La Regione Umbria ha dato il via a Safe, un progetto rivolto alla protezione sanitaria di richiedenti e titolari di protezione internazionale, compresi i minori stranieri non accompagnati. L’iniziativa punta a superare lacune nella gestione dei servizi di accoglienza, puntando a un modello stabile e inclusivo in linea con la Costituzione.
Una risposta concreta alle fragilità emergenti dei migranti in Umbria
Il progetto Safe nasce dalla necessità di colmare una mancanza nel coordinamento tra migrazione e servizi sanitari destinati ai richiedenti asilo e ai titolari di protezione internazionale. Questo sistema raccoglie le esigenze di un gruppo vulnerabile, che spesso si scontra con difficoltà nell’accesso alle cure. In particolare, il programma si rivolge anche ai minori stranieri non accompagnati, una categoria tra le più esposte a rischi fisici e psicologici.
L’iniziativa si inserisce nel contesto della sanità pubblica regionale e offre un percorso specifico di tutela sanitaria che, fino a ora, mancava di un coordinamento strutturato. Lo scopo è garantire continuità assistenziale in sinergia con i servizi sociali e di accoglienza, affinché nessuno resti escluso. Safe non solo si propone di assicurare cure immediate, ma anche di avviare un percorso di inclusione sociale basato sulla consapevolezza delle fragilità di questi soggetti.
Il ruolo della politica regionale e il legame con i principi costituzionali
Stefania Proietti, presidente della Regione Umbria, ha sottolineato come Safe rappresenti un esempio concreto di politica sanitaria che rispetta i principi di uguaglianza e tutela sanciti dalla Costituzione italiana. Il progetto, infatti, è stato definito “sperimentale” proprio perché mira a sviluppare e testare un nuovo modello che può diventare stabile e replicabile in futuro.
La presidente ha evidenziato come questa iniziativa si collochi all’interno di una visione politica chiara e coerente, che pone la sanità pubblica al centro delle risposte istituzionali per i gruppi più fragili. L’investimento nella salute dei migranti è considerato un investimento sul benessere collettivo, un passo necessario per una società inclusiva che non lasci indietro nessuno.
Safe, un modello sanitario integrato per l’accoglienza e la tutela dei minori
Safe è stato creato per inquadrare un modello integrato, che collega diversi servizi sanitari con le strutture di accoglienza e i servizi sociali. L’obiettivo è rispondere in modo efficace alle esigenze dei richiedenti protezione internazionale, in particolare dei minori non accompagnati, che necessitano di cure specifiche sia dal punto di vista sanitario sia psicologico.
Il progetto include protocolli per l’identificazione precoce di vulnerabilità e la gestione di casi complessi, garantendo un’assistenza mirata e continua. Le attività coinvolgono operatori sanitari, assistenti sociali, mediatori culturali e strutture di accoglienza per creare un percorso che accompagna le persone dalla prima accoglienza fino all’inserimento nella comunità.
In pratica, Safe rappresenta una sperimentazione nell’organizzazione dei servizi, destinata a mutare in un modello riconosciuto capace di rispondere alle nuove sfide del sistema sanitario regionale. Tale approccio riflette la volontà di assicurare diritti sanitari reali e accessibili anche a chi vive condizioni di fragilità legate alla migrazione.
Ultimo aggiornamento il 31 Luglio 2025 da Serena Fontana