Francesco Seminario, ex sindaco di Casabona arrestato nell’ottobre 2024 per presunti legami con la mafia, torna in libertà dopo il pronunciamento del tribunale del riesame di Catanzaro. La decisione accoglie le richieste dei suoi legali che avevano evidenziato insufficienze nelle motivazioni dell’arresto e contestato le accuse legate allo scambio elettorale politico-mafioso. Il caso, seguito con attenzione nei mesi scorsi, ha visto il coinvolgimento di diverse istanze giudiziarie, fino all’intervento della Corte di Cassazione.
Arresto e accuse: i fatti dell’operazione nemesis
Il 4 ottobre 2024 Francesco Seminario, all’epoca sindaco di Casabona e appartenente al Pd, venne arrestato dai carabinieri nell’ambito dell’operazione “Nemesis”. Le accuse sollevate dalla Dda di Catanzaro riguardavano il concorso esterno in associazione mafiosa e lo scambio elettorale politico-mafioso. Secondo l’inchiesta, Seminario avrebbe stretto un accordo con la cosca Tallarico, garantendo appalti pubblici e vantaggi in cambio di sostegno elettorale. Dopo l’arresto in carcere, Seminario aveva ottenuto gli arresti domiciliari durante le indagini, mentre si dimetteva dalla carica di sindaco, provocando lo scioglimento del consiglio comunale.
L’inchiesta ha concentrato l’attenzione sui rapporti tra la giunta comunale da lui guidata e alcune imprese con legami mafiosi. In particolare, l’opera investigativa ha puntato il dito su un’impresa riconducibile alla famiglia Tallarico, sospettata di aver beneficiato degli appalti durante il mandato di Seminario. L’operazione Nemesis ha coinvolto diversi indagati, fornendo un quadro sulla presunta penetrazione mafiosa nella politica locale di Casabona.
Battaglia legale e sentenze: la difesa contesta le prove
Gli avvocati di Seminario, Giuseppe Napoli e Giovanni Sipoli, hanno messo in discussione sin dall’inizio la fondatezza dell’arresto presentando ricorsi e memorie difensive. Hanno indicato gravi lacune nelle motivazioni dell’ordinanza, sottolineando l’assenza di prove certe e criticando la mancata valutazione di documenti riguardanti i rapporti tra l’amministrazione comunale e l’impresa Tallarico. Nel corso del processo, i legali hanno evidenziato che l’impresa, pur inserita nella “white list” della prefettura di Crotone, non ha mai effettivamente ottenuto appalti pubblici durante il mandato di Seminario.
La Corte di Cassazione, nel mese di aprile 2025, ha accolto il ricorso della difesa annullando con rinvio la decisione precedente del tribunale del riesame che aveva confermato la detenzione domiciliare. La Cassazione ha evidenziato criticità nell’istruttoria e nella valutazione delle prove. Successivamente, il tribunale del riesame di Catanzaro ha esaminato una dettagliata memoria che ribadiva l’assenza di una collaborazione privilegiata tra l’ex sindaco e la famiglia Tallarico, cancellando l’ordinanza di arresto e concedendo a Seminario di tornare in libertà.
Implicazioni politiche e amministrative sul comune di casabona
La vicenda ha avuto ripercussioni immediate sulla vita amministrativa di Casabona. Le dimissioni di Seminario e lo scioglimento del consiglio comunale hanno bloccato molte decisioni politiche e incidono ancora oggi sull’assetto locale. L’inchiesta ha alimentato un clima di tensione che ha coinvolto rappresentanti politici e cittadini, spingendo a una riflessione sulle infiltrazioni della criminalità organizzata nella governance territoriale.
Le autorità locali si trovano a dover affrontare le conseguenze di una crisi istituzionale che ha rallentato molte attività pubbliche. Il ritorno in libertà di Seminario potrebbe riaprire discussioni sulla sua figura e sul ruolo dei partiti nella gestione degli enti locali. L’attenzione resta alta sulla trasparenza delle procedure di assegnazione degli appalti e sugli strumenti per evitare legami pericolosi tra politica e mafia.
La prosecuzione delle indagini giudiziarie
La vicenda Seminario sarà seguita nei mesi a venire anche nelle aule giudiziarie. L’accertamento della verità giudiziaria continua e coinvolge diversi livelli di indagini, con nuove fasi processuali attese a seguito delle recenti decisioni. “La situazione resta complessa e il lavoro della magistratura prosegue con attenzione” si legge in una nota degli inquirenti.
