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Marco Cappato rilancia l’appello di Laura Santi su una legge nazionale sul fine vita in Italia

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Marco Cappato sostiene l’appello per una legge sul fine vita in Italia - Unita.tv
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L’appello di Laura Santi sul diritto al fine vita torna al centro del dibattito politico grazie a Marco Cappato, attivista e membro dell’Associazione Luca Coscioni. Dopo la battaglia personale di Laura Santi contro la malattia, Cappato chiede al Parlamento italiano una legge che riconosca e garantisca la libertà di scelta per chi affronta sofferenze insopportabili. Il tema resta delicato, con contrasti tra proposte legislative e realtà regionali.

la lotta di Laura Santi per il diritto a morire con dignità

Laura Santi ha dedicato gli ultimi anni della sua vita a una battaglia complessa e sofferta. Colpita da una malattia grave, si è impegnata non solo a combattere la patologia ma anche per affermare il diritto a poter decidere sulle modalità del proprio fine vita. La sua storia si è intrecciata con quella di altre figure e associazioni che sostengono la libertà individuale. Dopo tre anni di procedimenti giudiziari, è riuscita a ottenere il riconoscimento del diritto a essere aiutata nel morire.

Il suo appello si concentra sul fatto che la speranza è che questa conquista non resti un caso isolato. Laura, infatti, ha spinto perché si continui a lavorare per garantire a tutti questo diritto, senza imposizioni o barriere regionali. Il caso di Laura Santi è diventato simbolo di una battaglia che investe tanti malati che affrontano sofferenze e disagi profondi, ma trovano ostacoli nel poter scegliere. Questa vicenda, come sottolinea Cappato stesso, si svolge dentro un contesto giudiziario e politico che spesso rallenta e complica l’applicazione di diritti fondamentali.

il contrasto tra le leggi attuali e la proposta dell’Associazione Luca Coscioni

Secondo Marco Cappato, il vero problema risiede nella mancanza di una legge nazionale chiara ed efficace che garantisca il diritto all’aiuto nel fine vita. Attualmente infatti, riferisce Cappato, esiste una legislazione che dovrebbe riconoscere questa facoltà ma che in pratica è ampiamente boicottata da alcuni servizi sanitari regionali. Questa situazione crea disparità notevoli, con alcune zone in cui i malati non hanno la possibilità di esercitare una scelta liberamente consolidata altrove.

La proposta di legge del governo, in discussione in Parlamento, restringerebbe invece queste possibilità. Limiterebbe l’applicazione dell’aiuto al fine vita solo ai pazienti dipendenti da macchinari per la sopravvivenza. Cappato evidenzia come questa impostazione avrebbe negato a Laura Santi, e a casi simili, la possibilità di accedere a un aiuto legale nell’ultimo tratto della vita. Al contrario la proposta di legge dell’Associazione Luca Coscioni punta a estendere i diritti a tutte le persone che affrontano sofferenze irreversibili, anche se non assistiti da apparecchiature mediche.

L’appello alla politica per una decisione fondata sulla coscienza dei parlamentari

Marco Cappato rivolge un appello diretto ai parlamentari italiani. Ricorda che di fronte a situazioni di sofferenza e di volontà negata si configura, secondo lui, una vera e propria forma di tortura inflitta ai malati. Per questo chiede che i governanti non si limitino a opinioni o strategie di partito, ma che mettano al centro la coscienza e il rispetto per la libertà di scelta individuale.

La battaglia di Laura Santi, secondo l’attivista, non si è chiusa con il suo caso. Resta infatti la necessità che il Parlamento approvi una legge nazionale che elimini le differenze geografiche nell’accesso al diritto al fine vita e che offra strumenti di tutela anche a chi soffre in modo insopportabile pur non essendo dipendente da macchine. La speranza dichiarata da Cappato è che questa richiesta arrivi forte e chiara al dibattito parlamentare e che si possa superare la frammentazione attuale che penalizza malati e famiglie.

Il tema rimane aperto e delicato, con implicazioni bioetiche e sociali importanti. La vicenda di Laura Santi continua a rappresentare un punto di riferimento per chi chiede al legislatore di rispondere con una normativa più inclusiva e concreta.

Ultimo aggiornamento il 23 Luglio 2025 da Giulia Rinaldi

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Giulia Rinaldi

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