Il tribunale di milano ha rigettato la richiesta di Artem Uss, figlio di un oligarca russo, di essere ascoltato da remoto come testimone nel processo riguardante la sua evasione dai domiciliari a Basiglio nel 2023. Uss, in attesa di estradizione negli Stati Uniti, era sfuggito alla custodia e adesso il procedimento penale coinvolge anche Dmitry Chirakadze, ritenuto il coordinatore della fuga. La vicenda intreccia elementi di cronaca giudiziaria e questioni legate all’immigrazione e alla sicurezza.
La richiesta di Artem Uss e la risposta del tribunale di milano
Il 6 maggio 2025, il tribunale di milano ha preso posizione sulla richiesta formulata dai legali di Artem Uss, che chiedeva di partecipare al processo in videocollegamento per spiegare le modalità della sua evasione. Uss, noto per essere figlio di un esponente vicino a Putin, era detenuto ai domiciliari a Basiglio, ma nel 2023 ha abbandonato arbitrariamente la sua dimora e si è dato alla fuga fuori dall’Italia mentre era in attesa di estradizione verso gli Stati Uniti. La sua disponibilità al confronto testimoniale a distanza non è stata accolta dalla corte, che ha rigettato tale istanza senza lasciare spazio a repliche.
Il tribunale ha motivato il diniego sottolineando la necessità di una presenza diretta per garantire la regolarità del procedimento e la possibilità di replicare immediatamente alle dichiarazioni. La decisione evidenzia come il sistema giudiziario italiano dia priorità alla chiarezza nelle fasi processuali, specialmente in casi delicati che toccano questioni di ordine pubblico e sicurezza internazionale, come in questo caso. La scelta di respingere l’audizione remota complica la posizione di Uss e potenzialmente consente un’istruttoria più puntigliosa.
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L’accusa contro Dmitry Chirakadze e l’istruttoria del pubblico ministero
Dmitry Chirakadze è indicato come il principale indagato per aver favorito la fuga di Artem Uss. L’imputazione di procurata evasione aggravata riguarda l’organizzazione e la messa in atto di un piano che ha portato l’oligarca russo a sottrarsi alla detenzione. Il pubblico ministero Giovanni Tarzia, nel corso dell’udienza davanti al giudice Ombretta Malatesta, ha chiesto una condanna a cinque anni e mezzo di reclusione, delineando un quadro in cui Chirakadze avrebbe avuto un ruolo centrale e attivo.
Nel ricostruire l’accaduto, il pm si è basato sulla testimonianza di Srdan Lolic, anch’esso sotto indagine per procurata evasione e ascoltato in videocollegamento dalla Serbia. Lolic ha indicato Chirakadze come l’ideatore della fuga, contrastando l’ipotesi che possa aver mosso accuse per vendetta o rancori personali. Il pm ha sottolineato che Lolic doveva dei soldi a Chirakadze, smentendo la possibilità di animosità a senso contrario. Lolic ha fornito dettagli che, secondo gli inquirenti, trovano riscontri nelle comunicazioni telefoniche e nei documenti digitali sequestrati.
Fra le altre prove citate figurano traffico telefonico acquisito durante le indagini, chat presenti nel computer di Chirakadze e fotografie che proverebbero la connessione tra l’imputato e la fuga di Uss. Il pm Tarzia ha posto l’accento anche sulla situazione economica di Chirakadze e sui contatti con soggetti legati alle forze armate russe, elementi che, a suo dire, accrescono la pericolosità sociale del reo riconosciuto.
La difesa di Dmitry Chirakadze e la posizione in aula
Gli avvocati Federico Sinicato e Tatiana Della Marra hanno ribadito la posizione di Chirakadze, chiedendo l’assoluzione con formula piena perché “il fatto non sussiste o per non aver commesso il fatto”. Hanno contestato tutte le prove esposte dal pm, mettendo in dubbio la fondatezza delle accuse e la credibilità delle testimonianze, in particolare quella di Lolic. La linea difensiva si basa sull’assenza di prove concrete che dimostrino il coinvolgimento diretto di Chirakadze nella fuga di Uss.
Durante l’udienza del 30 aprile 2025, Chirakadze ha reso dichiarazioni spontanee negando ogni responsabilità. Ha dichiarato di essere rimasto sorpreso dalla decisione di Artem Uss di scappare e ha affermato di non sapere chi abbia preso tale iniziativa. “La fuga è stata una scelta personale di Uss, dettata dal suo carattere testardo e dai problemi personali.” Queste affermazioni sono state presentate per smontare la narrativa accusatoria e dimostrare l’estraneità della sua posizione.
La difesa ha inoltre osservato che la condizione di detenuto ai domiciliari rendeva difficile un’organizzazione così sofisticata senza alcuna traccia chiara. Gli avvocati hanno evidenziato come i presunti collegamenti con ambienti militari russi siano al momento solo supposizioni senza riscontri immediati. La strategia si concentra nell’indebolire la ricostruzione dell’accusa e nel sollevare dubbi sull’intera istruttoria.
Una vicenda complessa tra ordine pubblico e relazioni internazionali
Questa vicenda tocca temi delicati che coinvolgono non solo la giustizia italiana ma anche rapporti internazionali e questioni di sicurezza. Artem Uss, appartenente a una famiglia legata a figure di rilievo in Russia, era sotto misura cautelare in attesa di estradizione negli Stati Uniti. La fuga ha messo in luce potenziali nodi riguardanti le modalità di controllo dei soggetti sottoposti a misure restrittive, ma anche contatti tra esponenti politici e militari che possono influenzare operazioni di questo tipo.
L’inchiesta accelera su più fronti, senza tralasciare le implicazioni della partecipazione apparentemente diretta di Chirakadze e altri soggetti indicati dagli inquirenti. Le autorità italiane mantengono alta l’attenzione sugli sviluppi e sulle possibilità di ulteriori coinvolgimenti, anche alla luce dello scenario geopolitico attuale. La decisione del tribunale su aspetti procedurali come l’audizione da remoto contribuisce a definire le modalità di gestione di casi simili in futuro.
Il processo prosegue, con la comunità giudiziaria attenta all’evoluzione delle prove e alle testimonianze che potrebbero chiarire definitivamente ruoli e responsabilità nella fuga di Artem Uss. La città di milano resta al centro di un caso che, per i suoi risvolti, interessa ambiti diversi dalla semplice cronaca giudiziaria locale.