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Tribunale di milano respinge richiesta di sgombero urgente per il centro sociale il Cantiere a san siro

Il tribunale civile di Milano respinge il ricorso di Monterosa 84 srl per lo sgombero del centro sociale Il Cantiere, riaccendendo il dibattito su occupazione e proprietà in città.

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A Milano, il tribunale ha rigettato il ricorso urgente della proprietà per lo sgombero del centro sociale Il Cantiere, occupante storico di via Monterosa 84, ritenendo insufficienti i rischi di pericolo segnalati. La vicenda riflette le tensioni tra interessi immobiliari e spazi sociali nella città in trasformazione. - Unita.tv

Nel cuore di milano, un nuovo capitolo si è aperto intorno al centro sociale il Cantiere, occupante storico dell’immobile di via Monterosa 84, zona San Siro. La proprietaria dello stabile, la società Monterosa 84 srl, aveva avanzato un ricorso urgente per ottenere lo sgombero dello spazio, basandosi su presunte condizioni di pericolosità legate a irregolarità nelle attività di ristorazione e presunti rischi strutturali dell’edificio. Il tribunale civile però ha rigettato questa richiesta, riaprendo così il dibattito sulla lunga vicenda che lega proprietà immobiliare e occupazione sociale in una città in continua trasformazione.

Rigetto del ricorso e valutazione del tribunale civile

Il tribunale civile di milano, con il giudice Ilario Pontani della tredicesima sezione civile, ha dichiarato inammissibile il ricorso d’urgenza presentato da Monterosa 84 srl per ottenere lo sgombero immediato del centro sociale il Cantiere. La richiesta avanzata da Monterosa 84 srl si basava sul tema della pericolosità: da un lato si segnalava la presenza di un allaccio abusivo alla rete elettrica e al gas, relativo alle attività di ristorazione, dall’altro si paventava il rischio che parti del tetto o della facciata potessero staccarsi mettendo a repentaglio la sicurezza.

Il giudice ha osservato che “non esiste un pericolo attuale o concreto che giustifichi un intervento immediato di sgombero.” L’immobile in questione, una palazzina degli inizi del 1900, è stato acquistato dalla società immobiliare nel marzo del 2024 per circa 1,8 milioni di euro, ma era già occupato da 23 anni da questo centro sociale. Nel suo provvedimento il giudice ha evidenziato l’assenza di pericoli reali e oggettivi, condizione necessaria per avanzare una richiesta d’urgenza in tribunale. Questo significa che l’azione legale della proprietaria dovrà ora seguire la strada ordinaria per affermare i propri diritti, senza poter chiedere misure immediate.

Dinamiche della proprietà e struttura dell’immobile

Monterosa 84 srl, la società proprietaria, fa capo a Salvatore Murè, 64 anni di Vimercate, con partecipazioni da parte di Murè Holding, Immobiliare La Rocca srl e Futura srl. L’acquisto del palazzo avvenuto nel 2024 testimonia l’interesse della proprietà per uno stabile che, già occupato da molto tempo, non è mai passato realmente sotto il controllo pieno del proprietario. L’edificio è situato in una zona di milano dove immobili storici convivono con rapide trasformazioni urbane, spesso al centro di tensioni tra interessi privati e iniziative sociali.

La struttura, originaria del primo Novecento, presenta segni di usura dovuti anche all’occupazione senza titoli legali e ai lavori di autorecupero effettuati dagli occupanti, con interventi pratici volti a mantenere lo stabile agibile. Le contestazioni della proprietà evidenziano, tra le altre cose, presunti rischi che la facciata o parti del tetto possano staccarsi. Al momento però il tribunale ha reputato insufficienti le prove per considerare tali rischi imminenti o reali.

Il ruolo del centro sociale il Cantiere nella milano contemporanea

Il Cantiere è una realtà storica nel panorama sociale milanese. Presente nell’immobile di via Monterosa per oltre vent’anni, ha rappresentato un punto di riferimento per molte attività culturali, autogestite e di contrasto sociale. Gli occupanti sottolineano come l’autorecupero abbia consentito di salvare l’edificio dal degrado e di restituirlo a una funzione collettiva, in un contesto dove lo sviluppo edilizio a scopo speculativo spesso rischia di cancellare spazi alternativi.

Nel corso del weekend successivo alla decisione del tribunale, gli attivisti hanno organizzato una manifestazione di presidio permanente per opporsi a un possibile sgombero. Quella di via Monterosa, dicono, è “una battaglia contro chi vede in milano un’occasione per investimenti finanziari legati all’espansione cementizia, piuttosto che un luogo da preservare per le storie e le esperienze di resistenza urbana.”

Impatto sulle comunità e scenari futuri a milano

La vicenda del Cantiere riflette tensioni più ampie legate alle dinamiche di proprietà e uso degli spazi in città. L’acquisto di palazzi occupati rappresenta una strategia commerciale che entra in conflitto con le occupazioni sociali, che puntano invece a spazi vivi e inclusivi per attività culturali e sociali. La decisione del tribunale apre la strada a ulteriori passaggi legali ordinari, che saranno decisi nei prossimi mesi.

Milano continua a confrontarsi con queste sfide, in un momento in cui la città si trasforma con nuovi interventi immobiliari e politiche urbane. Le questioni del diritto di proprietà e della sicurezza degli edifici si scontrano con il bisogno di mantenere vivi spazi che raccontano pezzi importanti della storia metropolitana. Le prossime mosse della proprietà e del centro sociale saranno decisive per conoscere l’evoluzione di questa vicenda.