La cooperativa Ceramiche Noi, nata nel 2019 a Città di Castello, ha evitato la delocalizzazione in Armenia e ha conquistato l’attenzione della prestigiosa rivista Forbes. Sullo sfondo di crisi economiche e allontanamento di attività produttive italiane verso l’estero, questa realtà umbra ha ribaltato le aspettative, passando dall’incubo del trasferimento a una presenza di rilievo nel mondo dell’imprenditoria legata al lusso Made in Italy.
La nascita di ceramiche noi come risposta a un rischio di delocalizzazione
Nel 2019, dodici lavoratori di un’azienda di produzioni ceramiche a Città di Castello decisero di prendere in mano il futuro della loro impresa, dopo che la proprietà precedente aveva mostrato l’intenzione di trasferire l’attività in Armenia. Questa mossa avrebbe significato la perdita di numerosi posti di lavoro e aveva dolorosamente messo a rischio il tessuto economico e sociale locale. Invece di accettare lo spostamento, i dipendenti si organizzarono per rilevare l’azienda e fondarono la cooperativa Ceramiche Noi.
L’operazione non fu semplice: dovettero confrontarsi con difficoltà finanziarie e normative, ma riuscirono a mantenere la produzione nel territorio umbro. Questa decisione ha permesso di salvare competenze consolidate e tradizioni artistiche legate alla ceramica, elementi che costituiscono parte integrante dell’identità locale. Conservare la produzione in Italia ha inoltre rappresentato una scommessa sul valore qualitativo del prodotto e sulle domande che il mercato porta a privilegiare elementi di autenticità e artigianalità.
La storia raccontata da Forbes tra crisi globali e resistenza italiana
Nel luglio 2025, Forbes Italia ha dedicato un articolo alla cooperativa, intitolato “Dalle ceneri alla vetta”, con l’obiettivo di mostrare come alcune imprese affrontano le crisi senza cedere alle dinamiche di delocalizzazione. Forbes ha descritto Ceramiche Noi come un esempio di resistenza economica in un momento segnato da eventi sistemici che influenzano il commercio globale e i mercati del lavoro.
La narrazione della rivista sottolinea come la cooperativa abbia saputo non solo resistere, ma anche ritagliarsi uno spazio nel settore luxury, confermando che i sogni imprenditoriali possono realizzarsi anche in contesti difficili. Il caso di Ceramiche Noi non riflette soltanto la buona gestione aziendale; porta in evidenza un modello di impresa basato sulla responsabilità condivisa e il legame con il territorio. Forbes evidenzia, inoltre, come la tenacia di dodici lavoratori abbia ribaltato il destino di un’azienda destinata a sparire.
La reazione della cooperativa e l’impatto sulla comunità locale
La pubblicazione di Forbes ha raccolto anche la reazione diretta della cooperativa, che ha condiviso la notizia sulla propria pagina Facebook con entusiasmo. Nel post, Ceramiche Noi ringrazia la rivista per l’articolo e ricorda chi ha creduto nel loro progetto fin dall’inizio. Questo riconoscimento rappresenta per loro un segnale importante, in grado di rafforzare la motivazione di continuare a investire in loco nonostante le difficoltà globali.
La vicenda ha avuto anche un effetto stimolante per la comunità di Città di Castello e più in generale quella umbra. Ha dato speranza ai lavoratori del settore manifatturiero e ha dimostrato che l’impegno verticistico di una piccola squadra può fare la differenza. Le attività di Ceramiche Noi mantengono vive competenze e posti di lavoro in una zona che altrimenti avrebbe subito le conseguenze della fuga di aziende verso territori con costi di produzione più bassi.
Il riconoscimento su una testata come Forbes contribuisce a dare visibilità a un modello imprenditoriale che valorizza il Made in Italy senza rinunciare alla presenza sul territorio e alla qualità del prodotto. Questo caso può ispirare altre realtà simili a difendere la produzione locale, puntando a servizi e prodotti di nicchia capaci di competere sul mercato internazionale.
Ceramiche Noi ha mostrato così una strada diversa rispetto alle politiche di delocalizzazione. La loro storia racconta di come l’attaccamento alla comunità, la resistenza al cambiamento imposto e la voglia di affermare un’identità produttiva possano produrre risultati oltre le aspettative di molti. La loro esperienza resta un modello da osservare nei prossimi anni, soprattutto davanti a contesti economici ancora incerti.
Ultimo aggiornamento il 16 Luglio 2025 da Giulia Rinaldi