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Turismo umbro dopo la pandemia, dati aggiornati mostrano differenze tra Perugia e Terni e margini di crescita

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Turismo in Umbria post-pandemia: Perugia e Terni a confronto con spazi di crescita. - Unita.tv
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Il turismo in Umbria ha superato le difficoltà provocate dalla pandemia, con segnali di recupero che emergono dalla recente analisi curata da Unioncamere e dal Centro studi Tagliacarne, in collaborazione con la Camera di commercio dell’Umbria. Il report Dataview mette a fuoco però una situazione a due velocità tra le province di Perugia e Terni, delineando punti di forza e criticità su vari indicatori rilevanti. Tra gli aspetti indagati, dall’attrattività territoriale alla stagionalità, fino alla presenza dell’extra-alberghiero, il quadro che emerge offre elementi chiave per comprendere la traiettoria attuale del turismo regionale e le sue prospettive.

Il confronto tra Perugia e Terni e il valore delle presenze turistiche per chilometro quadrato

Il report fa emergere una netta differenza tra le due province umbre in termini di presenze turistiche per chilometro quadrato di superficie urbanizzata, un parametro definito dall’Ispra che considera solo la parte di territorio pronta ad accogliere strutture ricettive. Perugia si colloca in 41ª posizione su 107 province italiane con 16.819 presenze per kmq, una collocazione nella parte medio-alta della classifica nazionale. Terni invece è al 63° posto con 9.350 presenze per kmq, quasi la metà rispetto alla capitale regionale del turismo.

Questo indicatore evidenzia un’attrattività territoriale più solida per Perugia, che può contare su risorse e infrastrutture capaci di attirare un numero superiore di visitatori in relazione allo spazio disponibile. Terni, pur mostrando qualche segnale positivo, resta indietro nel confronto nazionale. Entrambe le province, nonostante le differenze, distano da fenomeni di sovraffollamento turistico, lasciando margini significativi per una crescita controllata del settore, senza rischiare un eccessivo impatto ambientale o sociale legato all’overtourism.

Le presenze turistiche aumentano: segnali di ripresa ma serve consolidare il trend

L’andamento delle presenze turistiche tra il 2019 e il 2024 registra dati positivi in entrambe le province umbre. Perugia cresce del 15,15%, piazzandosi 23ª tra le province italiane, mentre Terni segna un +11,50%, conquistando la 33ª posizione. Questo indicatore mostra come l’Umbria abbia non solo recuperato i livelli pre-pandemici ma li abbia superati, dando forza al settore dopo il periodo di crisi legato alla pandemia.

La Camera di commercio sottolinea che questo aumento non deriva solo dal ritorno dei turisti verso i luoghi più noti, ma anche dall’incremento di visitatori in zone meno frequentate, segno di una diversificazione della domanda e dell’offerta turistica regionale. La resilienza mostrata dal comparto locale fa capire che le strategie adottate negli ultimi anni hanno permesso di limitare i danni e rilanciare il turismo anche in contesti meno tradizionali.

Il dato di crescita rimane tuttavia da consolidare. Occorre incentivare azioni mirate per mantenere stabile questa tendenza e rafforzare le capacità attrattive, soprattutto nei territori che faticano a emergere a livello nazionale.

Distribuzione mensile delle presenze: il turismo meno stagionale di Terni rispetto a Perugia

L’indice di concentrazione mensile delle presenze turistiche – calcolato attraverso il coefficiente di Gini – segnala un aspetto positivo per entrambe le province umbre: il turismo si distribuisce abbastanza bene lungo tutto l’anno. Terni ottiene un valore di 0,253, leggermente migliore rispetto a Perugia, con 0,259, posizionandosi rispettivamente al 35° e 37° posto in Italia.

Un valore più basso indica minor stagionalità, con flussi turistici meno concentrati in pochi mesi dell’anno. Il risultato indica che in provincia di Terni il turismo potrebbe rivelarsi più stabile e potenzialmente meno vulnerabile alle variazioni climatiche o delle mode di viaggio, favorendo una migliore gestione delle risorse e delle attività legate al settore.

