A Trento è stato ufficializzato un accordo tra Prefettura e Comune per regolare l’attività degli “addetti ai servizi di controllo” nelle aree della vita notturna. Questi operatori, detti anche “street tutor”, hanno il compito di sorvegliare le zone della movida per garantire maggiore sicurezza senza ricorrere a misure coercitive. Il protocollo mira a mantenere l’ordine e a intervenire tempestivamente in caso di bisogno, integrando l’azione delle forze dell’ordine.
protocollo d’intesa tra Prefettura e Comune per la sicurezza nelle vie della movida
Il 2025 ha visto a Palazzo Geremia la firma di un accordo tra il prefetto di Trento, Giuseppe Petronzi, e il sindaco Franco Ianeselli. Il documento definisce le funzioni e i limiti operativi degli addetti che svolgono servizio di controllo nelle aree della movida, monitorando situazioni e comportamenti senza entrare in conflitto diretto. In pratica, gli street tutor dovranno essere iscritti in un registro gestito dalla Questura e operare sotto la guida del Consorzio Trento Iniziative, vincitore del bando per il servizio.
Tra le priorità c’è l’osservazione generale degli spazi pubblici, per accertare anche la possibile presenza di oggetti vietati o sostanze illecite. Inoltre, dovranno prevenire situazioni che possono ostacolare vie di uscita o creare intralci all’accesso degli esercizi commerciali. Il loro ruolo prevede anche la gestione dei flussi di persone e la presenza costante agli ingressi di locali notturni. In caso di emergenze, sono autorizzati a fornire un primo soccorso senza mai ricorrere ad alcuna forma di coercizione fisica o intervento aggressivo. Qualsiasi episodio che si prospetti pericoloso dovrà essere immediatamente segnalato alle forze di polizia.
Organizzazione e modalità dei controlli durante la movida
Il lavoro degli street tutor non avrà cadenza casuale ma sarà organizzato secondo un calendario preciso. La polizia locale di Trento indicherà settimanalmente quali locali e aree dovranno essere monitorati. Questa lista verrà poi comunicata regolarmente alla Questura, per coordinare in modo efficiente le attività di controllo. Il servizio iniziale è stato sperimentato tra novembre e dicembre 2024, con quattro operatori impiegati in turni serali di sei ore, dalle 20 alle 2.
Adesso invece si avvia una fase con un budget di ventimila euro autorizzato dal Comune per coprire 41 giornate di attività. Questo ampliamento risponde alla necessità di assicurare una presenza costante nelle zone di interesse, ponendo un filtro umano tra la sicurezza pubblica e la gestione della socialità notturna. La gestione diretta da parte di personale formato e inserito in una rete controllata dalla Prefettura e dal Comune si configura come un modello di intervento non invasivo, che punta alla prevenzione e al controllo senza alimentare tensioni o scontri.
Impatto delle misure contro la malamovida e ruolo della sindaca della notte
Il sindaco Ianeselli ha sottolineato come il tema della malamovida, cioè dei disordini notturni legati alla vita sociale e al consumo, sia meno presente nelle cronache locali. I residenti e gli operatori della movida risentono di minori episodi di disturbo e problemi grazie soprattutto all’introduzione di figure istituzionali di riferimento come quella della “sindaca della notte“. Inizialmente incaricata a Giulia Casonato e ora affidata alla vicesindaca Elisabetta Bozzarelli, questa figura coordina gli sforzi per regolare la vita notturna e mediare tra cittadinanza e locali.
Il miglioramento riportato nel clima della movida suggerisce che l’approccio adottato, basato su dialogo e presenza discreta di operatori qualificati, può influire positivamente sul rispetto delle regole e sulla sicurezza percepita. Il modello elaborato a Trento riguarda non solo interventi reattivi, ma soprattutto un’attività preventiva e di monitoraggio capillare. Ciò consente di individuare e ridurre fonti di conflitto, agevolando una fruizione ordinata degli spazi pubblici dedicati alla socializzazione serale.
Posizione del prefetto sulla strategia contro i disordini notturni
Il prefetto Petronzi ha definito la figura dello street tutor come una risposta adeguata alla tipologia di problemi riscontrati nell’ambito della movida trentina. Ha escluso la necessità di misure eccessivamente rigide o sistemi di controllo troppo pesanti. Nel corso dei tredici mesi di sperimentazione, il Comitato per l’ordine pubblico si è riunito regolarmente per valutare l’andamento delle attività e calibrare le azioni in base all’evoluzione delle situazioni.
Petronzi ha anche messo in guardia dall’errore di proporre soluzioni che non rispecchiano la reale entità dei disagi, evitando quindi di alimentare allarmismi o risposte sproporzionate rispetto ai fatti. La collaborazione tra Prefettura, Comune, polizia locale e operatori è stata determinante per modulare un intervento efficace e rispettoso delle norme democratiche. Durante la cerimonia di firma del protocollo, il prefetto ha annunciato il suo trasferimento alla guida della Prefettura di Trieste, ricevendo un omaggio simbolico dal sindaco come ricordo dell’esperienza trentina.
Ultimo aggiornamento il 23 Luglio 2025 da Elisa Romano