La scorsa settimana Palazzo Strozzi ha chiuso le porte a ‘Tracey Emin. Sex and Solitude‘, la mostra più completa mai dedicata in Italia alla celebre artista britannica, una delle figure di spicco dell’arte contemporanea. Oltre 70mila persone hanno varcato l’ingresso dell’esposizione, che ha attirato l’attenzione di giornali e media da tutto il mondo. Ora, il calendario culturale fiorentino si prepara ad accogliere un nuovo grande evento: una mostra sul Beato Angelico, protagonista indiscusso del Rinascimento fiorentino, che si svolgerà tra Palazzo Strozzi e il Museo di San Marco.
Record di pubblico e grande interesse per la retrospettiva su Tracey Emin
La mostra dedicata a Tracey Emin ha fatto il pieno di visitatori a Palazzo Strozzi nei mesi scorsi, superando quota 70mila. Un risultato notevole, soprattutto per un’esposizione incentrata su un’artista contemporanea. Fin dall’inaugurazione, testate italiane e straniere hanno seguito l’evento con grande attenzione, apprezzando la profondità dei temi affrontati. Per la prima volta in Italia sono stati esposti lavori originali di Emin, con un percorso curato da Arturo Galansino, direttore generale della Fondazione Palazzo Strozzi.
La mostra ha esplorato due temi chiave dell’artista: la sessualità e la solitudine. Temi che, nelle sue opere, aprono riflessioni sul vissuto personale e sulle dinamiche sociali. Galansino ha sottolineato come questo successo dimostri l’importanza di portare all’attenzione del grande pubblico linguaggi capaci di raccontare la complessità del presente attraverso l’arte contemporanea. La Fondazione ha così confermato il suo ruolo di punto di riferimento culturale, attento a temi che stimolano il dibattito e la riflessione.
Il Beato Angelico torna protagonista a Firenze con una mostra tra arte e restauro
Subito dopo Tracey Emin, Palazzo Strozzi apre le porte a un’altra grande mostra, questa volta dedicata al Beato Angelico, artista simbolo del Rinascimento fiorentino. Dal 26 settembre al 25 gennaio, la rassegna si snoderà tra Palazzo Strozzi e il Museo di San Marco. Il percorso mette a confronto le opere del Beato Angelico con quelle di pittori suoi contemporanei come Lorenzo Monaco, Masaccio e Filippo Lippi, ma anche con scultori come Lorenzo Ghiberti, Michelozzo e Luca della Robbia. L’obiettivo è mostrare le connessioni artistiche e culturali dell’epoca e far capire quanto sia stato importante il suo contributo per la storia dell’arte.
La mostra è curata da Carl Brandon Strehlke, curatore emerito del Philadelphia Museum of Art, affiancato nella sezione al Museo di San Marco da Stefano Casciu, direttore regionale dei musei nazionali della Toscana, e Angelo Tartuferi, già direttore del museo stesso. Si tratta della prima grande esposizione fiorentina sul Beato Angelico dopo decenni: l’ultima risale al 1955. Dietro c’è un lavoro lungo quattro anni, che ha permesso di restaurare molti capolavori e di riunire per la prima volta dopo oltre due secoli pale d’altare disperse in vari luoghi.
Grazie a questo intervento, opere fondamentali per il Rinascimento trovano nuova vita e il pubblico potrà ammirarle tutte insieme, un’occasione rara che valorizza un patrimonio spesso frammentato e difficile da vedere in un unico contesto.
Palazzo Strozzi e Museo di San Marco rilanciano la scena culturale fiorentina con mostre che parlano al presente e al passato
Il ciclo di mostre che coinvolge Palazzo Strozzi e il Museo di San Marco segna un momento importante per la vita culturale di Firenze. Le due istituzioni si confrontano con temi che vanno dall’arte contemporanea, rappresentata da Tracey Emin, all’arte storica, con il focus sul Beato Angelico. Una scelta che conferma la città come un polo capace di accogliere sia le voci più attuali sia i grandi maestri del passato.
La Fondazione Palazzo Strozzi conferma così la sua missione: proporre esposizioni che sappiano coinvolgere un pubblico ampio e variegato, intercettando interessi diversi, da chi segue le tendenze contemporanee a chi preferisce un approccio più storico e accademico. I restauri e la ricomposizione delle pale d’altare nel caso del Beato Angelico aiutano a rendere accessibili capolavori spesso sparsi e difficili da vedere insieme.
Questa dinamica crea dialoghi inediti tra epoche e linguaggi artistici, attirando non solo i fiorentini ma anche turisti e appassionati da tutta Italia e dall’estero. Il pubblico ha così l’occasione di scoprire da vicino l’evoluzione dell’arte in Toscana, conoscerne i protagonisti e i momenti chiave della sua storia culturale.
La programmazione per i prossimi mesi conferma la vocazione di Firenze come città di grande richiamo culturale e apre nuove prospettive per dibattiti e approfondimenti, con l’obiettivo di valorizzare patrimoni spesso frammentati o poco conosciuti.
Ultimo aggiornamento il 21 Luglio 2025 da Andrea Ricci