Un uomo residente a Gubbio è stato fermato dai carabinieri la scorsa notte con l’accusa di aver sequestrato la ex moglie e i loro due figli minorenni. L’indagine, diretta dalla Procura di Perugia, ha ricostruito una vicenda di violenze e minacce che si è svolta tra l’Italia e l’Albania, coinvolgendo anche la cooperazione tra le forze di polizia dei due paesi.
Il sequestro e le prime indagini coordinate tra Italia e Albania
Il fatto ha riguardato un cittadino albanese di 53 anni, domiciliato a Gubbio, sospettato di aver costretto la ex moglie di 42 anni, residente in Albania, e i loro figli di sette e undici anni a restare contro la loro volontà all’interno della propria abitazione. I bambini vivono abitualmente con la madre nel loro paese di origine.
Le segnalazioni iniziali sono arrivate proprio dall’Albania, dove la rete consolare locale aveva raccolto informazioni allarmanti sulla situazione familiare. Questi dati sono stati poi trasmessi al Servizio di cooperazione internazionale di polizia in Italia, che ha immediatamente allertato i carabinieri di Gubbio, permettendo così una risposta rapida.
Lo scambio di informazioni tra le forze di polizia di Roma e Tirana ha reso possibile un intervento veloce e mirato, dimostrando l’importanza delle procedure di collaborazione internazionale nel caso di reati connessi a più paesi.
Il recupero della donna e dei minori e accertamenti sull’uomo
Dopo la segnalazione, i carabinieri hanno messo in atto un piano di ricerca che ha coinvolto diverse pattuglie e verifiche tecniche. In meno di un’ora, l’uomo è stato individuato a bordo di un’auto insieme alla ex moglie e ai loro due figli. Le condizioni della donna e dei bambini suggerivano uno stato di agitazione evidente.
Durante il controllo è emerso che l’uomo aveva sottratto alla ex moglie e ai bambini sia i passaporti sia il cellulare, strumenti fondamentali per chiedere aiuto o lasciare il luogo in cui si trovavano contro la loro volontà. La donna e uno dei figli hanno subito chiesto soccorso ai militari, confermando le denunce iniziali.
Ulteriori verifiche hanno evidenziato che la presenza forzata risale a un viaggio aereo avvenuto il 30 luglio, quando la donna e i bambini erano stati convinti con un pretesto a partire per l’Italia. Da quel momento si sarebbero susseguite minacce e violenze fisiche che hanno portato all’attuale intervento della giustizia.
Provvedimenti giudiziari e accoglienza della famiglia
Il 53enne è stato arrestato in flagranza di reato e il pm di turno ha disposto la sua custodia cautelare nella casa circondariale di Perugia. Tra le accuse contestate oltre al sequestro di persona e alle violenze c’è anche il possesso illegale di un coltello, usato probabilmente durante la sua condotta violenta.
La donna e i figli sono stati immediatamente affidati a una struttura protetta, che può garantire loro un ambiente sicuro e assistenza per superare il trauma subito. Le autorità mantengono alta l’attenzione sulle condizioni di tutti, in attesa delle indagini approfondite che chiariranno ogni dettaglio e responsabilità.
La vicenda ha richiamato l’attenzione su un fenomeno delicato che coinvolge spesso nuclei familiari divisi tra diversi paesi, e sulla necessità di una rete di protezione efficace per le vittime di reati familiari. Le forze dell’ordine continuano a monitorare situazioni simili per evitare che episodi come questo possano ripetersi.
Ultimo aggiornamento il 2 Agosto 2025 da Davide Galli