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Umbria, la sfida per salvare i piccoli comuni dallo spopolamento

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Piccoli comuni umbri in lotta contro lo spopolamento. - Unita.tv
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Le aree interne dell’Umbria sono al centro di un progetto regionale pensato per fermare l’esodo e ridare slancio alle comunità. Dopo le preoccupazioni sollevate dall’“Obiettivo 4” del Piano strategico nazionale delle aree interne, la Regione ha messo in campo una serie di interventi, sostenuti da fondi nazionali ed europei. Parliamo di circa 226 mila abitanti distribuiti in 59 comuni, dove l’obiettivo è non solo mantenere viva la vita, ma anche valorizzare la cultura locale e migliorare i servizi.

Umbria, tra spopolamento e resistenza

In Umbria quasi due terzi dei comuni, 59 su 92, rientrano nelle cosiddette aree interne. Qui vive oltre un quarto della popolazione regionale, circa 226 mila persone. Il rischio più grande è lo spopolamento, che colpisce soprattutto alcuni centri della Valnerina. Il Piano strategico nazionale aveva indicato, con l’“Obiettivo 4”, un destino di abbandono per questi territori.

La Regione però non ci sta. Ha contestato quella visione, definendola troppo semplicistica e pericolosa. Dal 2019 anche la Chiesa locale ha acceso i riflettori su questo tema, con pubblicazioni come “Mondi da custodire. Una pastorale profetica per le aree interne”. L’attenzione si è spostata sulle politiche necessarie per fermare la fuga definitiva, puntando a costruire comunità vive e attive.

Soldi e progetti per ridare fiato ai borghi

Simona Meloni, assessore regionale alle Aree interne, ha spiegato l’impegno della Regione nel mettere in piedi sia interventi ordinari che straordinari. Nel periodo 2021-2027 sono stati stanziati oltre 48 milioni di euro, provenienti da fondi regionali e nazionali, per sostenere questi territori. Le azioni coinvolgono non solo i piccoli comuni, ma anche le città medie umbre, per coprire un’area più vasta.

Uno dei progetti più importanti è “Valnerina Accogliente”, approvato di recente dalla Giunta regionale. Qui si parla di circa 9,2 milioni di euro destinati a migliorare i trasporti, promuovere la cultura locale, creare posti di lavoro e potenziare i servizi pubblici, soprattutto quelli educativi e sociali. Il tutto in collaborazione con Comuni e realtà locali, per rafforzare la rete dei servizi e spingere le persone a restare nei piccoli borghi.

Le voci dalle istituzioni umbre

Sul tema sono intervenuti anche i rappresentanti locali. Massimiliano Presciutti, sindaco di Gualdo Tadino e presidente della Provincia di Perugia, ha definito le aree interne la “spina dorsale” del Paese, ma ha avvertito che i soldi da soli non bastano. Serve una visione più ampia e duratura, che tenga conto di sanità, scuola, trasporti e sviluppo sostenibile. Evitare soluzioni spot o bonus a breve termine è fondamentale, ha detto.

Presciutti vede nelle aree umbre un ponte tra nord e sud Italia, con un ruolo centrale se si seguirà una strada coerente. Roberta Tardani, sindaca di Orvieto e delegata Anci Umbria per le Aree interne, ha puntato il dito sull’importanza di usare bene le risorse. Il finanziamento deve rispondere alle priorità dei Comuni. Ha escluso che basti solo garantire la sopravvivenza, invitando invece a rafforzare i servizi essenziali, le politiche di inclusione e le opportunità economiche. Per lei, più che la quantità dei fondi, conta la qualità degli interventi, decisiva per costruire un futuro stabile nei borghi.

Guardando avanti: cosa aspettarsi per l’Umbria interna

Il futuro delle aree interne umbre si gioca su progetti concreti e sulla collaborazione tra Regione, Comuni e realtà locali. Gli investimenti vogliono stabilizzare le comunità e rafforzare infrastrutture sociali, culturali e educative, per invertire la rotta dello spopolamento.

L’idea è chiara: non lasciare sole le comunità più piccole e coinvolgere anche le città medie per creare un sistema integrato. I 40 milioni di euro dai programmi regionali e gli 8 milioni della Legge di stabilità sono risorse importanti, ma la sfida richiede scelte lungimiranti e coordinate.

Gestire bene i fondi, valorizzare le identità locali e agire con risposte immediate ai bisogni quotidiani sono passi essenziali per evitare che questi territori, cuore dell’Italia, perdano popolazione e vitalità. La strategia dell’Umbria, con progetti come “Valnerina Accogliente”, mostra una volontà chiara: affrontare le difficoltà puntando a costruire, non a rassegnarsi.

Ultimo aggiornamento il 31 Luglio 2025 da Luca Moretti

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Luca Moretti

Luca Moretti è un blogger e analista indipendente con un forte focus su politica e cronaca. Con uno stile incisivo e documentato, approfondisce temi di attualità nazionale e internazionale, offrendo ai lettori chiavi di lettura chiare e puntuali. Il suo lavoro è guidato da una costante ricerca della verità e da un impegno verso l’informazione libera e consapevole.

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