Il 4 agosto al Teatro Romano di Fiesole si è svolto un concerto dedicato a Paolo Benvegnù, artista recentemente scomparso. La serata ha visto l’esibizione dell’Orchestra Multietnica di Arezzo, diretta da Enrico Fink, con la partecipazione speciale di Neri Marcorè. Un omaggio che ha ripercorso la carriera di Benvegnù, con particolare attenzione a uno dei suoi album più rappresentativi.
La genesi del concerto “piccole fragilissime note” e il legame con Paolo Benvegnù
L’evento, intitolato “Piccole fragilissime note”, prende ispirazione dall’album “Piccoli fragilissimi film”, recentemente ripubblicato nel 2024 a vent’anni dalla sua uscita originaria. Questo disco aveva rappresentato una svolta importante nella carriera di Paolo Benvegnù, evidenziando il suo approccio musicale intenso e personale. Benvegnù aveva spesso collaborato con l’Orchestra Multietnica di Arezzo, specialmente nel tour “Culture contro la paura”, esperienza che ha consolidato il rapporto artistico e umano tra il cantautore e l’orchestra.
Il nome della manifestazione richiama la delicatezza e il dettaglio delle composizioni, elementi che hanno caratterizzato il lavoro di Benvegnù. La serata ha voluto sottolineare con rispetto questa dimensione, dando nuova vita alle sue canzoni attraverso arrangiamenti appositamente realizzati. Si tratta infatti di pezzi complessi e articolati, che richiedono un accompagnamento capace di catturarne le sfumature sonore. La riproposizione di queste tracce ha messo in evidenza il valore artistico di Benvegnù sotto una luce nuova, grazie al contributo prezioso dell’orchestra.
Ruolo di Enrico Fink e Luca Roccia Baldini negli arrangiamenti dell’orchestra multietnica
Gli arrangiamenti della serata sono stati curati dal direttore Enrico Fink e da Luca Roccia Baldini, collaboratore storico di Benvegnù. Questa coppia ha rappresentato un punto di riferimento nella costruzione del suono che il pubblico ha potuto ascoltare. La loro collaborazione ha permesso di ricostruire gli strati e le atmosfere tipiche delle canzoni del cantautore, trasformandole in momenti di forte impatto emotivo.
Enrico Fink, oltre alla direzione dell’orchestra, ha messo a disposizione la sua esperienza nel lavorare con musicisti di diversa provenienza, tradizioni e stili. Questo si è rivelato fondamentale nell’approccio dell’Orchestra Multietnica di Arezzo, formazione nota per il suo repertorio variegato e la capacità di mescolare suoni eterogenei. Il coinvolgimento di Baldini nella scrittura degli arrangiamenti ha portato un tocco personale e intimo alle esecuzioni, facendo emergere il legame con la figura di Benvegnù e il suo mondo artistico.
Il risultato è stata una prova corale che ha enfatizzato la tensione musicale dell’album, con dettagli sonori e armonici accurati. Ogni strumento ha contribuito a riprodurre la ricchezza delle melodie e la profondità dei testi, in un bilanciamento calibrato che ha valorizzato ogni componente della composizione originale.
Partecipazione di neri marcorè e la relazione con il progetto “è inutile parlare d’amore”
Tra gli ospiti della serata spiccava la presenza di Neri Marcorè, attore e cantante che qualche mese prima aveva preso parte al disco “È inutile parlare d’amore”. L’album ha ricevuto la Targa Tenco 2024 come miglior prodotto discografico assoluto, affermandosi come un lavoro di rilevante qualità artistica. Marcorè ha interpretato in quell’occasione il brano “27/12”, imponendo la sua cifra espressiva.
La sua partecipazione al concerto di Fiesole ha aggiunto un valore particolare alla rievocazione delle opere di Benvegnù, rappresentando un ponte tra il passato e un presente in cui la musica del cantautore viene ancora esplorata e valorizzata. Marcorè ha saputo integrare la sua interpretazione con la partitura orchestrale, offrendo al pubblico una testimonianza live di quel sodalizio avvenuto in studio.
Questo intervento ha sottolineato la continuità di un percorso artistico che va oltre la scomparsa di Benvegnù, mantenendo viva la memoria attraverso nuove forme di esecuzione e collaborazione. La presenza di un ospite così noto ha poi contribuito a attirare un pubblico più ampio, tessendo connessioni tra la musica d’autore e il grande pubblico.
Il contesto dell’evento nell’estate fiesolana e la scelta del teatro romano
Il concerto si è inserito nel calendario dell’Estate Fiesolana 2025, evento culturale che anima la città di Fiesole e offre appuntamenti musicali di rilievo. La scelta del Teatro Romano come sede è stata significativa. Questo spazio storico ha conferito un’atmosfera suggestiva alla serata, unendo la tradizione con la contemporaneità della musica proposta.
Il Teatro Romano, con la sua acustica particolare e la capacità di ospitare grandi ensemble, ha facilitato la resa sonora degli arrangiamenti orchestrali e ha dato risalto alla cornice scenografica. L’interazione fra architettura antica e musica contemporanea ha impreziosito l’esperienza degli spettatori, molti dei quali hanno potuto entrare in contatto diretto con l’opera di Benvegnù in una dimensione quasi rituale.
L’Estate Fiesolana riconferma, in questo modo, il proprio ruolo di piattaforma artistica in cui si intrecciano musica, storia e dedizione culturale. Il concerto ha suscitato interesse non solo tra gli appassionati del cantautore ma anche tra chi segue le iniziative che valorizzano spazi dal forte valore simbolico.
L’omaggio a Paolo Benvegnù ha avuto così uno spazio privilegiato, collocandosi in un calendario fitto di proposte musicali per rappresentare un momento di ricordo e celebrazione della carriera di un artista che ha lasciato un segno nel panorama musicale italiano.
Ultimo aggiornamento il 28 Luglio 2025 da Rosanna Ricci