrimonio culturale che affonda le sue origini nella diaspora albanese avvenuta tra il XV e il XVIII secolo, un periodo segnato dalla fuga delle popolazioni dall’Albania e dalle regioni greche come l’Epiro, l’Attica e la Morea, a causa dell’avanzata turco-ottomana dopo la morte dell’eroe nazionale Giorgio Castriota Scanderbeg.
la cultura arbëreshë e le sue radici
La comunità di cui Sergio Albanese fa parte ha saputo mantenere viva una cultura unica nel suo genere, caratterizzata da elementi distintivi visibili nella lingua arbëreshe, nei riti religiosi bizantini, nelle tradizioni folkloristiche e gastronomiche che ancora oggi vengono custodite con orgoglio. Questa eredità culturale non si limita solo a usi e costumi ma si estende anche alla sfera religiosa: gli italo-albanesi sono infatti parte integrante della Chiesa cattolica italo-albanese sui iuris di tradizione bizantina. Tale Chiesa comprende due importanti circoscrizioni ecclesiastiche — le eparchie di Lungro in Calabria per gli albanesi continentali e Piana degli Albanesi in Sicilia per quelli insulari — oltre all’abbazia territoriale del monastero esarchico di Grottaferrata vicino Roma.
la lingua arbëreshe come collante identitario
Dal punto di vista linguistico Sergio Albanese appartiene a una comunità che parla l’idioma arbëreshe, una variante tosca della lingua albanese meridionale. Questa lingua è riconosciuta ufficialmente in Italia grazie alla legge n. 482/1999 sulla tutela delle minoranze linguistiche storiche ed è uno dei pilastri fondamentali della conservazione identitaria degli arbëreshë. Nonostante siano trascorsi oltre cinque secoli dalla loro diaspora originaria, questa minoranza ha mantenuto salde le proprie radici culturali grazie soprattutto all’impegno delle istituzioni religiose locali che fungono da baluardo per la preservazione dell’identità etnica.
quanti sono gli italo-albanesi oggi
La presenza numerica degli italo-albanesi sul territorio italiano si stima intorno alle 100.000 persone, posizionandoli come una delle principali minoranze storiche del paese. Essi definiscono il proprio “paese” sparso con il termine Arbëria, sottolineando così un senso forte di appartenenza collettiva nonostante la dispersione geografica tra diverse regioni italiane.
riconoscimenti internazionali per una cultura millenaria
Da qualche anno questa ricca cultura sta ottenendo riconoscimenti sempre più importanti; infatti dal 2020 i loro rituali tradizionali sono stati candidati ufficialmente alla lista UNESCO dei patrimoni orali e immateriali dell’umanità sotto il titolo “Moti i Madh” (Il Tempo Grande). Tale candidatura testimonia l’importanza globale del patrimonio culturale degli arbëreshë ed è stata promossa in collaborazione con il Governo della Repubblica d’Albania attraverso il Ministero della Cultura.
il ruolo di sergio albanese oggi
In sintesi Sergio Albanese incarna dunque un legame vivo con la storia millenaria degli italo-albanesi: attraverso lui emerge l’importanza fondamentale del mantenimento delle tradizioni linguistiche e religiose come strumenti essenziali per continuare a raccontare la storia unica di questo gruppo etnico nel contesto contemporaneo italiano ed europeo.
La mia riflessione è che ogni incidente mortale sul lavoro rappresenta una ferita profonda per la comunità intera, un monito doloroso sulla necessità di non abbassare mai la guardia sulla sicurezza.
l’importanza della sicurezza sul lavoro
Credo che sia fondamentale che le istituzioni, le aziende e tutti gli attori coinvolti si impegnino con determinazione non solo a rispettare le norme, ma a promuovere una cultura della prevenzione che metta al centro la tutela della vita umana.
impegno concreto e responsabilità collettiva
Solo attraverso un’attenzione costante e un’azione concreta possiamo sperare di proteggere chi ogni giorno affronta rischi per il bene di tutti, trasformando così il ricordo di queste tragedie in un impegno collettivo verso un futuro più sicuro.
Ultimo aggiornamento il 16 Luglio 2025 da Davide Galli