Montanari propone sciopero generale in Italia per fermare il genocidio in Palestina durante la missione Sumud Flotilla

Montanari lancia sciopero generale per la Palestina durante la missione Sumud Flotilla. - Unita.tv

Andrea Ricci

2 Settembre 2025

In questi giorni, la Sumud Flotilla naviga verso Gaza con l’intento di portare aiuti e rompere l’assedio israeliano che soffoca la Striscia di Gaza. In questo contesto si inserisce una proposta forte avanzata da Tomaso Montanari, storico dell’arte e rettore dell’Università per Stranieri di Siena, che chiede uno sciopero generale in Italia per denunciare il genocidio in Palestina e il ruolo del nostro Paese in questa crisi. Montanari ha espresso queste posizioni durante un incontro a Perugia, nel Festival delle Corrispondenze.

La Sumud Flotilla e la situazione della crisi umanitaria a Gaza

La Sumud Flotilla è una missione umanitaria marittima che ha preso il mare con l’obiettivo di consegnare aiuti alla popolazione della Striscia di Gaza. Da anni Gaza subisce un blocco che limita pesantemente l’ingresso di beni di prima necessità e assistenza, aggravando le condizioni di vita della popolazione civile. L’iniziativa della Sumud Flotilla mira a sfidare questo blocco e a richiamare l’attenzione internazionale sull’emergenza umanitaria.

Il contesto in cui si muove questa azione riguarda una situazione di conflitto e di tensioni crescenti tra Israele e Palestina. L’assedio su Gaza non solo blocca aiuti fondamentali, ma contribuisce ad alimentare una profonda crisi sociale e sanitaria. Il progetto della Flotilla si inserisce in questo scenario per offrire un sostegno concreto e per segnalare alla comunità globale la necessità di superare l’isolamento imposto alla popolazione civile.

Montanari e la proposta di uno sciopero generale contro il genocidio

Durante un incontro a Perugia nell’ambito del Festival delle Corrispondenze, Tomaso Montanari ha lanciato un appello per uno sciopero generale in Italia contro il genocidio in Palestina. Secondo Montanari, è necessario bloccare il Paese per un giorno come segnale di protesta e solidarietà verso i palestinesi.

Montanari ha sottolineato la responsabilità diretta dell’Italia nella crisi. Ha spiegato che molte delle armi impiegate a Gaza sono prodotte nel nostro Paese, così come i software di controllo e gli addestramenti militari. Questo, a suo avviso, dimostra una complicità concreta da parte dell’Italia nel conflitto. La proposta dello sciopero vuole quindi mettere in luce questo legame con la sofferenza della popolazione palestinese e incidere nella coscienza pubblica italiana.

Nel dialogo con il critico letterario Massimo Arcangeli, Montanari ha definito la situazione come una emergenza che riguarda non solo i territori coinvolti, ma anche le scelte di politica internazionale e industriale dell’Italia. Lo sciopero generale rappresenta, nelle sue parole, una forma di protesta urgente e necessaria per opporsi all’atomizzazione della responsabilità pubblica e alla reticenza sull’argomento.

Genocidio “Made in Italy”: le parole di montanari sulla responsabilità nazionale e internazionale

Montanari ha usato l’espressione “genocidio made in Italy” per descrivere la crisi a Gaza, ponendo al centro una duplice responsabilità: industriale e politica. Da un lato, ha evidenziato che l’Italia produce le armi usate nel conflitto e fornisce tecnologie militari. Dall’altro lato, ha fatto riferimento a un clima di negazionismo pubblico e di autocensura nei media italiani che, a suo dire, nasconde o minimizza la portata del dramma.

Ha poi citato un’intervista del cancelliere tedesco Friedrich Merz, che ha definito Israele come chi fa “il lavoro sporco per tutti noi”. Per Montanari questo indica una dimensione coloniale in cui un alleato europeo compie azioni gravi a beneficio degli interessi strategici e geopolitici occidentali, in particolare di Italia, Germania e altri Paesi.

Montanari ha ribadito la definizione di genocidio secondo la comunità scientifica e giudiziaria, facendo riferimento a istituzioni come la Società mondiale di studio sul genocidio e la Corte penale internazionale. Ha criticato chi nega questa realtà per interesse, indicando nel negazionismo un fattore che impedisce un vero confronto pubblico e una presa di responsabilità.

In questo senso ha ricordato il valore della memoria storica, richiamando i “Giorni della memoria” come strumenti per impedire che tragedie simili si ripetano. Parlare di Palestina significa, per Montanari, parlare di una cultura, di un popolo e delle vittime, non solo del crimine e dei complici.


Le parole di Montanari si inseriscono in un dibattito acceso in Italia e in Europa, dove si cercano iniziative per rendere visibile la crisi palestinese e denunciare le responsabiltà industriali e politiche, secondo diverse associazioni, realtà culturali e alcuni esponenti politici. La missione della Sumud Flotilla e la proposta dello sciopero richiamano l’attenzione su un conflitto che resta acceso sulla scena internazionale e che coinvolge direttamente molte nazioni.

Ultimo aggiornamento il 2 Settembre 2025 da Andrea Ricci