Un focus sulle carriere dei laureati disabili e con disturbi dell’apprendimento alla iulm di milano
L’ateneo Iulm di Milano promuove l’inclusione degli studenti con disabilità, raggiungendo tassi di occupazione elevati e affrontando le sfide professionali attraverso progetti innovativi e supporto mirato.

L’Università Iulm di Milano supporta attivamente studenti con disabilità e disturbi dell’apprendimento, favorendo il loro inserimento lavorativo attraverso progetti inclusivi, ricerche innovative e supporti mirati, con risultati occupazionali positivi ma ancora sfide da superare. - Unita.tv
L’ateneo Iulm di Milano porta avanti da anni un’attenzione particolare verso gli studenti con disabilità o disturbi dell’apprendimento, seguendo da vicino il loro inserimento nel mondo del lavoro. Tra indagini, progetti di inclusione e ricerche innovative, l’università punta a migliorare la qualità della formazione e a collegare le competenze acquisite con opportunità occupazionali concrete. Ecco un approfondimento sulla situazione attuale e le strategie messe in campo per superare gli ostacoli che ancora si presentano.
I dati sull’occupazione dei laureati con disabilità alla iulm
Secondo una recente indagine condotta dall’ufficio DiversaMente Iulm, che dalla sua nascita nel 2010 si occupa di supportare studenti con bisogni specifici, il tasso di occupazione dei laureati con disabilità o disturbi dell’apprendimento si attesta su valori incoraggianti. A un anno dalla laurea, l’81% ha trovato un impiego, raggiungendo il 90% a quattro anni dal termine del percorso universitario. Questi numeri sono in linea con la media nazionale e rispecchiano l’occupazione dei colleghi senza disabilità.
Analisi dei contratti e settori di inserimento
Analizzando i contratti, quasi la metà del campione ha un rapporto a tempo indeterminato, il 22% ha proseguito con un contratto di apprendistato, mentre il 15% lavora con contratti a tempo determinato. I settori di inserimento risultano coerenti con gli studi svolti: marketing, comunicazione, media e digitale sono i più rappresentati. I laureati operano in ambiti diversi, come moda, food, retail, turismo e pubblica amministrazione, dimostrando una buona adattabilità e varietà nelle opportunità lavorative.
Questa fotografia fa emergere una realtà che, nonostante le difficoltà legate a disabilità e disturbi specifici, mostra segnali positivi dal punto di vista occupazionale. Però si percepiscono anche le sfide quotidiane che i giovani professionisti incontrano nel loro percorso.
Le sfide quotidiane nel mondo del lavoro e il ruolo del supporto universitario
Il quadro che emerge dai questionari somministrati tra marzo e aprile 2025 a 592 laureati con disabilità e disturbi dell’apprendimento, con una partecipazione di 98 persone, evidenzia contraddizioni importanti. Il 75% degli intervistati ritiene di poter utilizzare le proprie competenze al meglio, un segnale di soddisfazione professionale e allineamento tra formazione e lavoro.
Tuttavia, il 42% ha vissuto difficoltà sul posto di lavoro. Tra i problemi più segnalati spiccano i pregiudizi legati alla disabilità, come la preoccupazione dei colleghi di non gravarli troppo o una percezione errata delle capacità individuali. Questi atteggiamenti limitano l’integrazione e possono influire sul clima lavorativo e sul benessere emotivo delle persone.
Percezione della crescita professionale e insoddisfazioni
La metà dei partecipanti percepisce il proprio percorso come una progressione, ma con ampi margini di miglioramento e aspetti su cui lavorare. Interessante notare che il 14% non si sente ancora valorizzato nel lungo periodo e il 15% esprime insoddisfazione su stipendio, responsabilità o riconoscimento delle proprie capacità. Questo indica che, oltre a garantire l’accesso al lavoro, resta da affrontare la qualità del coinvolgimento e delle opportunità di crescita interna.
L’ateneo ha un ruolo fondamentale nel continuare a monitorare e accompagnare questi giovani anche dopo la laurea, offrendo supporto mirato e collaborando con le aziende per migliorare l’accoglienza e la gestione delle diversità.
I progetti e le ricerche per migliorare l’inclusione e il benessere
Dal punto di vista operativo, l’università Iulm sta portando avanti diverse iniziative per rafforzare i servizi dedicati. La professoressa Daniela Corsaro, delegata al tema dell’inclusione e al counseling psicologico, sottolinea un approccio multidimensionale. L’ateneo non si limita a collaborare con i docenti per rendere le lezioni più accessibili, ma segue da vicino anche la fase di inserimento lavorativo, per identificare eventuali difficoltà e intervenire.
Innovazioni nella gestione del colloquio di lavoro
Una delle novità più interessanti riguarda una ricerca condotta in collaborazione con il Behavior and Brain Lab, focalizzata sull’analisi dei fattori di stress durante i colloqui di lavoro. Viene usata anche l’intelligenza artificiale per capire come questi momenti possano rappresentare un ostacolo per i candidati con disabilità cognitive o disturbi dell’apprendimento. L’obiettivo è fornire indicazioni concrete per orientare meglio gli studenti e aiutarli a gestire il processo di selezione.
L’università sta inoltre valutando soluzioni per migliorare l’accessibilità nel campus. Sono allo studio mappe tattili e strumenti per facilitare lo spostamento, così come interventi dedicati all’accessibilità digitale. Accanto a tutto ciò, si punta a rafforzare il supporto psicologico e il benessere emotivo degli studenti, considerando la persona nel suo insieme.
Questo approccio globale punta a non limitare l’attenzione solo all’aspetto accademico o lavorativo, ma a sostenere la crescita personale e la qualità della vita di chi vive con disabilità o disturbi dell’apprendimento. Restare vicino a questi profili significa affrontare sfide complesse, ma anche raccogliere dati e esperienze che contribuiscono a disegnare una realtà più inclusiva e concreta.