Il lavoro nel 2029: millennials protagonisti e nuove sfide tra formazione, condizioni e innovazione tecnologica

Millennials al centro del lavoro nel 2029 tra sfide e innovazione. - Unita.tv

Giulia Rinaldi

27 Agosto 2025

La forza lavoro italiana si prepara a un cambiamento profondo, con i millennials al centro della scena entro il 2029. Le loro aspettative segnano una rottura con il passato, chiedendo non solo retribuzioni ma anche equilibrio tra vita privata e professionale, partecipazione e rispetto. Nel contempo, i mutamenti tecnologici e sociali mettono sotto pressione il sistema formativo e le politiche del lavoro. Le indicazioni del segretario generale Cisl Umbria Angelo Manzotti, a partire dal quadro tracciato dall’ufficio studi Cgia, mostrano le principali sfide per imprese, lavoratori e istituzioni.

La forza lavoro del 2029 sarà dominata dai millennials con aspettative diverse dalle generazioni precedenti

Secondo Cisl Umbria, entro il 2029 i millennials rappresenteranno la maggioranza dei lavoratori. Questo dato ha impatti significativi sulle dinamiche interne delle aziende e sulle priorità richieste dal mercato. A differenza delle generazioni passate, i giovani non puntano più principalmente al posto fisso, un tema che secondo Manzotti tende a perdere importanza, nonostante rimangano aperte criticità come il precariato, la disparità salariale e di genere.

La richiesta principale dei millennials si sposta verso un miglior bilanciamento tra orari di lavoro e tempo libero. Il clima aziendale positivo diventa una delle condizioni essenziali per la soddisfazione professionale. Questa generazione valuta inoltre il coinvolgimento alle decisioni aziendali come fondamentale per sentirsi valorizzata. La necessità di un ruolo attivo nelle scelte dell’impresa nasce dal desiderio di riconoscimento delle proprie competenze e di giustizia lavorativa, elementi che compaiono oggi con forza nelle rivendicazioni sindacali più recenti.

Studi condotti in Italia confermano questo cambio culturale. I millennials, infatti, hanno meno interesse verso il tradizionale impiego stabile e cercano condizioni lavorative più flessibili e personalizzate. Molti giovani in cerca di occupazione si focalizzano su aspetti come la flessibilità oraria, l’ambiente di lavoro collaborativo e la possibilità di crescita personale e professionale, più che su un semplice contratto a tempo indeterminato.

La trasformazione tecnologica e digitale cambia le competenze richieste e il profilo dei lavoratori

Nel periodo che va dal 2025 al 2029 il mercato del lavoro in Italia attraverserà una fase di profonda trasformazione, spinta dall’automazione e dall’introduzione crescente dell’intelligenza artificiale. Questi fattori contribuiranno a fare sparire alcune professionalità tradizionali e a generare nuovi lavori, soprattutto nei campi tecnologici, digitali e della sanità.

Il fabbisogno stimato di lavoratori qualificati si attesta tra 3,3 e 3,7 milioni entro il 2029, con particolare attenzione alle figure tecniche e a chi possiede competenze STEM . Questi dati suggeriscono che il mercato richiederà professionalità nuove, capaci di gestire processi digitalizzati e innovativi, soprattutto nel settore industriale e nei servizi avanzati.

Questa evoluzione mette in evidenza un problema importante: l’inadeguatezza dell’offerta formativa rispetto alle necessità delle imprese. Le scuole, secondo la Cisl Umbria, faticano ad aggiornare programmi e metodi per rispondere efficacemente alla domanda di competenze richieste dal mercato. La formazione continua diventa allora una risorsa fondamentale, da sviluppare attraverso un coinvolgimento attivo degli istituti bilaterali e la collaborazione tra aziende e scuole professionali.

In particolare emerge la proposta di una staffetta generazionale, dove i lavoratori con più esperienza e over 55 possano affiancare i più giovani in un percorso di tutoraggio pratico. Questo modello faciliterebbe lo scambio di conoscenze e ridurrebbe il gap legato alle nuove tecnologie. La contrattazione collettiva dovrebbe inoltre adeguare l’organizzazione del lavoro per poter mettere a frutto al meglio queste nuove dinamiche.