Questo tipo di distribuzione favorisce inoltre servizi più regolari e continui, creando opportunità per i territori meno noti a differenza del capoluogo regionale dove la stagionalità resta più marcata. Nel complesso, il dato riflette una buona tenuta del turismo umbro sul piano territoriale e temporale, ma anche in questo caso resta spazio per ampliamenti e miglioramenti, soprattutto in termini di attrattive e infrastrutture per tutto l’anno.

Debolezza dell’offerta extra-alberghiera: Perugia e Terni evidenziano scarsa attrattività su airbnb

I due parametri legati al mondo degli alloggi extra-alberghieri, in particolare quelli disponibili su AirBnb, mostrano una situazione critica per le due province umbre. Nel 2024, Perugia presenta 2,02 alloggi medi disponibili annualmente per kmq, piazzandosi al 50° posto nazionale, mentre Terni raggiunge solo 1,48 alloggi per kmq, al 63° livello.

La questione assume rilevanza ancora maggiore considerando il tasso medio di occupazione degli alloggi extra-alberghieri: Perugia registra il 22,21%, mentre Terni si ferma al 20,74%. Dati in netto ritardo rispetto alle province con turismo più sviluppato. Questi numeri indicano una difficoltà a tradurre l’offerta ricettiva in vere prenotazioni, punto debole dell’offerta ricettiva non tradizionale che spesso rappresenta la frontiera più dinamica del turismo contemporaneo.

Il basso utilizzo degli alloggi AirBnb suggerisce una domanda insoddisfatta o una presenza di strutture poco appetibili per i turisti, fenomeno che limita anche la possibilità di un’ulteriore espansione del settore. Il problema nasce probabilmente da una carenza di servizi, di qualità o visibilità, che rallenta la capacità di attrarre visitatori interessati a soluzioni più flessibili e moderne rispetto agli hotel tradizionali.

L’impatto economico del turismo in Umbria: valore aggiunto e prospettive di sviluppo

Il report valuta anche il contributo del turismo all’economia locale attraverso la quota del valore aggiunto derivante da alloggio e ristorazione sul totale provinciale. Perugia si posiziona al 51° posto nazionale con il 3,93%, mentre Terni è più indietro, al 70° posto con il 3,39%. In entrambe le province il peso del turismo resta dunque sotto la media di molte altre realtà italiane.

Questa condizione evidenzia come il settore, pur presente, non si traduca in una fonte consistente di Pil regionale, segnalando un margine da colmare sia in termini di ricavi che di distribuzione più ampia del valore prodotto. Il dato si allinea con le criticità emerse per l’offerta e l’attrattività, sottolineando la necessità di un maggiore impegno per sviluppare un turismo capace di impattare positivamente sull’economia locale.

È evidente che per migliorare quest’aspetto servano investimenti mirati in infrastrutture, formazione degli operatori e promozione strategica. Senza un salto di qualità, l’Umbria rischia di restare un territorio dove il turismo contribuisce solo marginalmente al tessuto economico complessivo.

Sfide e opportunità: cosa serve per fare dell’Umbria un punto di riferimento turistico competitivo

La Camera di commercio dell’Umbria, commentando i dati, evidenzia come la provincia di Perugia mostri segnali di vitalità, pur non raggiungendo ancora livelli da aree turistiche leader in Italia. La provincia di Terni, invece, continua a registrare risultati modesti che ne impediscono l’emersione su scala nazionale.

L’Umbria ha davanti a sé chance per crescere, grazie ad una domanda in aumento, una buona distribuzione dei flussi nell’arco dell’anno e ampio spazio per espandere l’offerta ricettiva. Le difficoltà principali restano nelle carenze di alloggi moderni, nel basso tasso di utilizzo delle strutture esistenti e in un impatto economico meno marcato rispetto ad altre regioni.

Secondo la Camera di commercio, per far decollare il settore serve una svolta nei modi con cui si investe e si promuove il territorio: interventi sulla qualità dell’offerta, formazione professionale per gli operatori e strategie di marketing efficaci potrebbero trasformare il turismo in uno dei motori principali dell’economia umbra. Al momento, la presenza turistica non basta: servono misure concrete per competere su livelli più alti e attrarre un pubblico sempre più ampio e diversificato.

Ultimo aggiornamento il 2 Agosto 2025 da Davide Galli

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Davide Galli

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