La città di Norcia si trova al centro di un dibattito acceso riguardo all’impiego della donazione da un milione di euro ricevuta dal Kuwait dopo il terremoto che ha colpito la zona. Nicola Alemanno, ex sindaco e firmatario della convenzione con lo Stato del Kuwait, ha espresso forti riserve sulla destinazione dei fondi, sottolineando rischi legali e una possibile violazione dello spirito originario della donazione. Il caso coinvolge diversi enti locali e sanitari ed è seguito con attenzione dalla comunità.
Il contesto della donazione del kuwait e gli impegni presi
Nel 2016 il Comune di Norcia ricevette una somma pari a un milione di euro dal governo del Kuwait come contributo per la ricostruzione post-sisma. La cifra fu destinata ad interventi specifici volti a migliorare le condizioni della città duramente colpita dal terremoto. Nicola Alemanno, allora sindaco, firmò una convenzione con lo Stato estero per regolare l’uso delle risorse in modo trasparente e conforme alle finalità concordate.
L’accordo prevedeva che i fondi fossero impiegati esclusivamente per iniziative aggiuntive rispetto agli stanziamenti già previsti dallo Stato italiano o dalla Regione Umbria. L’obiettivo era quindi quello di integrare le risorse pubbliche esistenti senza sostituirle o coprirne i costi ordinari. Questo criterio doveva garantire un valore aggiunto alla ricostruzione locale attraverso investimenti mirati.
Contestazioni sull’uso dei fondi in ambito sanitario
Recentemente è emersa l’intenzione da parte dell’amministrazione comunale attuale e degli enti sanitari coinvolti di usare interamente la somma ricevuta dal Kuwait per acquistare apparecchiature mediche destinate all’ospedale di Norcia. Questa struttura sanitaria era stata ricostruita con circa 10 milioni provenienti dai fondi sisma ed è stata riconosciuta nel 2023 come ospedale in zona disagiata.
Nicola Alemanno ha criticato duramente questa scelta sostenendo che impiegare i soldi solo per coprire gli acquisti base – come tac standard o ecografi ordinari – significherebbe “tradire lo spirito originario della donazione stessa”. Secondo lui infatti questi strumenti dovrebbero essere acquistati tramite budget ordinari dell’Usl Umbria 2 mentre i soldi kuwaitiani dovrebbero servire a migliorare la qualità delle dotazioni sanitarie oltre quanto previsto dalle forniture standard.
Il rischio paventato dall’ex primo cittadino riguarda anche possibili profili legali relativi alla distrazione indebita dei fondi pubblici se venissero usati impropriamente senza rispettare le condizioni stabilite nella convenzione originale.
Ruolo degli enti locali e appello alle istituzioni umbre
Nella lettera aperta inviata alla presidente della Regione Umbria Stefania Proietti, al direttore generale dell’Usl Umbria 2 Roberto Noto, all’attuale sindaco Giuliano Boccanera e al capo della Protezione civile Fabio Ciciliano , Alemanno chiede chiarezza sulle decisione prese riguardo ai finanziamenti ricevuti dal Kuwait.
L’ex sindaco sollecita tutti gli interlocutori istituzionali ad intervenire prontamente affinché si eviti uno spreco o uso improprio delle somme donate. Sottolinea inoltre l’importanza che ogni scelta venga fatta nel rispetto degli interessi collettivi dei cittadini nursini piuttosto che secondo logiche burocratiche o amministrative poco trasparenti.
Il messaggio rivolto direttamente al primo cittadino Boccanera invita a riflettere seriamente sul peso politico ma soprattutto sociale delle decisione adottate in merito alla gestione del denaro pubblico destinato alla rinascita post-terremoto nel territorio umbro.
Lo stato attuale dell’ospedale di norcia e le necessità tecnologiche
L’ospedale ristrutturato dopo il sisma rappresenta oggi un punto fondamentale nell’offerta sanitaria locale ma necessita ancora dell’acquisto delle apparecchiature essenziali quali tac avanzate, ecografi modernizzati e lettighe adeguate alle esigenze cliniche odierne. Questi strumenti sono indispensabili non solo per garantire diagnosi più precise ma anche migliori condizioni operative ai medici impegnati quotidianamente sul territorio montano circostante.
I finanziamenti statali attribuitigli coprono però solo dispositivi base, lasciando aperta la possibilità d’integrare tali dotazioni con contributo esterni. La presenza del milione offerto dal Kuwait poteva rappresentare proprio questa integrazione capace d’alzare il livello tecnologico complessivo. Impiegandolo invece esclusivamente su acquisti standard, si perderebbe tale opportunità.
Le scelte compiono dunque non solo effetti economici immediatamente visibili, ma influenzano anche qualità assistenziale futura, aspetti organizzativi interni ed immagine complessiva dell’intervento pubblico post calamità naturale.
La vicenda resta sotto osservazione mentre cresce il dibattito tra amministratori locali sulle modalità corrette da seguire nell’impiego dei capitali esteri concessi dopo eventi drammatici come quello subito da Norcia. Le prossime settimane saranno decisive perché vengano chiariti ruoli responsabilità ed eventuali correttivi necessari affinché nessun vincolo venga ignorato né interesse collettivo messo in secondo piano rispetto ad altre priorità.