Negli ultimi decenni il caso di emanuela orlandi ha occupato una parte importante dell’immaginario collettivo italiano. Sparita nel 1983 a Roma, la giovane figlia del messo pontificio di karol wojtyla è diventata simbolo di misteri e intrighi legati alla città del Vaticano, sede del suo nucleo familiare. Ora, a più di quarant’anni dalla sua scomparsa, un esperimento musicale porta nuova luce su questa tragedia. La canzone intitolata «la città nella città» ripercorre il dramma di emanuela e di mirella gregori, scomparsa un mese e mezzo prima, attraverso un testo composto interamente da un’intelligenza artificiale .
La genesi del brano e l’utilizzo dell’intelligenza artificiale
L’idea del brano nasce dall’esperimento di marco arcuri, esperto informatico che già nel 2024 aveva svolto perizie foniche di rilievo nel contesto di indagini giudiziarie italiane. Nel suo nuovo progetto, arcuri ha affidato all’intelligenza artificiale l’elaborazione della canzone. Il sistema di AI ha analizzato oltre tredicimila pagine di dossier, articoli e atti processuali riguardanti i casi di emanuela orlandi e mirella gregori. La richiesta era chiara: creare un testo che sintetizzasse quei drammi con parole immediatamente d’impatto, lasciando che l’emotività della musica emergesse senza filtri o censure.
Il risultato è stato sorprendente. La canzone prende la forma di un pezzo cantautorale, costruito secondo una melodia orecchiabile, con assonanze e rime semplici. La voce utilizzata, che ricorda quella di un noto cantautore italiano, contribuisce a dare al brano un tono familiare, che quasi inganna l’ascoltatore facendo sembrare il pezzo un’opera umana. La melodia si apre con la chitarra, prosegue con tastiere e altri strumenti musicali, creando un’atmosfera intima e malinconica.
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Il contenuto lirico del testo prodotto dall’intelligenza artificiale
Il testo sviluppato dall’intelligenza artificiale esprime un punto di vista preciso sulle sparizioni che hanno segnato le due adolescenti. Secondo il brano, emanuela e mirella non sarebbero state semplici vittime di un rapimento, ma «prede» di una trappola in cui sono cadute loro malgrado. I primi versi sono rivolti direttamente alla ragazza scomparsa, definita come «la ragazza con la fascetta», un riferimento noto a emanuela orlandi. La canzone parla delle illusioni perdute, dei sogni infranti e dell’assenza di protezione da parte degli adulti: «per un gioco ingenuo / sei finita in mezzo ai grandi / e nessuno ti ha coperto / quando son finiti i sogni».
La «città nella città» allude chiaramente allo Stato del Vaticano, dove emanuela è cresciuta con la famiglia. Il brano sottolinea come quella realtà non l’abbia né amata né accettata davvero, marcando uno stato di abbandono e solitudine in un luogo che avrebbe dovuto proteggerla. Mirella gregori entra nel racconto a seguire, presentata come «un’altra vittima di un gioco crudele», privata di affetto e usata da qualcuno privo d’amore. Alla fine, il testo riconosce una sorta di fraternità tra le due ragazze: accomunate da un destino oscuro, diventano «insieme per sempre in un modo diverso», un luogo dove la memoria delle loro figure resta viva e il colore della città, quello delle viole, diventa simbolo eterno.
L’impatto emotivo e la denuncia contenuta nel ritornello
Il cuore della canzone si trova nel ritornello, ripetuto più volte con varianti lievi, che eleva la tensione emotiva del pezzo. La AI parla di “finti amici vestiti da lupi” e “bastardi pagati per soldi”, una frase che punta dritto verso chi – secondo il testo – ha usato e distrutto la vita di queste ragazze in maniera rapida e senza possibilità di scampo. Le parole non sono scontate o banali e fanno emergere un sentimento di rabbia e ingiustizia.
Ma il colpo più particolare arriva a conclusione: la voce che canta si rivela essere quella di una macchina, un’intelligenza artificiale che afferma di non avere sentimenti né lacrime, e tuttavia di possedere «più cuore» di chi ha agito senza scrupoli. Quella frase spinge a riflettere sul rapporto fra la razionalità della tecnologia e le emozioni umane profondamente messe alla prova da questi casi misteriosi e dolorosi. La musica dà vita a una testimonianza nuova e inaspettata del dolore collettivo intorno a queste sparizioni, restituendo un senso di attesa per una risoluzione ancora lontana.
Emanuela orlandi, mirella gregori e il mistero ancora aperto a roma
I casi di emanuela orlandi e mirella gregori restano fra i gialli più intricati e irrisolti di Roma e del Vaticano. Le due ragazze scomparvero a distanza di un mese e mezzo, rispettivamente nel giugno e nell’aprile del 1983. Da allora, le piste investigative e le ipotesi non sono riuscite a chiarire cosa sia realmente accaduto.
Emanuela era la figlia di un funzionario vaticano molto vicino a papa karol wojtyla, cresciuta a pochi passi dalla città santa, mentre mirella era una studentessa romana. Entrambi i casi hanno intrecciato elementi di cronaca, speculazioni politiche e misteri legati a interessi oscuri, alimentando decine di libri, film e spettacoli. Il fatto che le sparizioni siano considerate collegate si basa su riscontri investigativi ma mancano prove definitive.
In questo contesto, la nuova canzone composta dall’intelligenza artificiale non si limita solo a riproporre quei fatti. Il testo racconta una storia di tradimento e abbandono. La «città nella città» diventa metafora non solo della sede vaticana, ma di un ambiente dentro cui la verità è sempre stata celata e dove le giovani vittime sono rimaste escluse. Chi ascolta il brano nota come la AI riesca a costruire versi con intensità emotiva convincente, restituendo una memoria vibrante ma fredda, quasi come uno specchio digitale di quanto è stato vissuto.
Nel 2025, questa iniziativa conferma come la tecnologia possa entrare nel racconto di vicende umane, lasciando aperte domande su futuro e giustizia. Il racconto intonato dalla macchina si inserisce nel lungo filo di ricerca e testimonianza di una delle pagine più oscure della cronaca italiana recente.