La comunità di Tesero ha ricordato, nel 2025, il quarantennale della tragedia della Val di Stava del 1985. Un evento che ha segnato profondamente il territorio, spingendo abitanti e amministratori a riflettere sul valore della memoria e sulla necessità di proteggere il territorio con rigore. Nel corso della cerimonia, il sindaco Massimiliano Deflorian ha sottolineato l’importanza di trasformare il ricordo in impegno concreto per la sicurezza e la prevenzione.
Massimiliano Deflorian e la commemorazione della Val Di Stava: parole dal cuore di Tesero
Durante l’incontro ufficiale svoltosi a Tesero, il sindaco Massimiliano Deflorian ha aperto la cerimonia con una voce palesemente intonata dall’emozione, mostrando un lato umano che ha coinvolto tutti i presenti. Rivolgendosi alla comunità e ai familiari delle vittime, Deflorian ha ricordato come in questi 40 anni il dolore non si sia mai spento, ma abbia convissuto con la volontà di farne una lezione per il territorio.
Il suo discorso ha chiarito che la memoria deve restare viva non solo nel ricordo delle persone scomparse, ma anche attraverso azioni concrete. Il primo impegno espresso riguarda la sicurezza del territorio, con l’obiettivo di evitare il ripetersi di simili tragedie. Ha poi menzionato la necessità di diffondere una cultura diffusa della prevenzione e di tutelare l’ambiente, elementi ritenuti fondamentali per garantire il futuro della comunità.
Deflorian ha anche evidenziato il ruolo della giustizia in questo processo di memoria, indicando come un’attenta verifica di responsabilità debba accompagnare ogni fase di tutela del territorio e della comunità. Le sue parole, scandite con forza e commozione, hanno ribadito l’importanza di mantenere una trasparenza nelle azioni pubbliche e una consapevolezza collettiva sulle cause e le conseguenze della catastrofe.
La Val Di Stava: simbolo di fragilità e responsabilità nella convivenza tra uomo e natura
Il riferimento al nome “Stava” torna più volte nel discorso del sindaco come richiamo diretto al significato della tragedia. Quel nome, infatti, non rappresenta solo la località dove la catastrofe si è consumata, ma incarna un monito per la società. La Val di Stava sintetizza la fragilità del rapporto tra l’uomo e la natura, un equilibrio delicato che può sgretolarsi quando mancano controllo e responsabilità.
La tragedia del 1985 ha mostrato quali conseguenze possano derivare dalla sottovalutazione dei rischi legati all’ambiente e da una gestione superficiale delle infrastrutture. Stava è quindi diventata una parola che ancora oggi è in grado di evocare un effetto immediato, smuovendo coscienze e ricordando l’importanza di rispettare i limiti imposti dalla natura e dalle normative di sicurezza.
È un simbolo che parla del passato ma anche del presente e del futuro, invitando chi amministra e chi vive quei territori a non abbassare mai la guardia. La memoria di Stava, insomma, serve a non dimenticare l’importanza della trasparenza e dell’attenzione, ma anche l’urgenza di un controllo continuo e responsabile nelle zone a rischio.
Reazione della comunità di Tesero: un esempio di solidarietà e coscienza collettiva
Oltre al ricordo doloroso, la commemorazione ha messo in evidenza come la comunità di Tesero abbia saputo reagire all’evento con coesione e forza. La cultura della prevenzione non è solo una parola nel vocabolario locale, ma una pratica diffusa che si è trasformata in un vero e proprio modo di vivere.
Le autorità locali e i cittadini hanno dedicato impegno e risorse per migliorare sistemi di monitoraggio, per riorganizzare i piani di emergenza e per sensibilizzare la popolazione su rischi e comportamenti corretti in caso di allerta. Questa risposta collettiva ha contribuito a mantenere viva la memoria trasformandola in uno stimolo concreto a migliorare la sicurezza.
Il senso di unità e la volontà di non dimenticare hanno rafforzato legami tra le famiglie, le istituzioni e i singoli abitanti, dando luogo a iniziative culturali e sociali mirate a mantenere viva l’attenzione su quanto accaduto. Tesero, così, è riuscita a trasformare un grande dolore in voce collettiva, simbolo di una coscienza nata dalla sofferenza ma rivolta al futuro.
Ultimo aggiornamento il 19 Luglio 2025 da Elisa Romano