Giovani lavoratori rivendicano un ambiente rispettoso e condizioni di lavoro più equilibrate

Le priorità espresse dai millennials riflettono una ridefinizione del concetto stesso di lavoro. Non basta più solamente la retribuzione, ma i giovani chiedono un impiego che rispetti il loro benessere complessivo. L’equilibrio tra vita lavorativa e tempo personale è diventato un parametro fondamentale, come anche il clima interno alle aziende.

Questi fattori incidono sulle scelte occupazionali e sulle dinamiche di inserimento nel mondo del lavoro. Crescono le dimissioni volontarie in cerca di condizioni di lavoro migliori, soprattutto nei settori della tecnologia, dei servizi e del commercio. Le imprese che non riescono a garantire un ambiente sereno e una gestione sostenibile del lavoro rischiano di perdere talenti preziosi e faticano a intercettare i cambiamenti culturali in atto.

Secondo Manzotti, la partecipazione attiva dei lavoratori alle decisioni aziendali può generare fiducia e valorizzare le competenze presenti in ogni ambiente occupazionale. I giovani vogliono sentirsi protagonisti e coinvolti, non solo numeri all’interno di un meccanismo produttivo. Le relazioni sociali e l’ascolto diventano quindi elementi chiave per il successo delle imprese e per la qualità della vita lavorativa.

In questo contesto, il precariato e le disuguaglianze rimangono problemi aperti. Le difficoltà di accesso a contratti stabili e le differenze salariali tra uomini e donne costituiscono ostacoli ancora presenti nella realtà italiana. Le politiche del lavoro devono tenere conto di queste criticità per creare un mercato più equo e attrattivo.

Formazione professionale e politiche di lavoro devono evolvere per affrontare le nuove esigenze

Le proposte di Cisl Umbria puntano a trasformare il sistema formativo nel senso di una maggiore professionalizzazione e aderenza ai bisogni reali del mercato. L’istituto mira a potenziare gli Its e gli istituti professionali, con l’obiettivo di fornire alle imprese personale già qualificato e adatto a intervenire in contesti tecnologicamente avanzati.

La mancanza di corrispondenza tra formazione scolastica e esigenze produttive è una criticità segnalata da vari osservatori. Le aziende lamentano spesso la scarsa preparazione pratica degli studenti che entrano nel mercato del lavoro. Per questo, l’osservatorio sul lavoro dovrebbe monitorare più attentamente l’andamento delle richieste occupazionali, così da indirizzare meglio gli investimenti formativi nei territori.

La staffetta generazionale proposta mira a favorire lo scambio intergenerazionale e la trasmissione diretta di competenze sul campo. Il coinvolgimento degli enti bilaterali risulta centrale per sviluppare programmi condivisi, capaci di fare incontrare domanda e offerta in modo più efficace.

Inoltre, la riorganizzazione dell’orario di lavoro e della contrattazione collettiva può creare condizioni più flessibili e adattabili alle necessità individuali e aziendali, migliorando la produttività e la soddisfazione dei dipendenti.

Incentivi alle assunzioni non bastano: serve un patto sociale per il lavoro dignitoso e sicuro

Cisl Umbria riconosce che gli incentivi alle imprese che assumono rappresentano una misura utile ma non risolutiva. Queste agevolazioni spesso fanno da stimolo temporaneo e non affrontano alla radice le problematiche strutturali del mercato del lavoro.

Secondo il segretario Manzotti, l’Italia ha bisogno di un impegno condiviso tra forze sociali, imprese e istituzioni per garantire un lavoro dignitoso, ben retribuito e con tutele efficaci. Questo approccio richiede un patto sociale che metta al centro la qualità dell’occupazione, oltre ai volumi.

La crescita economica è strettamente legata alla capacità del mercato del lavoro di offrire condizioni stabili, trasparenti e favorevoli. Senza un lavoro che garantisca sicurezza e rispetto, la ripresa rischia di essere fragile o momentanea.

Le azioni da intraprendere devono quindi migliorare la qualità degli impieghi e superare situazioni di precarietà e ingiustizia, dando un ruolo attivo ai giovani e ai lavoratori più esperti per costruire relazioni più solide e produttive. La sfida del lavoro nel prossimo futuro si gioca soprattutto su questi equilibri, in un contesto in rapido cambiamento.

Ultimo aggiornamento il 27 Agosto 2025 da Giulia Rinaldi