Il 20 luglio 1970 si riunì per la prima volta il Consiglio regionale dell’Umbria, segnando la nascita di un nuovo protagonista nel panorama politico locale. Cinquantacinque anni dopo, la presidente attuale richiama l’importanza di ripartire dall’eredità di chi ha dato vita a questo organismo. Non solo per rappresentare la regione, ma per costruire una presenza forte anche sul piano culturale e politico.
Il debutto del Consiglio Regionale e i volti di allora
Quel luglio del 1970 fu un momento di svolta per l’Umbria. Il Consiglio regionale si mise in moto con a capo Fabio Fiorelli, esponente del Partito socialista. Al suo fianco, due vicepresidenti: Sergio Angelini della Democrazia Cristiana e Francesco Innamorati del Partito comunista. Una squadra che rifletteva un ampio spettro politico, segno di un clima democratico pronto a unire idee diverse. Nel discorso di apertura, Fiorelli parlò di un’Assemblea “qualcosa di nuovo”, un organismo diverso sia dal Parlamento nazionale sia dai normali enti comunali.
Quell’inizio è stato fondamentale. Il Consiglio si è costruito su basi solide, con un impegno serio verso la democrazia e un’azione politica vicina ai cittadini. Non si trattava solo di seguire modelli già noti, ma di creare uno spazio capace di rispondere alle esigenze specifiche dell’Umbria.
Oggi il Consiglio Regionale: ripartire da un progetto politico e culturale
La presidente Sarah Bistocchi ha ricordato come quell’eredità debba tornare al centro dell’attenzione. In tempi segnati da disinteresse e calo della partecipazione, il Consiglio deve farsi portavoce di un progetto che guardi all’Umbria non solo come territorio, ma come realtà viva e influente, anche sul piano culturale e politico. Serve mettere in pratica le idee dei fondatori, dare “gambe” a una Regione più forte e riconoscibile, capace di incidere sia nelle decisioni locali che nazionali.
Per Bistocchi, l’Assemblea deve restare un luogo dove si confrontano idee diverse, ma sempre con rispetto, ascolto e collaborazione. Pur mantenendo separate le scelte politiche, il lavoro comune rimane la base per una politica che risponda davvero ai bisogni della gente. L’appello all’impegno non riguarda solo i politici, ma anche chi opera nel mondo civile e sociale, per fermare la fuga dalla partecipazione.
Le sfide di oggi: sconfiggere indifferenza e astensionismo
L’astensionismo e la crescente indifferenza verso la politica sono problemi che il Consiglio regionale affronta come tanti altri enti in tutta Italia. Bistocchi sottolinea l’urgenza di ritrovare il legame con i cittadini, spesso lontani perché convinti che la politica non ascolti più.
Per cambiare rotta non basta invitare a votare. Serve un impegno concreto che coinvolga la società civile, il mondo sociale e la politica stessa. Bisogna far capire che la politica può davvero occuparsi dei problemi di tutti i giorni. Questo passa attraverso un lavoro di fiducia, basato su trasparenza, ascolto e fatti che rispondano alle aspettative, soprattutto di chi si è staccato. Il Consiglio dovrà trovare modi nuovi per intercettare questi bisogni e trasformarli in risposte efficaci.
In questo anniversario, il Consiglio regionale dell’Umbria si trova a un bivio importante. Riconosce il valore del cammino fatto fin qui e vuole riaffermare il suo ruolo, in un mondo politico che cambia, con l’obiettivo di tornare centrale nella vita della Regione e delle persone.
Ultimo aggiornamento il 20 Luglio 2025 da Rosanna Ricci