Irene Mariani ha 17 anni ed è passata dal dover dire addio alla pallavolo a salire sul podio nazionale di gymboxe. Tutto è cominciato nel 2023, quando le hanno scoperto un’aritmia cardiaca che l’ha costretta a uno stop forzato. Dopo un intervento risolutivo all’ospedale del Cuore della Fondazione Monasterio di Massa, la giovane atleta ha scelto una nuova strada sportiva. In meno di due anni è arrivata a conquistare il titolo italiano, dimostrando quanto la medicina specialistica, unita alla volontà, possa fare la differenza.
L’aritmia che ha cambiato tutto e l’intervento a Massa
È stato durante un controllo medico del 2023 che a Irene hanno trovato un’aritmia. Da quel momento, niente più pallavolo agonistica. A seguirla c’è stato il cardiologo Massimiliano Cantinotti, dell’ospedale del Cuore della Fondazione Monasterio. Dopo aver valutato con attenzione la situazione, i medici Silvia Garibaldi e Andrea Rossi hanno deciso per un intervento di ablazione. Questa procedura ha eliminato il problema all’origine, riportando il cuore di Irene a un ritmo normale.
L’operazione, eseguita con grande precisione, ha dato a Irene la possibilità di tornare a credere nel suo corpo. Da allora i medici l’hanno seguita passo dopo passo, confermando che il cuore rispondeva bene e che, con le giuste precauzioni, un ritorno allo sport era possibile.
La nuova sfida: la gymboxe e il ritorno in campo
Dopo mesi di recupero e vari controlli, Irene ha scelto di riprendere l’attività sportiva. A gennaio 2024 ha optato per la gymboxe, una disciplina che unisce fitness e boxe. È stato un nuovo inizio per lei, che si è dedicata con impegno agli allenamenti e alle gare giovanili.
Cambiare sport non è stato semplice: è servito adattare il corpo e la mente a uno sforzo diverso. Con il supporto della famiglia e del team medico, Irene ha superato le difficoltà iniziali. Nei primi mesi ha fatto passi avanti, migliorando forza e resistenza. A giugno 2025 è arrivata la soddisfazione più grande: il titolo italiano.
Il racconto di Irene e l’importanza di una diagnosi tempestiva
Irene ricorda quel momento della diagnosi come un colpo duro. La delusione di dover lasciare la pallavolo è stata grande. Ma non ha mai smesso di ringraziare il personale del Monasterio, che per lei è stato un punto di riferimento in un periodo complicato. La sua storia sottolinea quanto sia importante affidarsi a specialisti capaci di riconoscere e curare le aritmie, soprattutto nei giovani.
Il suo messaggio è chiaro: chi si trova in situazioni simili non deve rinunciare ai propri sogni sportivi. Serve solo il giusto supporto medico. La sua esperienza dimostra che, anche quando sembra tutto finito, la medicina e la determinazione possono aprire nuove porte.
Aritmie nei giovani: il valore della terapia ablativa
Silvia Garibaldi, uno dei cardiologi che ha operato Irene, spiega che le aritmie negli atleti giovani vanno affrontate con attenzione. L’ablazione è oggi una soluzione efficace in molti casi, perché elimina il tessuto che causa il problema al ritmo del cuore.
Secondo Garibaldi, un controllo costante e interventi precoci permettono ai pazienti di tornare a praticare sport senza rischi seri. L’ospedale del Cuore di Massa ha a disposizione tecnologie all’avanguardia per diagnosticare e curare queste condizioni, offrendo un’assistenza che tutela la salute e aiuta a mantenere uno stile di vita attivo.
Individuare in fretta disturbi come quello di Irene è fondamentale, soprattutto tra chi fa sport a livello agonistico. Un trattamento adeguato migliora la qualità della vita ed evita complicazioni. La sua storia è la dimostrazione concreta di come questa strategia funzioni, aprendo nuove prospettive per chi, dopo una battuta d’arresto, vuole rialzarsi e ripartire.
Ultimo aggiornamento il 1 Agosto 2025 da Rosanna Ricci