Una vicenda giudiziaria iniziata nel 2012 si è conclusa con l’assoluzione definitiva di un sessantunenne che per oltre un decennio ha affrontato accuse di maltrattamenti e violenza sessuale da parte della sua ex moglie. Questo caso, seguito attentamente dai media locali come Il Messaggero, ha attraversato tutte le fasi del processo, con verdetti contrastanti tra primo grado, appello e Cassazione, fino alla sentenza finale di Firenze.
Le accuse iniziali e la denuncia della ex moglie nel 2012
Tutto ha avuto origine nell’ottobre 2012, quando la donna ha lasciato la casa coniugale denunciando il marito per comportamenti ritenuti minacciosi e violenti. Tra le accuse più gravi figurarono episodi di presunte aggressioni fisiche e verbali, come lo sfregio del volto, minacce di gettarla dal balcone e di ucciderla, oltre a richieste di rapporti sessuali forzati. Questi elementi rappresentarono la base dell’impianto accusatorio, che portò all’apertura del procedimento penale contro l’uomo. Le dichiarazioni della denuncia hanno segnato il punto di partenza di una lunga battaglia giudiziaria.
Il processo di primo grado e la condanna nel 2019
Nel 2019, a circa sette anni dalla denuncia, la vicenda ha raggiunto il primo verdetto importante: l’imputato è stato condannato a tre anni, dieci mesi e quindici giorni di reclusione per maltrattamenti in famiglia e violenza sessuale. Il giudice ha ritenuto sufficiente il materiale probatorio raccolto, in particolare le testimonianze della donna e le circostanze ricostruite nel procedimento. Questa sentenza ha stabilito la responsabilità penale dell’uomo, confermando la gravità delle accuse. Tuttavia, già allora erano emerse le prime contestazioni sull’attendibilità delle prove, soprattutto in relazione al racconto sugli episodi di violenza sessuale.
La conferma in appello e la prescrizione dei maltrattamenti nel 2021
Nel 2021 la Corte d’appello di Perugia ha esaminato nuovamente il caso. Pur confermando la condanna per violenza sessuale, la Corte ha dichiarato la prescrizione dei reati legati ai maltrattamenti in famiglia, cancellando quella parte della pena. Questo provvedimento ha suscitato attenzione, poiché ha modificato significativamente l’entità dell’imputazione. In pratica, la pena residua riguardava esclusivamente la violenza sessuale, mentre le accuse di maltrattamenti sono state escluse per scadenza dei termini processuali. Questa decisione ha mantenuto però fermo il giudizio di responsabilità, lasciando aperto il confronto sul caso.
Il ricorso in Cassazione e l’annullamento della condanna
Difeso dall’avvocato Michele Morena, l’uomo ha presentato ricorso alla Corte di cassazione, impugnando soprattutto la condanna per violenza sessuale. Nel 2023 la Cassazione ha accolto il ricorso, annullando la sentenza della Corte d’appello e rinviando l’istruttoria a Firenze. Questa decisione ha rappresentato una svolta, invalidando le conclusioni precedenti e ordinando un nuovo esame del materiale probatorio. La Corte di cassazione ha rilevato criticità nella valutazione delle testimonianze e nelle prove a sostegno dell’accusa, punto determinante per ribaltare il giudizio.
La sentenza di assoluzione della Corte D’Appello Di Firenze
Nel corso del 2024, la Corte d’appello di Firenze ha completato il nuovo giudizio, assolvendolo con la formula “perché il fatto non sussiste”. Questa sentenza ha segnato il termine della vicenda davanti ai tribunali penali, riconoscendo l’assenza di prove sufficienti per confermare le accuse di violenza sessuale e maltrattamenti. L’assoluzione ha rilanciato il dibattito sull’uso delle prove testimoniali e sulla gestione dei procedimenti complessi con accuse gravi ma difficili da dimostrare. Il verdetto ha estromesso ogni responsabilità penale per l’uomo, mettendo fine a quasi tredici anni di procedimento.
Questa vicenda conferma la complessità dei casi di presunta violenza domestica, dove spesso si misurano versioni opposte e elementi contraddittori. Rimane evidente l’importanza di un processo che garantisca un esame approfondito e imparziale, oltre la pressione mediatica e sociale.
Ultimo aggiornamento il 22 Luglio 2025 da Andrea Ricci