Un uomo residente in Valsugana è stato arrestato a seguito di un provvedimento restrittivo disposto dal Tribunale di Trento. La misura arriva dopo diversi episodi che hanno messo in pericolo la sicurezza di una donna e della loro figlia. Le forze dell’ordine e la Procura hanno seguito con attenzione la vicenda, che ha coinvolto minacce, pedinamenti e telefonate moleste.
Il contesto dell’intervento dei Carabinieri a Pergine Valsugana
L’arresto è stato eseguito dai Carabinieri della Stazione di Pergine Valsugana su ordinanza della magistratura di Trento. Gli episodi di molestie avevano spinto la Procura a intervenire in più fasi. Inizialmente l’individuo era stato soggetto a un divieto di avvicinamento nei confronti della donna, misura poi ritenuta insufficiente dato il persistere delle condotte persecutorie. Il sospetto, originario del Trentino, non si era rassegnato alla fine del rapporto con la ex convivente e aveva più volte violato le prescrizioni, aggravando così la situazione.
I Carabinieri hanno raccolto testimonianze e prove che confermavano le continue ingiurie e telefonate moleste, ma non solo. Il comportamento del soggetto si estendeva anche verso la loro figlia, creando un clima di tensione e paura. La complessità del quadro investigativo ha portato gli inquirenti a richiedere un provvedimento più severo per garantire la tutela delle persone coinvolte.
I comportamenti persecutori oggetto dell’inchiesta giudiziaria
Le condotte contestate all’uomo sono caratterizzate da una serie di azioni che hanno provocato disagio e timore nelle vittime. Tra queste vi sono telefonate insistenti, ingiurie reiterate e pedinamenti nei luoghi frequentati dalla donna e dalla bambina. Si è trattato di atti sistematici, tali da configurare il reato di stalking.
La denuncia presentata dalla vittima ha avviato l’intervento delle autorità, con una prima misura cautelare pensata per limitare i contatti dell’uomo. In seguito alla ripetuta violazione di questa disposizione, il giudice ha emesso l’ordinanza più restrittiva di custodia in carcere. Questa decisione riflette la necessità di interrompere definitivamente le azioni persecutorie e tutelare la sicurezza psicofisica delle persone coinvolte.
L’importanza di questo passaggio sta anche nel riconoscere l’evoluzione della situazione, dove l’adozione di misure meno rigide non aveva frenato le condotte moleste. L’Autorità Giudiziaria ha quindi ritenuto che la detenzione fosse l’unico strumento idoneo a prevenire nuovi episodi.
L’arresto e la detenzione nel Carcere Di Trento
L’uomo è stato preso in custodia lo scorso venerdì presso la propria abitazione nella Valsugana. Dopo l’esecuzione dell’ordinanza cautelare, è stato trasferito nella Casa Circondariale di Trento. In carcere dovrà rispondere delle accuse di atti persecutori aggravati dal fatto delle ripetute violazioni delle misure cautelari precedenti.
Il processo proseguirà con ulteriori accertamenti e l’acquisizione di elementi integrativi a carico dell’imputato. Nel frattempo, la temporanea detenzione mira a far cessare la spirale dei comportamenti violenti nei confronti della donna e della figlia.
La vicenda è un esempio significativo dell’intervento del sistema giudiziario nelle situazioni di stalking domestico, con particolare attenzione alla protezione delle vittime quando le misure iniziali si dimostrano inefficaci. I Carabinieri della Stazione di Pergine Valsugana restano impegnati nel monitoraggio di casi simili per assicurare la sicurezza nel territorio.
Ultimo aggiornamento il 22 Luglio 2025 da Luca Moretti