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Ritrovati resti di bambini in un sito ittita dell’altopiano anatolico: ipotesi rituali confermate dagli archeologi italiani

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Resti di bambini scoperti in sito ittita, conferme su riti antichi dagli archeologi italiani. - Unita.tv
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Nell’autunno 2024 la 18ª missione archeologica italiana in Anatolia Centrale ha portato alla luce reperti che potrebbero cambiare la comprensione delle pratiche funerarie nel mondo ittita. Condotta dall’Università di Pisa, questa spedizione ha rivelato resti di bambini legati a un contesto che suggerisce usi rituali ancora poco noti. L’indagine, eseguita insieme a un gruppo internazionale di studiosi, si concentra sul sito di Uşaklı Höyük, situato nell’altopiano centrale della Turchia. Le scoperte offrono nuove informazioni sull’uso e la funzione degli spazi monumentali del Bronzo tardo.

Uno spazio rituale ittita nel cuore dell’Anatolia: la scoperta della struttura circolare

Il sito di Uşaklı Höyük, esplorato fin dal 2021, ha attirato l’attenzione per un edificio noto come la “Struttura Circolare”, una costruzione in pietra dalla forma insolita. Finora si conoscevano pochi dettagli sulla sua utilità e sul ruolo che svolgeva nella comunità ittita. L’esplorazione ha rivelato una serie di elementi decisivi per chiarire il suo significato: tra questi, gusci di ossa infantili, ceramiche frammentate e residui di cenere e animali.

Il team guidato da Anacleto D’Agostino ha spiegato che non si tratta di tombe nel senso tradizionale, ma di un insieme di materiali collocati in modo rituale, probabilmente per onorare o commemorare i bambini deceduti. Questi ritrovamenti rafforzano la teoria che la struttura avesse una funzione sacra o cultuale. L’architettura sicuramente rispondeva a esigenze collettive della società ittita e essenziale per la loro identità e sistema di credenze.

Significato e contesto rituale: le pratiche funerarie infantili tra ittiti, fenici e punici

Le fonti scritte di età ittita offrono poco sulle modalità di sepoltura o cerimonie legate ai bambini. La presenza di sette individui infantili nella struttura suggerisce che il luogo fosse dedicato a queste pratiche. Nel Mediterraneo orientale, culture come quelle fenicie e puniche sono note per i tofet, spazi riservati ai riti funebri infantili e connessi a precisi usi rituali.

L’associazione tra bambini, frammenti ceramici bruciati e resti di animali ricorda questi depositi, indicando forse un’area «speciale» dove si svolgevano pratiche per garantire protezione o l’adeguata distanza tra vivi e morti. Da un punto di vista archeologico, questo ha aperto un confronto diretto tra tradizioni ittite e quelle della sponda sud del Mediterraneo, sottolineando come pratiche funerarie potessero avere elementi comuni o paralleli, pur in ambiti culturali differenti.

La ricerca scientifica al servizio dell’archeologia: datazioni e analisi del dna

Il ritrovamento più importante riguarda un dente di infante molto ben conservato. La sua importanza è duplice: in primo luogo, permette di effettuare una datazione assoluta, dando così un punto fermo per la cronologia del sito e delle pratiche qui svolte.

Secondariamente, il dente potrà essere oggetto di indagini genetiche, fornendo informazioni biologiche precise sulla popolazione che abitava Uşaklı Höyük in epoca ittita. Questo tipo di analisi è cruciale per ricostruire le origini, le migrazioni e le caratteristiche demografiche di gruppi umani appartenenti al Bronzo tardo. Il dente chiarisce aspetti che la sola archeologia non può cogliere, avvicinando le scienze naturali al lavoro sul campo.

Una collaborazione internazionale per svelare i segreti dell’anatolia centrale

La missione italiana, guidata dall’Università di Pisa, si è svolta in sinergia con università di diversi paesi, unite per indagare un territorio ricco di testimonianze antiche ma ancora molto da scoprire. I partner coinvolti comprendono istituti di Istanbul, Roma, Firenze, Siena, Ankara, Londra e Yozgat, formando un team eterogeneo con competenze storiche, archeologiche e scientifiche.

Il lavoro congiunto ha garantito un approccio multidisciplinare, per recuperare con precisione un ritaglio di storia dell’Anatolia Centrale, cruciale per capire dinamiche sociali e culturali di popolazioni poco documentate. L’attenzione al dettaglio e il metodo scientifico hanno portato a risultati concreti, suggerendo nuovi scenari rituali e ampliando la conoscenza sul periodo ittita.

Ultimo aggiornamento il 7 Agosto 2025 da Andrea Ricci

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Andrea Ricci

Andrea Ricci non cerca l’ultima notizia: cerca il senso. Blogger e osservatore instancabile, attraversa cronaca, politica, spettacolo, attualità, cultura e salute con uno stile essenziale, quasi ruvido. I suoi testi non addolciscono la realtà, la mettono a fuoco. Scrive per chi vuole capire senza filtri, per chi preferisce le domande alle risposte facili.

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