La Regione Umbria ha rilasciato in luglio 2025 l’autorizzazione definitiva per la nuova rampa scorie dell’impianto Arvedi Ast di Terni, un passaggio fondamentale per ridurre l’impatto ambientale delle emissioni. Il progetto si inserisce in un quadro di interventi ambientali avviati di recente per contrastare il problema delle polveri sottili e dei metalli pesanti in città. La realizzazione della rampa, prevista entro marzo 2026, si affianca alle azioni di bonifica e al monitoraggio sanitario, mentre continuano le tensioni tra Regione e Comune di Terni sulla gestione delle criticità ambientali.
Autorizzazione della rampa scorie: un iter complicato ma concluso
Il 14 luglio 2025 la Regione Umbria ha rilasciato l’ultima autorizzazione indispensabile alla costruzione della nuova rampa scorie nell’area Ast di Terni. Questo consentirà di coprire l’area destinata alle polveri residue, una misura necessaria per contenere le emissioni diffuse nell’atmosfera. Il procedimento è stato lungo e complesso, aggravato dalla normativa sul rischio di incidente rilevante. Per questo motivo è stato necessario innalzare la classe di rischio sismico della struttura, adeguandola alle norme più rigorose.
Il direttore Gianluca Paggi, insieme all’ingegnere responsabile Sandro Costantini e al personale coinvolto, ha portato avanti il progetto, superando l’ultimo ostacolo prima della fase operativa. L’assessore all’ambiente, Thomas De Luca, ha riconosciuto il “percorso difficile” e ha evidenziato la necessità di questo intervento, che rappresenta un passo concreto verso la mitigazione degli effetti ambientali delle scorie. Il cronoprogramma indica la conclusione della copertura per marzo 2026, quando la rampa entrerà in funzione. Da quel momento si prevede una significativa riduzione dello smaltimento di polveri in discarica, un vantaggio per la gestione dei rifiuti industriali.
L’importanza della rampa riguarda non solo l’aspetto tecnico, ma soprattutto il controllo dell’inquinamento atmosferico provocato dalle polveri sottili. Coprire le scorie significa limitare la dispersione nell’aria di particelle che possono avere effetti dannosi per la salute dei residenti e per l’ambiente circostante. Questa opera, pertanto, riveste un ruolo strategico nella politica ambientale regionale che punta a limitare l’impatto dell’attività industriale nell’area ternana, da anni segnata da problemi legati all’inquinamento.
L’impegno della Regione Umbria contro le polveri e l’inquinamento ad Ast
Il problema delle polveri derivanti dall’attività dello stabilimento Arvedi Ast ha spinto la Regione Umbria, guidata dall’assessore De Luca, a una serie di azioni concrete negli ultimi mesi. Nonostante la critica situazione ambientale di Terni sia nota da anni, solo di recente la Regione ha definito interventi mirati per affrontare la questione. Tra queste iniziative spicca lo studio epidemiologico Neoconca, finanziato con fondi regionali per non perdere anche la quota ministeriale. Lo studio mira a chiarire gli effetti sulla salute della popolazione locale, un passo fondamentale visto che fino a poco tempo fa sul tema erano stati prodotti soli discorsi senza sviluppi concreti.
Il progetto di biomonitoraggio InSinergia rappresenta un altro tassello importante del lavoro della Regione. Consiste nell’analisi della presenza di metalli pesanti nei cittadini, per valutare il livello di esposizione e individuare eventuali rischi sanitari. Si tratta della prima campagna di questo tipo a Terni, con un monitoraggio dettagliato e continuo, che fornirà dati utili per aggiornare le misure di contenimento.
Parallelamente, è stata emessa una determina di riesame parziale per l’Autorizzazione Integrata Ambientale dello stabilimento Ast, volta a rivedere i limiti di emissione di nichel. Questa decisione coinvolge l’adozione di nuove tecnologie per abbattere l’inquinante, riconoscendo la necessità di un aggiornamento delle procedure di controllo e di prevenzione.
Il quadro complessivo si inserisce nel nuovo Accordo di Programma sottoscritto dalla Regione, che impone a Arvedi Ast obiettivi ambientali più stringenti rispetto al passato. Tra le prescrizioni vengono indicati interventi di bonifica del sito, la messa in sicurezza e specifiche azioni per migliorare la qualità dell’aria e dell’acqua nella zona. Queste misure puntano a correggere una situazione che ha resistito nel tempo, segnando un cambio di rotta istituzionale nella gestione delle criticità.
Scontro tra regione e comune di Terni sulla gestione ambientale
Nonostante l’avvio di queste misure, si registra un acceso confronto tra Regione Umbria e Comune di Terni. Quest’ultimo ha inviato una diffida per la dispersione delle polveri, criticando la gestione della vicenda. La Regione risponde ricostruendo un percorso in cui il Comune avrebbe avuto modo di intervenire con proposte specifiche già nell’ottobre 2023, durante la Conferenza dei servizi per l’aggiornamento dell’AIA relativa a Tapojarvi, la società che gestisce il trattamento delle scorie.
Nei documenti ufficiali si trovano solo due prescrizioni avanzate da Palazzo Spada: l’introduzione di un sistema automatico di bagnatura dei piazzali e la relazione sull’integrità della barriera perimetrale. Secondo l’assessore De Luca, le dichiarazioni recenti del sindaco appaiono più come strumentalizzazioni politiche che contributi concreti alla risoluzione del problema. Da parte sua, la Regione invita a un dialogo costruttivo e a un lavoro comune fra istituzioni, sottolineando l’urgenza di abbandonare la propaganda.
La delicata questione ambientale di Terni coinvolge fattori di salute pubblica e tutela dell’ambiente che richiedono azioni precise e tempi adeguati. L’assessore De Luca rimarca che servono competenze e impegno concreto per risolvere in maniera duratura le criticità della zona, nel rispetto delle rispettive responsabilità istituzionali. La sfida resta aperta, con la necessità di tenere il confronto sul piano dei fatti e delle iniziative, garantendo risposte trasparenti ai cittadini.
Il percorso verso un ambiente più salubre a Terni passa attraverso il completamento della nuova rampa scorie, il monitoraggio costante e la collaborazione tra Regione, Comune e gestori dell’impianto. La fine di luglio 2025 segna una tappa importante, ma il cammino per ridurre le emissioni e contenere l’inquinamento deve proseguire con rigore e chiarezza.
Ultimo aggiornamento il 21 Luglio 2025 da Davide Galli