Ultrà inter in protesta: nessun biglietto per la finale champions e tensioni sotto la sede del club a milano
Tensioni tra i tifosi ultrà della curva nord dell’Inter e la società per la gestione dei biglietti in vista della finale di Champions League a Monaco, con proteste e rischi per l’ordine pubblico.

La finale di Champions League tra Inter e PSG ha acceso tensioni tra la curva nord e la società nerazzurra per la gestione dei biglietti, con proteste, indagini su infiltrazioni criminali e il rischio di disordini a Monaco. - Unita.tv
L’attesa finale di Champions League tra Inter e Paris Saint Germain ha messo in luce una frattura profonda tra i tifosi ultrà della curva nord e la società nerazzurra. A pochi giorni dalla partita del 15 giugno 2025 all’Allianz Arena di Monaco di Baviera, il problema dei biglietti ha acceso la tensione: centinaia di sostenitori si sono radunati sotto la sede del club a Milano per contestare la gestione, mentre molti si preparano a partire per la trasferta senza un tagliando in mano.
La protesta degli ultrà e la rabbia per la mancanza di biglietti
Mercoledì pomeriggio circa quattrocento ultrà, appartenenti ai vari gruppi della curva nord dell’Inter, si sono dati appuntamento a Viale della Liberazione, davanti alla sede della società. La protesta nasce dalla frustrazione provocata dalla scarsissima disponibilità di biglietti riservati ai tifosi organizzati. La maggior parte di loro sostiene di non aver ricevuto l’accesso alla finale a cui avevano diritto, in base alla loro anzianità e alla partecipazione alle stagioni precedenti.
La denuncia di franco caravita
Franco Caravita, figura storica della curva nord e protagonista della mobilitazione, ha denunciato un sistema di assegnazione che lascia spazio ai bagarini e alle agenzie che rivendono i tagliandi a prezzi assurdi, fino a 4mila euro. “Ha protestato contro il presidente Giuseppe Marotta e la dirigenza, accusandoli di chiudere gli occhi di fronte al mercato nero e di non supportare veramente i tifosi veri.” L’ex leader, dopo essere stato escluso da gruppi che gestivano la curva, ha rivendicato la propria distanza dagli arrestati per vicende criminali, ribadendo che la loro gestione non rappresenta la vera storia dell’ultrà nerazzurro.
Leggi anche:
Retata contro i vertici del tifo e collegamenti con vicende criminali
Dietro alle recenti tensioni nella curva nord si sono aperti scenari inquietanti. Le indagini giudiziarie hanno portato alla luce un intreccio tra criminalità organizzata e gestione dei gruppi ultrà. L’ex leader soprannominato “Zio” è stato ucciso nel 2022 da due sicari presumibilmente ingaggiati dai dirigenti di curva Marco Ferdico e Andrea Beretta, attualmente coinvolti in un’inchiesta che ha portato a una maxi retata.
Accuse contro andrea beretta
Beretta è anche accusato di aver ucciso nel 2024 un esponente della ’ndrangheta noto come Totò ’u nanu. Quel maxi blitz coordinato dalla Direzione Distrettuale Antimafia e dalla Mobile ha smantellato la leadership dei gruppi ultrà e ha svelato anche l’esistenza di un indotto collegato al Meazza, con guadagni illeciti tramite la gestione dei biglietti. Lo stesso Ferdico aveva spinto la società a aumentare la quota di biglietti per la curva all’atto finale della Coppa Italia nel 2023, usando i tifosi come leva di pressione attraverso minacce di sciopero dei cori. Il risultato furono migliaia di tagliandi, ma molte decine di migliaia di euro finirono nelle loro tasche grazie alla rivendita a prezzi gonfiati.
La risposta della società e l’esclusione degli ultrà dalle preferenze
L’Inter ha deciso di adottare un rigore più netto nel 2025, rifiutandosi di lasciare quote destinate agli ultrà, per evitare di ripetere gli errori del passato. Il club ha privilegiato l’assegnazione dei biglietti agli abbonati storici, escludendo le consuete corsie preferenziali per i gruppi organizzati del secondo anello verde.
Questa scelta ha scatenato le critiche e il malcontento della curva nord, che ha lamentato l’assenza quasi totale di tagliandi a disposizione e ha sottolineato come molti abbonati di lunga data non siano stati accontentati, mentre nuovi iscritti hanno ricevuto ticket. Caravita ha espresso dubbi sulla trasparenza della distribuzione da parte dell’Inter, ribadendo che i veri tifosi hanno avuto accesso ridotto e annunciando la sua presenza a Monaco senza il biglietto.
La posizione del club appare dettata anche dalle indagini della procura e dalla necessità di evitare infiltrazioni criminali legate ai biglietti in vista di una partita così delicata. L’emergenza sulla biglietteria ha creato una spaccatura netta tra società e tifoseria organizzata.
La trasferta a monaco e i possibili rischi per l’ordine pubblico
Contro ogni previsione, molti ultrà dell’Inter partiranno per Monaco per la finale di Champions League anche senza biglietto valido. Il direttivo della curva nord ha cercato, attraverso l’avvocato Mirko Perlino, di ottenere una lista da 600 tagliandi da destinare agli ultrà, denunciando apertamente la mancanza di risposte sia da parte dell’Inter che delle autorità italiane.
L’iniziativa del viaggio in massa senza biglietto rischia di mettere a dura prova l’ordine pubblico tedesco. Le autorità di Monaco saranno chiamate a gestire una presenza di tifosi senza accesso legittimo nello stadio, con possibili tensioni fuori dal Meazza estero. La curva nord sottolinea che “la loro intenzione non è causare problemi ma sostenere la squadra nel momento più importante della stagione.” Anche l’avvocato Perlino ha ricordato che “lo stato d’animo dei giocatori è segnato da questa divisione con la tifoseria, ma nonostante ciò la presenza organizzata alla partita rimane fondamentale per il gruppo ultrà.”
Il nodo dei biglietti rappresenta un tema aperto che riguarda anche il rapporto tra club, forze dell’ordine e tifosi, un equilibrio ancora fragile in vista di eventi di grande richiamo internazionale.