Padre Francesco Patton lascia la Custodia Di Terra Santa e si trasferisce sul Monte Nebo in Giordania

Padre Francesco Patton si trasferisce al Monte Nebo in Giordania. - Unita.tv

Serena Fontana

2 Settembre 2025

Padre Francesco Patton, custode di Terra Santa dal 2016 fino a giugno 2025, ha raccontato la sua esperienza in Medio Oriente, tra guerre, conflitti e incontri con popolazioni che chiedono pace. Dal primo ottobre si sposterà in Giordania, sul Monte Nebo, per continuare il suo impegno religioso in un contesto diverso ma altrettanto importante. In varie città del Trentino sta partecipando a incontri pubblici, dove condivide la sua testimonianza e cerca di far capire le difficili condizioni in Israele, Palestina e Siria, zone che negli ultimi anni sono state teatro di tensioni e distruzioni.

Nove anni in Terra Santa tra guerra e impegno

Dal 2016 a giugno 2025, padre Francesco Patton ha guidato la Custodia dei luoghi sacri cristiani in Terra Santa. In quegli anni ha vissuto da vicino momenti di forte crisi, soprattutto in Siria e nel conflitto tra Israele e Palestina. Ha attraversato il picco della guerra siriana nel 2016, per poi vedere un calo dell’intensità del conflitto nell’ultimo anno.

Sul fronte israeliano e palestinese, invece, la situazione è peggiorata negli ultimi due anni, in particolare dopo il 7 ottobre 2023, con gravi ripercussioni sulla popolazione e un’escalation di tensioni. Gaza è stata duramente colpita, quasi raso al suolo. Padre Patton ha più volte sottolineato come questo clima di violenza abbia segnato profondamente il suo lavoro e la sua missione, portandolo a camminare tra luoghi di fede ma anche di grande sofferenza.

Nonostante tutto, ha incontrato persone che non hanno perso la speranza, che vogliono un futuro più sereno e pacifico. Per lui è stata un’immersione totale nelle diverse culture religiose del Medio Oriente, un mondo complicato ma ricco di umanità e voglia di cambiamento.

Dal Monte Degli Ulivi al Monte Nebo: un nuovo inizio

Dal primo ottobre 2025 padre Patton lascerà la carica di custode di Terra Santa, che passerà a padre Francesco Ielpo. Non abbandonerà però il Medio Oriente: si trasferirà in Giordania, sul Monte Nebo, un luogo di grande valore biblico perché segna la fine del viaggio di Mosè. Qui c’è un santuario dedicato a Mosè che diventerà il nuovo centro del suo lavoro e della sua testimonianza.

Questo cambio rappresenta un nuovo scenario, ma non un’interruzione della sua missione. Padre Patton continuerà a vivere e lavorare in contesti diversi, sempre legati al mondo religioso e ai luoghi santi. Il Monte Nebo, meta di pellegrinaggi e simbolo di fede, offrirà una prospettiva diversa rispetto a quella vissuta in Terra Santa, mantenendo però saldo il legame con la spiritualità cristiana e l’impegno per la pace.

È una scelta che mette in luce l’importanza della continuità religiosa e del dialogo tra culture e religioni in una regione segnata dai conflitti. È anche una sfida, perché gestire un contesto di fede così delicato può aprire nuove possibilità di incontro e confronto.

La pace è prima di tutto un percorso personale

Durante gli incontri in Trentino, come quello del primo settembre a Vigolo Vattaro, padre Patton ha spiegato che costruire la pace è un lavoro che parte da dentro. La sua riflessione si basa su un insegnamento di San Francesco: per essere operatori di pace bisogna coltivarla nel proprio cuore. Solo da lì può nascere un percorso di educazione alla pace.

Secondo lui, l’educazione è l’unica strada per uscire dalla logica da “tifosi”, quella che vede la vita delle persone come una partita da vincere o perdere tra fazioni opposte. Nei conflitti reali, quello che conta è il valore della vita umana, non la vittoria. Imparare a “stare dalla parte di chi soffre” è il primo passo per chi vuole fermare le violenze.

Questa visione si lega anche agli sforzi nella sua terra d’origine, il Trentino, dove eventi pubblici, iniziative civili e raccolte firme aiutano a mantenere viva l’attenzione sulle violazioni dei diritti umani in Medio Oriente e a mobilitare la gente per fermare i conflitti e sostenere chi soffre, soprattutto a Gaza.

Trentino in prima linea per la Pace In Medio Oriente

Padre Francesco Patton ha partecipato a diversi incontri pubblici a Trento, Vigolo Vattaro, Arco e Rovereto. Questi appuntamenti nascono dalla collaborazione tra il Comune di Altopiano della Vigolana, le Acli Trentine e le unità pastorali locali. L’obiettivo è diffondere informazioni dirette sul Medio Oriente, raccontare le condizioni drammatiche in Siria, Israele e Palestina, in particolare a Gaza, ma anche lanciare messaggi di pace.

L’iniziativa fa parte di un più ampio movimento civico, che include la campagna “Save Gaza”, nata per chiedere il cessate il fuoco e l’apertura di corridoi umanitari per far arrivare aiuti essenziali. Questi eventi vogliono far crescere una coscienza pubblica più attenta su temi che rischiano di sembrare lontani.

I soggetti locali, tra istituzioni, associazioni religiose e civili, lavorano insieme per mantenere viva la discussione sulla necessità di aiutare chi soffre e per ricordare che la pace si costruisce anche con piccoli gesti di solidarietà, oltre che con scelte politiche e diplomatiche.

In tutte queste occasioni, padre Patton porta la sua esperienza diretta, unendo racconto, dimensione spirituale e concretezza dei fatti sul campo. È un invito a riflettere, a non dimenticare chi vive la guerra ogni giorno, e a impegnarsi, in ogni modo possibile, per un futuro meno segnato dai conflitti.

Ultimo aggiornamento il 2 Settembre 2025 da Serena Fontana