Torna in libertà il colonello fabio cagnazzo dopo otto mesi nell’inchiesta sull’omicidio vassallo
Il colonello dei carabinieri Fabio Cagnazzo è stato rimesso in libertà dal tribunale del riesame di Salerno, che ha annullato le misure cautelari per lui e altri tre indagati.

Il tribunale del riesame di Salerno ha revocato le misure cautelari per il colonello Fabio Cagnazzo e altri tre indagati nell’inchiesta sull’omicidio del sindaco Angelo Vassallo, evidenziando insufficienza di prove e contraddizioni nelle testimonianze. - Unita.tv
L’episodio che riguarda il colonello dei carabinieri Fabio Cagnazzo segna una svolta in una delle inchieste più seguite degli ultimi anni. Otto mesi dopo l’arresto, l’ufficiale è stato rimesso in libertà in seguito a una decisione del tribunale del riesame di Salerno. Questa vicenda si intreccia con l’omicidio del sindaco-pescatore Angelo Vassallo, fatto che ha tenuto alta l’attenzione mediatica e giudiziaria in Campania. Le misure cautelari di quattro indagati sono state eliminate, riaprendo in parte il quadro dell’indagine.
Le ragioni del tribunale del riesame e la caduta delle misure cautelari
Il tribunale del riesame ha annullato l’ordinanza con cui il gip di Salerno aveva disposto gli arresti per quattro persone coinvolte nell’inchiesta. Oltre al colonello Fabio Cagnazzo, sono interessati anche l’imprenditore Giuseppe Cipriano, l’ex collaboratore di giustizia Romolo Ridosso e l’ex carabiniere Lazzaro Cioffi. Per quest’ultimo tutte le accuse sono cadute, nonostante resti in carcere per pene residue di precedenti condanne, indipendenti da questa vicenda.
Il tribunale ha dunque ritenuto mancanti gli elementi sufficienti per mantenere le misure cautelari, soprattutto alla luce delle contraddizioni emerse nel racconto degli ex pentiti coinvolti. Questi passaggi hanno indebolito la posizione degli inquirenti rispetto agli indagati più stretti, suggerendo una revisione delle accuse più gravi come il depistaggio connesso all’omicidio di Vassallo.
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La posizione della procura di Salerno e la sentenza della cassazione
La procura di Salerno aveva già richiesto l’annullamento dell’ordinanza del gip: una mossa che ha evidenziato una possibile revisione degli sviluppi giudiziari. Questo primo via libera ha aperto la strada a controlli più approfonditi che hanno spinto il tribunale del riesame a pronunciarsi nel senso opposto rispetto al provvedimento iniziale.
In Cassazione era stata rigettata la convalida dell’arresto, per contrasto con gli elementi forniti dai collaboratori di giustizia finiti sotto esame. Il peso delle testimonianze divergenti e non coerenti ha finito per minare le accuse e spingere verso un riesame dei provvedimenti restrittivi. Di fatto, la posizione dei quattro indagati si è indebolita, soprattutto perché le prove a loro carico non hanno retto al vaglio giudiziario più severo.
La liberazione di fabio cagnazzo e le reazioni legali
L’avvocato Ilaria Criscuolo ha commentato la scarcerazione del suo assistito, affermando quanto sia stata complessa la battaglia per ottenere la revoca dell’arresto. La difesa ha sottolineato l’assenza di elementi concreti a carico del colonello dell’Arma, ritenuto invece ingiustamente coinvolto in un presunto depistaggio relativo al procedimento per l’omicidio di Angelo Vassallo.
A pochi giorni dalla decisione, Criscuolo si è recata nel carcere militare di Santa Maria Capua Vetere per accompagnare Cagnazzo fuori dal luogo di detenzione. Questa fase segna un momento di svolta, perché l’ufficiale potrà riprendere la sua vita fuori dalle mura del carcere, mentre il procedimento resta aperto e sotto osservazione.
Lo stato degli altri indagati e l’evoluzione dell’indagine sull’omicidio vassallo
Il caso coinvolge ancora altre figure indagate nella complessa indagine sull’omicidio di Angelo Vassallo, sindaco di Pollica e noto per il suo impegno ambientale. L’imprenditore Giuseppe Cipriano e l’ex pentito Romolo Ridosso sono stati altrettanto interessati dal dispositivo del gip, ora caduto in seguito a un riesame realizzato su richiesta del pubblico ministero.
Per quanto riguarda Lazzaro Cioffi, anche per lui sono venute meno le accuse relative a questo caso, ma resta dietro le sbarre per altre condanne pregresse. Il motivo per cui gli inquirenti hanno incluso Cioffi nel mirino riguarda, insieme agli altri, le ipotesi di depistaggio e di ostruzione delle indagini, elementi che il tribunale ha giudicato non sufficientemente supportati.
L’inchiesta sull’omicidio Vassallo resta un nodo complesso, toccando temi di inchiesta interna e criticità nelle collaborazioni con i testimoni. A questo punto, le autorità dovranno verificare le nuove posizioni dopo il ridimensionamento degli indagati, cercando di ricomporre il quadro degli eventi con cautela restaurando certezza alle accuse.