La regione si prepara a fronteggiare l’emergenza dermatite nodulare dei bovini con un piano vaccinale già definito e l’arrivo imminente di 300mila dosi di vaccino. L’incontro tra assessori regionali e associazioni di categoria ha chiarito tempi, modalità e strategie per contenere la diffusione della malattia che sta colpendo gli allevamenti locali.
Il vaccino contro la dermatite nodulare proviene dal Sudafrica ed è stato reperito grazie all’intervento tempestivo del Ministero della Salute. Secondo quanto dichiarato dall’assessore alla Sanità Armando Bartolazzi, “le prime 300mila dosi dovrebbero giungere nell’isola entro dieci-quindici giorni”. Questo quantitativo rappresenta il primo step per avviare una vaccinazione obbligatoria su larga scala.
Il piano ufficiale, inviato nelle ultime ore al Ministero, prevede una copertura totale degli allevamenti con priorità alle zone dove sono stati segnalati i focolai più recenti. Il servizio veterinario regionale ha già attivato le sedi territoriali delle Asl coinvolte nel progetto, predisponendo tutta la logistica necessaria per gestire rapidamente le somministrazioni appena il materiale sarà disponibile.
L’obiettivo è completare la campagna immunizzante entro un mese dall’arrivo delle dosi sul territorio regionale. Si tratta quindi di una corsa contro il tempo che punta a limitare i danni causati da questa infezione virale altamente contagiosa tra i bovini.
Un elemento nuovo emerso durante l’incontro riguarda la costituzione di un gruppo operativo dedicato al supporto dell’Assessorato alla Sanità nella gestione pratica dell’emergenza. Questa task force lavorerà in stretto contatto con il Ministero della Salute e con gli organismi europei competenti.
Lo scopo principale è affrontare eventuale criticità operative durante le fasi più delicate della vaccinazione massiva ma anche garantire rapidità nelle procedure burocratiche legate all’immunizzazione degli animali. La presenza sul campo di questo gruppo dovrebbe facilitare interventi mirati ed evitare ritardi che potrebbero compromettere l’efficacia complessiva del piano.
Oltre alla somministrazione dei vaccini, saranno monitorate costantemente situazioni particolari come nuovi focolai o problemi logistici nei diversi territori interessati dalla malattia.
Uno dei punti centrali nella strategia sanitaria riguarda gli abbattimenti selettivi degli animali infetti o sospetti portatori del virus responsabile della dermatite nodulare. L’assessore Bartolazzi ha spiegato che “si stanno valutando tutte le possibilità consentite dalla normativa vigente italiana ed europea in materia sanitaria animale”.
Gli allevamenti locali presentano caratteristiche peculiari: molti capi sono distribuiti su aree vaste dove si pratica ancora pascolo brado o semi-brado rendendo difficile intervenire rapidamente su tutti gli esemplari infetti senza danneggiare quelli sani presenti nelle vicinanze.
Per questo motivo non può essere presa alcuna decisione autonoma a livello locale; ogni scelta deve essere condivisa con il Ministero della Salute dato che si tratta di un’emergenza nazionale riconosciuta anche dall’Unione Europea. Il ministero ha comunque assicurato sostegno economico ai proprietari sotto forma di ristori adeguati alle perdite subite dagli allevatori costretti ad abbattere parte del proprio bestiame contaminato dal virus.
Per lo smaltimento degli animali abbattuti sono state individuate due aree specifiche fuori regione: una nel Lazio e una in Campania. Questi siti garantiranno lo smaltimento secondo procedure sanitarie rigorose previste dalla legge italiana ed europea sulle emergenze sanitarie zootecniche.
La scelta esterna rispetto al territorio colpito nasce dalla necessità d’intervenire rapidamente evitando rischiosi accumuli temporanei negli stessi luoghi dove persistono i focolai. Le autorità regionali hanno così definito percorsi precisi per trasportare carcasse mantenendo standard elevati igienico-sanitari, riducendo così possibili contaminazioni ambientali aggiuntive.
Questo aspetto logistico rappresenta uno snodo fondamentale nell’organizzazione generale perché impatta direttamente sulla velocità d’esecuzione delle operazioni legate agli abbattimenti, condizione indispensabile affinché la lotta alla diffusione possa procedere spedita.
L’assessore all’agricoltura Gianfranco Satta ha confermato l’apertura verso interlocuzioni concrete col Ministero dell’Agricoltura finalizzate a ottenere fondi destinati ai risarcimenti. I contributi riguardano sia gli animali eventualmente abbattuti sia quelli impossibilitati a muoversi causa blocco imposto sulla movimentazione nei territori colpiti dai focolai.
Satta ha inoltre coinvolto la commissione Politiche agricole affinché inserisca fra i primi punti all’ordine del giorno proprio quello relativo ai ristori. In parallelo si sta preparando una proposta normativa da inserire nel prossimo assestamento finanziario previsto intorno a metà luglio; questa norma dovrebbe stanziare circa 5 milioni di euro destinata a coprire almeno tre mesi d’interruzione forzata delle attività zootecniche causata dalle misure restrittive.
Le tabelle ISMEA verranno utilizzate come riferimento ufficiale per quantificare rimborsi agli allevatori interessati dagli abbattimenti, mentre ulteriori fondi serviranno ad attenuare perdite economiche derivanti dal blocco temporaneo imposto sui movimenti dei capi vivi.
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