La delibera 742, varata il 22 luglio dalla Giunta Regionale dell’Umbria, ha acceso un acceso dibattito. La scelta di spostare diverse competenze sociali su più direzioni ha diviso politici ed esperti. Immigrazione, politiche giovanili, inclusione sociale, e soprattutto le misure per minori e famiglia, sono al centro della contesa. La Lega Umbria non ci sta e chiede spiegazioni su cosa comporterà questa riorganizzazione.
Sociali divisi in mille pezzi: cosa cambia davvero in Umbria
La Giunta ha deciso di sparpagliare funzioni finora accentrate in un unico ufficio. Immigrazione, protezione internazionale, politiche giovanili, cultura della pace, servizi per anziani: tutto affidato a direzioni diverse. Anche l’esecuzione penale esterna, gli istituti penitenziari, l’economia sociale e il terzo settore sono stati riallocati. Il risultato? Compiti sparsi e gestione più complicata.
La mossa più contestata riguarda la scissione tra politiche per minori e politiche familiari, ora affidate a direzioni separate. Prima, quei settori camminavano insieme, per assicurare interventi coordinati su famiglia, genitorialità, natalità e conciliazione lavoro-vita privata. Ora, invece, si perde quel filo unico che garantiva coerenza e efficacia.
A puntare il dito sono Riccardo Augusto Marchetti, segretario regionale della Lega, e Paola Fioroni, responsabile economia sociale e disabilità del partito. Per loro, questa scelta complica la gestione e rischia di indebolire il sostegno a famiglie e sviluppo sociale in Umbria. Mancano una visione chiara e un approccio unitario che guardi alle reali esigenze di chi opera e di chi riceve i servizi.
Lega Umbria: “Così si perde il senso del lavoro sociale”
Marchetti e Fioroni parlano di una decisione che rischia di confondere operatori e istituzioni. La divisione tra minori e famiglia è definita “miope”, lontana dalla legge regionale sulle politiche familiari approvata nella passata legislatura. Fioroni, che firmò quel progetto di legge, ricorda che lì si prevedeva un dipartimento unico proprio per evitare queste fratture.
Quella norma puntava a tenere insieme minori, genitorialità, natalità e conciliazione, in modo coordinato e con il supporto delle reti territoriali. Oggi, invece, la Regione sembra aver abbandonato quel percorso, senza mettere risorse né attuare un piano organico. Secondo la Lega, manca una strategia concreta e condivisa, indispensabile per rispondere davvero ai bisogni.
Senza continuità e chiarezza, il rischio è di bloccare il settore sociale: inefficienze, difficoltà a lavorare insieme tra enti, ritardi negli interventi. Tutto questo mentre le famiglie e le categorie più fragili chiedono risposte rapide e coordinate tra sanità, scuola, lavoro e terzo settore. Smantellare una struttura senza ricostruirne una altrettanto forte può mettere a serio rischio i servizi.
La critica si allarga anche al piano politico. Senza una regia chiara, il sociale rischia di diventare un puzzle confuso, con pezzi scollegati e senza un progetto di lungo termine. A perderci, alla fine, sono le persone che dovrebbero essere tutelate.
Cultura della pace: più parole che fatti, serve più impegno
La Lega non risparmia nemmeno le politiche sulla cultura della pace. Finora, dicono, si è vista più retorica che sostanza. Poche azioni concrete, soprattutto sul territorio, dove servirebbero investimenti costanti in educazione e inclusione.
In più, il partito chiede alla Regione di aprirsi di più al terzo settore e alle associazioni. Sono loro che ogni giorno lavorano con famiglie, minori e persone in difficoltà. Coinvolgerli davvero potrebbe aiutare a costruire politiche sociali più efficaci e condivise.
C’è anche preoccupazione per i funzionari e operatori regionali, che con la frammentazione rischiano di perdere punti di riferimento e continuità nel lavoro. Così si mette a rischio la qualità della gestione e la capacità di rispondere ai bisogni.
La richiesta è chiara: la Giunta deve tornare a dialogare con chi opera sul campo, per trovare un equilibrio tra compiti e responsabilità. Solo così potrà sostenere famiglie e welfare con soluzioni concrete e coordinate.
Ultimo aggiornamento il 26 Luglio 2025 da Serena Fontana