Un giorno in pretura: il processo per l’omicidio di Diabolik in onda su Rai 3

Questa sera su Rai 3, Roberta Petrelluzzi conduce un nuovo episodio di “Un giorno in pretura”, dedicato all’omicidio di Fabrizio Piscitelli, noto come Diabolik, avvenuto nel Parco degli Acquedotti a Roma.
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Un giorno in pretura: il processo per l'omicidio di Diabolik in onda su Rai 3 - unita.tv

Un nuovo ciclo di episodi di “Un giorno in pretura” torna questa sera alle 21:20 su Rai 3, con la conduzione di Roberta Petrelluzzi. Il programma, che da oltre trent’anni si occupa di raccontare i processi più significativi della cronaca nera italiana, si concentra stasera sul delitto di Fabrizio Piscitelli, noto come Diabolik, figura controversa legata al mondo degli ultras della Lazio e coinvolto in attività di narcotraffico.

Il delitto di Fabrizio Piscitelli

Era il 7 agosto 2019 quando un colpo di pistola squarciò il silenzio del Parco degli Acquedotti a Roma. Fabrizio Piscitelli, capo degli Irriducibili, il gruppo ultras di estrema destra della Lazio, si trovava su una panchina del parco quando un runner gli si avvicinò e gli sparò alle spalle, fuggendo subito dopo. L’immediato intervento delle forze dell’ordine avviò un’indagine che si rivelò complessa, considerando il profilo di Piscitelli, noto per le sue connessioni nel traffico di droga e per il suo ruolo di garante in accordi tra clan mafiosi.

Le indagini si concentrarono rapidamente su Piscitelli, non solo per il suo passato criminale, ma anche per il suo impatto nel mondo degli ultras e per le sue relazioni con organizzazioni mafiose. Era coinvolto in traffico di sostanze stupefacenti, con legami con la camorra, l’ndrangheta e gruppi albanesi, e rappresentava una figura chiave in un accordo di “pax mafiosa” tra i Casamonica e i clan di Ostia. La sua morte scatenò un’ondata di speculazioni e indagini, con gli inquirenti che cercavano di ricostruire le dinamiche che avevano portato al suo omicidio.

Chi era Fabrizio Piscitelli

Fabrizio Piscitelli, nato a Roma nel 1966, è stato un personaggio di spicco nel panorama degli ultras. Negli anni ’80 e ’90, si distinse come uno dei leader degli Irriducibili, noti per le loro posizioni di estrema destra e per il loro attivismo all’interno dello stadio Olimpico. La sua carriera nel mondo del tifo si intrecciò con la sua vita criminale, che lo portò a essere condannato per vari reati, tra cui tentata estorsione ai danni del presidente della Lazio, Claudio Lotito, e traffico di droga.

Piscitelli era considerato uno dei principali referenti di un’organizzazione che gestiva l’importazione di eroina in Italia. La sua condanna a quattro anni e otto mesi per traffico di sostanze stupefacenti avvenne poco prima della sua morte, avvenuta a pochi giorni dalla scarcerazione. Le indagini sull’omicidio di Diabolik si protrassero per due anni, fino all’arresto di Raul Esteban Calderon, ritenuto l’esecutore materiale del delitto.

Il movente e i mandanti dell’omicidio

Il movente dell’omicidio di Piscitelli è stato identificato nella lotta per il controllo del mercato della droga a Roma, un settore caratterizzato da rivalità tra diversi gruppi criminali. La sua figura, insieme a quella di chi ha orchestrato il suo omicidio, rappresentava un tentativo di stabilire un ordine tra bande in conflitto. I fratelli Leandro ed Enrico Bennato sono stati accusati di essere i mandanti dell’omicidio, in quanto rivali della “batteria di Ponte Milvio” guidata da Piscitelli.

Il processo ha visto Calderon condannato all’ergastolo in primo grado, mentre le indagini sui presunti mandanti continuano. La complessità del caso ha messo in luce le dinamiche interne al crimine organizzato a Roma, rivelando come le rivalità tra gruppi possano sfociare in violenza estrema.

La prossima puntata di Un giorno in pretura

Il ciclo di “Un giorno in pretura” proseguirà martedì prossimo, quando Roberta Petrelluzzi si occuperà di un altro caso di cronaca che ha colpito l’opinione pubblica: l’omicidio di Daniele De Santis ed Eleonora Manta. I due fidanzati, entrambi giovani e con un futuro promettente, furono brutalmente uccisi da un uomo mascherato che si presentò a casa loro durante una cena, infliggendo 79 coltellate.

Dopo un’intensa ricerca, i carabinieri arrestarono Antonio De Marco, ex coinquilino di Andrea, costretto a lasciare l’appartamento per fare spazio a Eleonora. Le sue dichiarazioni, in cui affermava di averli visti “troppo felici”, hanno aggiunto un ulteriore strato di inquietudine a un caso già di per sé tragico.