Un uomo di 55 anni è stato fermato a Firenze con un’ordinanza di custodia cautelare, sospettato di aver messo a segno cinque furti e rapine nel quartiere Isolotto in meno di tre settimane. La squadra mobile ha ricostruito i fatti con precisione, individuando indizi decisivi che hanno portato all’arresto.
Furti e rapine nel cuore dell’Isolotto
Il primo episodio risale al 12 marzo, quando l’uomo, con il volto coperto da un passamontagna, è entrato nell’ufficio postale di via Torcicoda. Minacciando il personale con quella che sembrava una pistola, si è fatto consegnare circa 700 euro prima di scappare. Il colpo ha creato allarme tra i residenti per la freddezza con cui è stato eseguito.
Una settimana dopo, il 19 marzo, lo stesso uomo ha preso di mira un negozio di abbigliamento in via Giovanni Antonio Dosio. Ancora una volta con il volto nascosto, ha minacciato e portato via 500 euro e un orologio di valore. Dai suoi movimenti e dalla scelta del bersaglio emerge una buona conoscenza del quartiere.
Il 20 marzo il sospetto ha colpito una tabaccheria in via Luca Signorelli. Volto coperto, ha approfittato di un momento di distrazione del titolare per prendere 1300 euro dal registratore, senza usare minacce.
Quattro giorni dopo, il 24 marzo, ha tentato una rapina in un’altra tabaccheria, questa volta in via Sant’Angelo, armato di coltello. Ma la pronta reazione dei proprietari ha sventato il colpo. Un fallimento che però mostra un’escalation nel modo di agire.
L’ultimo episodio risale al 5 aprile, in un parrucchiere di via Bonaventura Berlinghieri. L’uomo si è travisato con un berretto da baseball e il collo del maglione alzato. Dopo aver preso 500 euro, ha mostrato un coltello infilato nei pantaloni durante la fuga, aumentando la tensione nel quartiere.
I trucchi del mestiere: come agiva il sospetto
In tutti i colpi, l’uomo ha sempre nascosto il volto, usando passamontagna o altri accessori. Ha minacciato con coltelli o presunte armi da fuoco e ha scelto obiettivi dove poteva trovare soldi subito.
L’introduzione del coltello nei colpi successivi, anche in quello fallito, mostra una crescente determinazione. L’uso di abiti comuni come il berretto e il dolcevita, unito ai travestimenti, suggerisce che cercava di non farsi riconoscere.
Il fatto che abbia agito sempre nella stessa zona e in pochi giorni fa pensare a una buona conoscenza del quartiere e dei suoi abitanti. La rapidità con cui fuggiva indica anche una certa abilità a muoversi senza farsi notare.
La svolta delle indagini e l’arresto
Le indagini, coordinate dalla procura di Firenze, sono partite subito dopo la prima rapina. La polizia ha controllato le zone e gli orari indicati, tenendo d’occhio persone sospette.
Il lavoro si è concentrato sulle testimonianze e sui racconti di chi aveva visto persone con abiti o atteggiamenti strani. Le immagini delle telecamere di sorveglianza sono state fondamentali: i poliziotti hanno passato al setaccio centinaia di filmati per trovare conferme e collegamenti.
La svolta è arrivata con la perquisizione a casa del 55enne. Qui sono stati trovati passamontagna, coltelli e vestiti corrispondenti a quelli usati durante i colpi. Quegli oggetti hanno confermato i sospetti e hanno portato all’emissione dell’ordinanza.
L’arresto è il risultato di un lavoro di squadra tra polizia e procura. Dimostra quanto sia importante il controllo del territorio e la raccolta di prove, sia di chi ha visto, sia di cosa è stato trovato.
Questo caso mostra che con un’azione rapida e decisa si possono bloccare focolai di criminalità anche in momenti difficili. Il quartiere Isolotto resta sotto osservazione, per capire se ci sono altri collegamenti o sviluppi.
Ultimo aggiornamento il 26 Luglio 2025 da Serena Fontana