Un uomo di origini campane, già noto alle forze dell’ordine, è stato fermato dalla polizia di Roma dopo aver derubato due ultraottantenni con una messinscena elaborata. Il malvivente ha adottato l’escamotage del falso ufficiale di polizia e di un perito del tribunale per confondere le vittime e portare a segno una rapina in casa. Il piano ha colpito un marito e una moglie, entrambi anziani, con modalità tipiche dei raggiri telefonici seguiti da azioni violente.
La chiamata ingannevole al marito: la tattica per isolare le vittime
Tutto ha avuto inizio in ottobre, con una telefonata arrivata sul telefono fisso di casa. Il truffatore si è spacciato per un ufficiale dei carabinieri, avvertendo il marito che la targa della sua auto e quella della figlia erano coinvolte in due rapine. L’invito era quello di recarsi immediatamente presso la caserma Cecchignola per chiarire la situazione. L’uomo, non sospettando nulla, ha lasciato la propria abitazione, lasciando la moglie sola con i truffatori. L’obiettivo era proprio questo: allontanare il marito per agire indisturbati in casa.
A questo punto il trucco si è rivelato cruciale. La chiamata dal sedicente carabiniere aveva creato uno stato di allarme e fiducia in un’autorità inesistente. Questo ha permesso ai complici di agire senza ostacoli. La prontezza della scelta del luogo – una caserma conosciuta – e i dettagli forniti hanno evitato ogni sospetto nell’uomo. Non essendoci modalità di verifica diretta, l’anziano ha accettato e abbandonato la casa.
Il raggiro a danno della moglie con la finta visita del perito
Dopo pochi minuti dall’allontanamento del marito, è partita una seconda chiamata: questa volta alla moglie. Un’altra voce, fake poliziotto, ha raccontato una storia diversa ma collegata, dicendo che i gioielli di famiglia erano risultati rubati e che era in arrivo un perito del tribunale per valutarne genuinità e valore. La donna è stata istruita a sistemare tutti i preziosi in vista sul tavolo, creando così un’esca perfetta per i ladri.
Nonostante la confusione, la moglie ha seguito le indicazioni. La tecnica sfrutta il timore dell’intervento giudiziario e la suggestione di una visita ufficiale per estorcere la collaborazione. Il racconto costruito era coerente e sfruttava le conoscenze comuni sul funzionamento delle forze dell’ordine e sulla tutela dei beni sequestrati, dando autorevolezza ingannevole al falso poliziotto.
L’invito a esporre i gioielli ha lasciato il materiale alla mercé dei truffatori, preparando il terreno per la rapina vera e propria.
La rapina violenta e la fuga con il bottino
La terza fase ha visto arrivare un uomo che si è presentato come il perito annunciato. Vestito da tecnico, ha esaminato rapidamente i gioielli, confermando le parole dette alla donna. Quando lei ha chiesto di non toccare nulla, la situazione è precipitata. L’uomo ha minacciato la donna, strappandole dalle mani i gioielli e spintonandola a terra prima di darsi alla fuga.
Il valore del bottino è stato stimato in circa 15mila euro, un colpo che ha avuto risvolti violenti e ha trasformato un raggiro telefonico in una vera rapina. La scena, avvenuta all’interno di un appartamento romano, ha lasciato le vittime sotto shock e con un senso di insicurezza.
L’azione del truffatore si è quindi evoluta da mera frode a rapina aggravata, un passaggio che ha amplificato la gravità del reato e le sanzioni possibili. La presenza di minaccia e aggressione fisica ha complicato il quadro criminale e motivato un intervento immediato delle forze dell’ordine.
Le indagini e l’arresto grazie alle telecamere e agli archivi della polizia
Gli agenti del IX Distretto Esposizione hanno preso in carico il caso, partendo dalle immagini delle telecamere dello stabile. Queste hanno catturato il volto dell’uomo travestito da tecnico, confermando la sua identità già presente nelle banche dati per precedenti penali. Originario della Campania, l’uomo aveva alle spalle altri episodi simili, come hanno ricostruito i poliziotti incrociando i dati raccolti.
L’indagine ha seguito ogni passo, ricostruendo la tempistica delle chiamate, lo spostamento delle vittime e il modus operandi. Gli elementi hanno convinto l’autorità giudiziaria a emettere un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, che è stata eseguita a Roma. Il fermo è arrivato dopo verifiche dettagliate e permette ora di approfondire la posizione del sospettato.
La rete di sicurezza messa in campo dalla polizia punta a impedire che simili truffe si ripetano con lo stesso copione.
Le accuse formali e le conseguenze legali per il responsabile
Il truffatore arrestato ora deve rispondere formalmente di rapina aggravata e sostituzione di persona. L’accusa di sostituzione riguarda il fatto di aver usato falsi ruoli istituzionali per ingannare e avvicinare le vittime. La rapina aggravata deriva dalla violenza impiegata e dalla condizione vulnerabile degli anziani coinvolti.
L’episodio evidenzia come metodi consolidati di truffa possano trasformarsi in crimini con risvolti fisici e traumatizzanti. Le forze dell’ordine hanno confermato l’attenzione verso specifiche fasce di popolazione, considerate più esposte a raggiri telefonici e furti.
Le indagini vanno avanti per capire se altri complici possano aver partecipato al piano criminale e se esistano ulteriori vittime nella capitale o in altre zone.
Il caso si inserisce in una serie di episodi recenti dove criminali ripiegano su azioni combinate di sofisticazione e violenza per ottenere bottini ingenti. Resta alta la guardia delle autorità, che invitano gli anziani a prestare attenzione a telefonate sospette e richieste di dati o accesso in casa.
Ultimo aggiornamento il 22 Luglio 2025 da Luca Moretti