
A sei mesi dall’esplosione mortale al deposito Eni di Calenzano, una cerimonia promossa dalla Cgil Firenze ha ricordato le vittime e rilanciato l’urgenza di migliorare la sicurezza sul lavoro, evidenziando responsabilità nei subappalti e la necessità di interventi normativi. - Unita.tv
A sei mesi dall’esplosione che ha causato la morte di cinque persone al deposito Eni di Calenzano, in provincia di Firenze, si è svolta una cerimonia di commemorazione. L’iniziativa, promossa dalla Cgil Firenze, ha coinvolto rappresentanti sindacali, istituzioni locali e regionali per richiamare l’attenzione sulla sicurezza sul lavoro. Attorno allo striscione con la scritta “la sicurezza sul lavoro è un diritto”, lavoratori e amministratori hanno voluto riaffermare l’urgenza di intervenire sulle cause che portano a tragedie simili.
Il ricordo delle vittime e la partecipazione delle istituzioni della piana fiorentina
La commemorazione davanti al deposito Eni ha visto la partecipazione attiva del segretario generale della Cgil Firenze, Bernardo Marasco. Accanto a lui, i sindaci dei comuni della piana fiorentina: Giuseppe Carovani per Calenzano, Lorenzo Falchi per Sesto Fiorentino e Andrea Tagliaferri per Campi Bisenzio. Hanno inoltre preso parte le assessore regionali Serena Spinelli e Monia Monni. Con fischietti alla bocca e caschi in testa, i presenti hanno osservato un minuto di silenzio, gesto che ha voluto rappresentare non solo il ricordo delle cinque vittime, ma anche un monito verso una maggiore attenzione alle condizioni di lavoro.
Impegno comune delle istituzioni locali
Questo momento ha sottolineato l’impegno delle istituzioni locali nel monitorare il tema della sicurezza. La presenza dei rappresentanti dei vari livelli istituzionali ha mostrato un fronte comune su questa materia. Oltre alle autorità, la presenza di lavoratori e sindacalisti ha segnalato come la tragedia impatti direttamente sulla comunità e sui luoghi di lavoro della piana, una zona attraversata da numerose realtà industriali e artigianali.
la denuncia della Cgil sulla mancanza di responsabilità nei subappalti e la richiesta di cambiamenti normativi
Bernardo Marasco si è soffermato sulla natura degli incidenti sul lavoro, evidenziando che spesso sono legati a situazioni di subappalto e di frazionamento del ciclo produttivo. In questi casi, ha spiegato, la responsabilità sulla sicurezza si disperde, lasciando scoperti molti rischi. Ha ricordato il quesito referendario numero 4, che riguarda la responsabilità solidale del committente per gli infortuni subiti da dipendenti di aziende appaltatrici o subappaltatrici.
Secondo il segretario della Cgil, servirebbero interventi legislativi per colmare lacune esistenti. “La sicurezza non va letta come un fatto sfortunato o inevitabile, ma come conseguenza di decisioni protocollate male o silenziate.” Marasco ha richiamato l’urgenza di mettere la sicurezza come punto fermo, un elemento integrato in tutto il processo produttivo, per evitare che altri incidenti ripetano simili drammi.
Tutela per i lavoratori in appalto
Il riferimento al quesito referendario indica un percorso normativo in corso, che ambisce a definire meglio i ruoli e le responsabilità. C’è la richiesta di un’attenzione nuova verso aziende e committenti affinché sia chiaro quanto si debba fare per tutelare chi lavora, specialmente nelle gare d’appalto dove spesso si tagliano costi a discapito della sicurezza.
la testimonianza del RLSA Eni e l’importanza di mantenere alta l’attenzione sul tema della sicurezza
Massimo Pagli, rappresentante sindacale nella sede fiorentina di Eni, ha preso la parola per portare la sua esperienza diretta. Ha detto che “l’incidente deve essere un ammonimento permanente, non solo un episodio ricordo istituzionale ma un appello a curare ogni giorno gli aspetti di sicurezza.” Ha raccontato come la memoria degli eventi tragici faccia venire “brividi incredibili”, perché ogni gesto sul lavoro porta il peso di una possibile conseguenza grave.
Pagli ha ricordato la paura che accompagna i lavoratori dopo un evento simile. Questa preoccupazione nasce dalla consapevolezza che la vita può cambiare in un attimo se le regole non vengono seguite con rigore. Ha sottolineato l’importanza di evitare che la sicurezza diventi un tema di facciata o sporadicamente trattato. La sua testimonianza è un richiamo a fare sempre “le cose fatte bene”, per mantenere i rischi lontani dalle persone.
Una voce che rappresenta il mondo del lavoro
La sua voce rappresenta quella di chi vive ogni giorno il lavoro dentro un ambiente che può essere pericoloso se non gestito con cura. Il richiamo alla vigilanza continua dei sindacati e dei lavoratori mette in evidenza il bisogno di non abbassare mai la guardia dopo una tragedia come quella del deposito di Calenzano.